assenteismo famigliare e alcolismo

in #ita7 years ago

Qualche giorno fa ci si interrogava tra colleghi sul perché è sempre più alto il numero di giovani che si ritrovano ad avere problemi di alcolismo.

I dati ISTAT riportano che il 75% della popolazione italiana è consumatrice di alcol , che il primo bicchiere viene bevuto tra gli 11 e i 12 anni, che di queste persone statisticamente 400.00 sono potenziali alcolisti e, dato scioccante, il 7% dei giovani dichiara di ubriacarsi almeno 3 volte al giorno.

Non so voi, ma io sono scioccata da queste informazioni.

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Immagine CC0 creative commons

Molte sono le cause che giustificano questi dati; per semplicità di analisi, le divideremo in due macro aree:
problemi personali e problemi sociali.

Dei problemi personali delle persone chiaramente non possiamo farne un’analisi; un lutto, un trauma, una violenza, la solitudine, la depressione e quant’altro. Determinati avvenimenti uniti ad un carattere debole, una famiglia assente e degli amici sbagliati, possono essere causa di alcolismo e dipendenza da sostanze stupefacenti.

Ma riflettiamoci bene, da cosa derivano le famiglie assenti, i caratteri deboli e le amicizie poco raccomandabili?

Nel periodo storico che viviamo la famiglia ha subito innumerevoli evoluzioni, tra queste assistiamo ad una vera e propria

DISGREGAZIONE FAMILIARE.

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Immagine CC0 creative commons

Ai tempi dei miei genitori - e ancor di più a quello dei miei nonni – separarsi dal proprio marito/moglie era considerato un fallimento. La famiglia era sacra e si cercava sempre di preservarla dialogando e cercando di risolvere le divergenze. È chiaro che ci si sposava molto giovani e crescendo le differenze tra due persone emergevano ma, nonostante tutto se non era proprio un caso grave, si cercava di evitare il divorzio.

Oggi invece lo sguardo sociale è cambiato.

Le coppie si sposano, fanno un figlio, si lasciano, si fidanzano con altra gente, poi si lasciano e poi si risposano e hanno un altro figlio…un casino.
Guardiamola dal punto di vista di un bambino: da 0 a 2 anni sto con il papà biologico, da 3 a 10 con il nuovo compagno di mamma, poi si lasciano e questa persona con cui ho condiviso anni fondanti della mia vita non la vedo più. A 13 anni nell’adolescenza ne arriva un altro e nel frattempo una volta al mese vedo mio padre biologico. La mamma comunque lavora e io sono sempre con la nonna e gli amici.

Possiamo affermare che nella maggior parte delle famiglie moderne, i figli non hanno più dei punti di riferimenti saldi come quelli che ci hanno dato i nostri genitori!!

QUESTI RAGAZZINI CRESCONO CONFUSI E FRAGILI e i genitori sono troppo impegnati a fare altro.

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Un altro caso di famiglia evoluta è avere entrambi i genitori lavoratori, il che implica lo sballottolamento dei figli da una parte all’altra: scuola, pranzo dalla nonna, doposcuola, attività sportiva e finalmente alle 20:00 di nuovo a casa.
Spesso i bambini già dalla tenera età di 6 anni vivono una vita compulsiva; sono sempre a fare qualcosa e i genitori sono sempre troppo stanchi per interessarsi a loro.

La vita frenetica, non lascia il tempo di fermarsi a riflettere e, a lungo andare, soprattutto nel processo di crescita queste pause mancate creano l’ INCAPACITA’ DI FERMARSI.

L’alcolista è compulsivo, non sa dire basta e non sa riprendere il controllo della situazione. È sempre stato abituato a non ragionare sul da farsi, l’importante è fare e non fermarsi.

Un bambino compulsivo sarà quindi un adulto debole e anche qui i genitori sono assenti.

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Io non mi reputo una persona conservatrice e all’antica, ma sono del parere che quando si tratta di altre persone, soprattutto di figli, si deve ragionare.

Non si fa un figlio per poi non prendersene cura. Un bambino ha bisogno di attenzioni e tu genitore devi essere maturo al punto da dover rinunciare ad alcune tue abitudini per il bene del piccolo.
Tra l’evoluzione e la tradizione c’è sempre un punto d’incontro che ci permette di essere dei buoni genitori. Trovatelo!

Abbracci contagiosi

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Non e tutta colpa dei giovani, ma di una nazione che non da futuro che non promette quasi niente.
Non sono più gli anni 80 quando per andare in discoteca si faceva l 'autostop, internet playstation cellulari non erano ancora nati.
L economia girava e noi giravamo con l 'economia.

L'economia girava e giravano meno le scatole.

Ben detto @leandro77 ! ahahahah :D

indubbiamente l'economia ha influito sul sociale e il non essere impegnati potrebbe essere un'altra causa di attaccamento ad una vita frivola e con dipendenze! :)

I dati che riporti sono davvero preoccupanti, si tratta di un problema effettivo che occorre affrontare e risolvere.
L'analisi che fai secondo me non è errata, ma si tratta di un punto di vista che non ritengo uguale al mio. Per cui colgo l'occasione, come al solito, per raccontarti la mia esperienza personale. Da premettere che ho 30 anni, quindi non sono più giovanissi-issi-issima!

