Teleriscaldamento: il riscaldamento 3.0
Teleriscaldamento, una parola che può avere poco significato per chi non è del settore, ma uno strumento molto utile per le nostre città.
Il teleriscaldamento (letteralmente riscaldamento a distanza) consiste nel riscaldare le case utilizzando calore non prodotto in loco, ma che arriva da qualche parte lontano al punto di utilizzo.
Spesso ci sono grandi centrali di potenza che producono il calore in una zona delocalizzata, e il calore stesso viene poi inviato alle utenze.
Presso queste utenze ci sono poi degli scambiatori di calore che trasferiscono l'energia termica al fluido termovettore dell'edificio (in pratica all'acqua che scorre nei nostri termosifoni).
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Da una centrale partono due tubi: uno rosso per l'acqua calda di mandata e uno blu per l'acqua di ritorno alla centrale.
Questa tecnologia ha numerosi vantaggi, specialmente se abbinato ad altre infrastrutture.
Mi spiego meglio. Spesso molte industrie pesanti, nei loro processi, producono una grande quantità di energia termica che normalmente andrebbe dispersa in ambiente. Ma non solo, per produrre elettricità viene prodotto tantissimo calore che non è utilizzabile. Tutto ciò può perciò essere recuperato e utilizzato nuovamente.
I più scettici e per chi non è del settore potrà sembrare strano o avrà da obiettare sul fatto che trasportare calore su grandi distanze sia poco conveniente per le dispersioni di calore.
Tuttavia le tecnologie odierne permettono di avere minime dispersioni, rendendolo molto interessante specialmente per le grandi città.
Infatti è proprio nei luoghi in cui c'è un'elevata densità demografica in cui il teleriscaldamento trova la sua situazione ideale. Infatti si diminuisce l'inquinamento dovuto alle caldaiette e si permette di utilizzare il calore di scarto di attività che sono spesso presenti nelle periferie delle grandi città (impianti a ciclo combinato per l'elettricità o industrie pesanti).
Tuttavia il teleriscaldamento non è sempre una cosa sensata, specialmente se si parla di piccole realtà senza grandi attività metallurgiche o che producono grandi quantità di calore di scarto.
È comunque una tecnologia degna di nota che potrà essere utilizzata sempre di più per rientrare nella cosiddetta economia circolare, in cui niente viene sprecato, ma tutto può diventare una risorsa, anche gli scarti.
References:
- SPA, Energia Verde. Relazione Tecnica di Riconoscimento finalizzata alla qualificazione degli impianti di cogenerazione abbinati al teleriscaldamento, per il rilascio dei certificati verdi–Impianto di cogenerazione di energia elettrica e termica al servizio del teleriscaldamento della città di Norcia (PG)(Internal Report, in Italian). Impianto di cogenerazione di energia elettrica e termica al servizio del teleriscaldamento della città di Norcia (PG), 2008.
- SORDO, S.; CALÌ, M. Analisi energetica ed ambientale del progetto di teleriscaldamento di Mondovì. 2005.
- DI FEDERICO, Iginio; BIZZARRI, Giacomo. Considerazioni in merito ai benefici energetico-ambientali dei cicli combinati e del teleriscaldamento associato. In: Proceedings of Conferenza Nazionale sulla politica energetica in Italia, Bologna, Italy. 2005.
Non funziona proprio così. In genere viene scartato il vapore a bassa entalpia. Sul perché questo non viene rimandato nello scambiatore di calore, non so rispondere.
Te lo posso spiegare io @gabriele-gio. In pratica è calore "meno pregiato", che non può quindi essere sfruttato per la produzione elettrica.
Oggi, attraverso l'utilizzo di turbine a vapore combinate a turbine a gas (i cosiddetti cicli combinati) si riesce a recuperare del calore, ma comunque non tutto riesce ad essere utilizzato per un motivo termodinamico (più precisamente per un motivo exergetico).
E visto che il teleriscaldamento necessita di temperature intorno ai 120-100°C, si può tranquillamente spillare del vapore dalla turbina e utilizzarlo per il teleriscaldamento.
Il processo è detto cogenerazione, cioè generazione di elettricità e calore allo stesso tempo.
Non ricordo proprio questo motivo.
In pratica tu continui ad avere la stessa energia, ma è meno "pregiata" quindi non la si riesce ad utilizzare. (In parole povere, sotto certe temperature non siamo in grado di estrarre energia per produrre elettricità, quindi è "inutilizzabile" per produrre elettricità, ma ad una temperatura tale da poter essere usata per esempio per scaldare i termosifoni di casa).
Spero di essere stato un po' più chiaro :) non sono cose semplicissime...
Ai tempi me l’avevano spiegata in quel modo ma...ancora non mi convince.