Studio sul consolidamento degli edifici in caso di Terremoto: l'Intonaco Armato.
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Italiani, popolo di inventori:
Leonardo da Vinci, Marconi, Fermi, Meucci, Volta, Fibonacci...
e se avete tempo potrei completare questo post scrivendo solo di nomi di italiani che hanno riempito le pagine di storia con le loro invenzioni.
Questa introduzione mi è servita per parlarvi dell'ennesimo studio made in Italy, rivoluzionario nel campo della sicurezza degli edifici in caso di Terremoti.
Come abbiamo riscoperto tristemente negli ultimi anni, l'Italia è una terra molto attiva dal punto di vista sismico. Dico riscoperto, perchè fenomeni sismici si verificano sin dai 436 a.C. e parliamo solo di quelli dei quali si conserva qualche testimonianza.
Tutti ricorderanno per averlo studiato a scuola, il famoso terremoto del 62 d.C. che distrusse in parte Pompei cui fece seguito l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che la devastò completamente.
Tra quei tempi e i giorni nostri, migliaia di terremoti si sono susseguiti provocando danni e vittime in misura più o meno costante.
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Questo perchè l'Italia è posizionata tra due placche, quella africana e quella euroasiatica e ha una conformazione, soprattutto nella zona appenninica e alpina dove ci sono diverse faglie attive, che consegna al nostro paese il primo posto per i terremoti in Europa.
Come dimenticare gli ultimi in ordine di tempo: Nocera Umbra nel '97, l’Aquila nel 2009, il fortissimo sisma in Emilia nel 2012 e Norcia nel 2016; sono gli ultimi scenari di morte e distruzione a cui abbiamo assistito impotenti.
Come proteggersi da queste che non possiamo più chiamare eventualità?
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Come dicevo grazie al contributo dell'ENEA è allo studio una soluzione semplice, dal basso costo e dalla facile esecuzione visto che non sarà neanche necessario sgomberare le case per apportare le modifiche necessarie al rafforzamento strutturale degli edifici.
Sto parlando del cosiddetto INTONACO ARMATO.
In pratica si posa sulla parete esterna della casa che si vuole rinforzare una rete di materiale composito insieme al normale intonaco e questo, secondo gli studi dovrebbe garantire la resistenza a sismi di entita doppia a quelli che hanno colpito Norcia, Amatrice e la zona dell'appennino Umbro nel 2016.
IL TEST
Per eseguire il test sono state usate le Tavole vibranti del Centro Ricerche Enea Casaccia, una sofisticata tecnologia in grado di riprodurre fedelmente le scosse sismiche in quanto sono in grado di muoversi nelle tre dimensioni spaziali, di direzione di spostamento e di rotazione.
Attraverso il loro utilizzo sono stati simulati, su tre pareti a U fatte in malta e tufo (simili a quelle utilizzate solitamente nel nostro patrimonio immobiliare presente nei centri storici) e con travi in legno, dei sismi pari al grado degli ultimi che si sono verificati in Italia.
In seguito su due delle tre pareti danneggiate è stato attuato l'intervento di consolidamento con l'Intonaco Armato mentre su quella rimanente è stata posta una barra d'acciaio (detta "catena") e sono stati riprodotti sismi ad intensità crescente per verificare la tenuta delle tre pareti.
Il risultato è che le pareti rinforzate con l'intonaco armato hanno resistito a sismi amplificati fino al 220% dell'intensità dei terremoti più forti del 2016 mentre l'unica parete non rinforzata ha subito lesioni importanti già a un'intensità del 120%.
I test sono stati condotti dall’Università degli Studi Roma Tre e dall’Enea, anche grazie alla collaborazione dell’azienda Fibre Net, molto all'avanguardia nello studio del consolidamento degli edifici tramite diverse tecnologie tra cui quella dell'Intonaco Armato.
La mia opinione è che siamo ancora in una fase di studio, nella quale si stanno testando diverse soluzioni e questa di cui vi ho parlato sembra promettere bene, sia per la facilità di esecusione, sia per il basso costo.
Se ci pensate bene sono due motivazioni che fanno da deterrente alla messa in sicurezza degli edifici posti nei centri storici e delle bellezze architettoniche di cui l'Italia è ricca.
Certo, questo non significa che i terremoti non provocheranno più alcun danno, ma almeno in termini di vite umane perse si dovrebbero fare dei notevoli passi avanti.
Chi lo dice che per mettere in sicurezza il patrimonio architettonico italiano, incluse le abitazioni dei bellissimi borghi italiani a rischio di crollo nei devastanti terremoti, si debbano spendere cifre folli tali da scoraggiare qualunque tipo di intervento?
Questa è l'ennesima dimostrazione di come lo studio e l'ingegno, che hanno contraddistinto gli italiani nei secoli, possano aiutare superare molti limiti e ostacoli.
molto interessante
Grazie @martaorabasta, anche io ho trovato lo studio molto interessante al punto da volerlo condividere qui su Steemit ;-)
Le reti in fibra di vetro le ho già utilizzate in un progetto di ristrutturazione di una parte di edificio in centro storico dalle mie parti. Ora non ricordo ne marca ne costi, comunque era formata da una maglia di 50x50 mm che doveva essere fissata alla muratura (in sasso e calce in questo caso) con dei chiodi in ferro tondino da 6mm. Facile da montare in quanto molto leggera, per contro quando si ha una muratura non proprio dritta (caso mooooolto frequente) bisogna essere accorti nella sua posa... ci vuole un pochino di malizia ma niente di insuperabile per un buon artigiano.
All'epoca la mia zona (Trentino) non era considerata sismica, poi con l'avvento del terremoto in Emilia hanno cambiato parametri e aumentato il grado di pericolosità. Abbiamo fatto l'intervento con lo scopo di irrigidire la muratura visto che ho smembrato tre piani di questo edificio, più per evitare qualche assestamento dei muri che per pericolosità sismica. Intervento che ne è valsa la pena e benché non ricordi il costo, vi assicuro che su di un intervento di ristrutturazione il "peso" economico è veramente irrisorio.
Ho dato un occhio a questo progetto di questo intonaco armato e ho visto che hanno fatto le prove su di una muratura in tufo. Sarebbe carino che lo sviluppassero su di una muratura in sasso.... speriamo che finanzino il progetto. Una muratura in sasso ha una massa volumica nettamente superiore ad una muratura in tufo (parliamo di 2 volte) e quindi anche l'energia è notevolmente superiore, mi piacerebbe vedere i risultati in tale situazione.
Dall'articolo non riesco a intuire in che senso una muratura rinforzata resista a sismi amplificati del 220%. La scala Richter stima l'energia sprigionata durante un sisma, facendo un esempio (dati presi a caso) se abbiamo un terremoto grado 2 sprigiona 25 unità energetiche ma se abbiamo un terremoto grado 3 le unità energetiche sono 750! visto che la scala è logaritmica. In tal senso non capisco quindi quel valore di aumento della resistenza del 220% se sono in termini energetici, in funzione della scala Richter o il grado di accelerazione. Nulla toglie comunque all'iniziativa e al mio consiglio spassionato di prendere in considerazione tale tecnica di costruzione, che come detto prima la differenza di costo ha un peso irrisorio sull'economia totale di una ristrutturazione.
un saluto, nicola
Ciao Nicola, onestamente non so rispondere alla tua domanda non essendo un tecnico del settore.
La mia zona non è molto sismica (Bari) ma già sul gargano e in Basilicata la sismicità supera la soglia di attenzione. Anche io concordo con te che i costi non dovrebbero essere eccessivi, soprattutto rapportati allo scopo, cioè salvarsi la vita.
Non sappiamo se ci saranno incentivi statali, ma posso ipotizzare che qualcosa del genere verrà approntato vista l'attualità del tema.
così a occhio questo materiale composito immagino debba avere proprietà assurde; e conseguenti costi... assurdi, non so. Anche per la messa in opera che sarà semplicissima. Comunque sarebbe già tanto se si riuscissero ad abbattere almeno un poco questi costi
Non necessariamente. Questo rinforzo può essere molto più efficace di quello che potrebbe sembrare perché opera a trazione, che è proprio quella che manca del tutto in questi casi. Infatti sassi e mattoni sono sostanzialmente appoggiati tra loro e la struttura staticamente si tiene insieme per gravità, di solito a compressione oppone una naturale e notevole resistenza e se le strutture sono integre stanno in piedi (staticamente) benissimo (anche per migliaia di anni, vedi colosseo). Ma quando ci sono spinte a trazione (come nel caso di un terremoto, ma anche quando le strutture degradano) la resistenza della struttura verso queste spinte a trazione è quasi zero. A quel punto interviene il rinforzo, che cambia notevolmente le condizioni complessive di risposta della struttura. Tra l'altro non è indispensabile rinforzare tutto in modo uniforme, alcuni punti sono molto critici (ad esempio i punti di giuntura, in generale tutti i punti che in caso di terremoto tendono ad operare a trazione) mentre altri lo sono poco (in generale tutti i punti che hanno una compressione statica).
E invece non è così... i materiali compositi sono già in commercio e si basano principalmente sulla fibra di vetro. Io credo che possa essere un'autentica rivoluzione e lo spero perchè è davvero agghiacciante vedere puntualmente le stesse immagini di morte e distruzione dovute ai terremoti.. essendo consapevoli che ci sono e ci saranno sempre.
su questo siamo d'accordo! poi non è che sono un esperto eh, era un'impressione a naso. Sono solo un mezzo architetto :)
very nice pictures
do follow plzz
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