Personalmente, sono cresciuta in una famiglia in cui mamma e papà lavoravano sempre, con tanto di doppio lavoro se era il caso, perché i tempi e le condizioni erano quelle che erano.
Non mi hanno mai fatto mancare nulla: avevo i miei impegni, andavo a scuola regolarmente, alle volte anche per attività pomeridiane, piscina, lezioni di musica, giocavo molto, ero autonoma in molte cose e sempre impegnata in attività varie.
Non avevo a disposizione tutta la dinastia dai nonni agli zii, come nelle tradizionale famiglia estesa a tutte le generazioni; vedevo il parentame qualche volta, trascorrevo i mesi estivi dai nonni e dagli zii.
La sera, i miei genitori erano a pezzi, stanchissimi, mi dedicavano il tempo che riuscivano facendo del loro meglio. Nel corso degli anni mai mi sono sentita mancante perché mia madre perdeva qualche recita a scuola per lavorare o perché mio padre non riusciva a prendermi in orario da scuola (poveraccio, avevo fatto amicizia con tutti i bimbi che avevano genitori ritardatari, poi ho cominciato a tornare a casa da sola!).
Questo per dire che il fatto di lavorare tanto e far fare ai figli molte attività (non in modo compulsivo) oltre alla scuola, non deve essere considerato un deficit.
L'oretta che la sera mio padre mi dedicava, seppur sfinito, per me era una festa e anche per lui.
Avere entrambi i genitori lavoratori è una cosa bellissima, che insegna ai figli che uomini e donne hanno la medesima dignità e non sta alla base di un futuro da alcolisti per i figli, ecco perché mi permetto di dissentire un po'.

Penso che la tua riflessione abbia grande senso se rapportata non alla quantità del tempo trascorso con i propri figli, quanto alla qualità dello stesso. Poi è ovvio che se uno fa figli come un coniglio e poi li butta dai nonni perché non vuole curarsene, farà loro un danno colossale, nessun dubbio!

Io non sono diventata un'alcolista perché i miei genitori lavoravano entrambi e molto; ho preso qualche bella ubriacatura da adolescente però, mi è servita per crescere.

Per il resto, condivido la preoccupazione sia per le percentuali che citi, sia per il disgregarsi della famiglia come nucleo stabile che diventa in questo modo premessa di fragilità emotiva. Ciò indipendente dal concetto, che in generale non condivido, di famiglia tradizionale.

Pensiamo che nel passato, spesso e volentieri, i bambini si mandavano a lavorare nel pomeriggio, per non averli fra i piedi!

Insomma, seppur non del tutto concorde con quanto scrivi, ti ringrazio per l'articolo perché hai innescato una riflessione che per me è molto importante! E perché hai sollevato anche un problema che effettivamente, deve preoccuparci.

@nawamy sono d'accordo! Lavorare non è obbligatoriamente sinonimo di abbandono dei figli ma il paragone che fai con i genitori tuoi potrebbe non sussistere! La generazione è completamente diversa! Anche i miei lavoravano e anche io facevo attività sportive pomeridiane eppure non sono diventata alcolista - come d'altronde anche te! Ma i nostri genitori si impegnavano per darci una vita migliore...e tornati a casa ci prestavano le dovute attenzioni!! Ricordo che mio padre quando tornava dopo giorni a casa, mi chiedeva com'era andata a scuola e stava lì a sentire 1h e mezza di racconti! ahahah ...era decisamente diverso!

Oggi purtroppo la situazione è diversa! é chiaro che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, ma molti lavorano non per il bene della famiglia per il proprio ego! es. Devo diventare direttore perchè ho investito una vita per arrivare fin qui e quindi non posso mollare! ...e intanto i figli passano in secondo piano!
Ci sta lavorare, è una cosa nobile e che davvero non ne puoi fare a meno in quest'epoca ma quando hai un figlio ti devi ridimensionare!
Poi questo è il mio pensiero... perchè lavorando con diverse fasce d'età mi rendo conto che sempre più i genitori non vedono l'ora di sbolognare sti figli a qualcuno...e i bambini ne risentono!!

Ad ogni modo grazie del tuo intervento :)

Purtroppo è lo specchio della società moderna.. la frenesia dei genotori con ritmi impossibili ricade sui figli che sono costretti a subirne poi le conseguenze. Con tutti i risvolti del caso.. l'età in cui si fuma la prima sigaretta è scesa enormemente, stessa storia per l'alcool. Si rifugge una realtà poco felice.

esatto! i bambini hanno tempi diversi rispetto agli adulti.. pensa ad esempio quando un genitore alle 15:00 deve già andare a lavoro e il bambino deve SBRIGARSI A MANGIARE.... cooosa!? sei tu adulto che ti devi adattare!! Non puoi pretendere che un nanetto di 3anni mangi un piatto di pasta in mezz'ora come un'adulto!!! è assurda questa frenesia....

Sono d'accordo sul fatto che quando sono bambini si deve assolutamente ragionare. Purtroppo e ne so qualcosa c'è chi non lo fa. Personalmente sono cresciuto coi nonni perché i miei erano entrambi operai fuori dalla mattina alla sera ma non mi sembra di averlo vissuto come trauma. Anzi mi hanno sempre insegnato che lavorare serve e infatti sapevo che il loro lavoro e la conseguente assenza mi avrebbero dato soddisfazioni anche se mi mancavano. E infatti nonostante fossero operai non mi è mai mancato nulla. I problemi di alcool sono dovuti anche a una mancanza di informazione nei giovani. Poi purtroppo c'è chi lo fa in preda alla disperazione e qui subentra lo stile di vita deludente, il famoso "bere per dimenticare". E qui è fondamentale la presenza dei genitori.

chiaramente ci sono tante altre cause che portano all'alcolismo, però come dici anche tu, avere dei genitori presenti e che ti danno il buon esempio è un aiuto ENORME!!!
Io non recrimino i genitori che lavorano, ma come dicevo anche a @Nawamy, i nostri genitori lavoravano per il sostentamento della famiglia; oggi invece si lavora per fare carriera e per sentirsi sempre giovani e pieni di ego! Si fanno i figli trofeo...veramente triste! Ripeto, non è per tutti così, ma io ne vedo molti di questi casi....

Molto reale e come asserisci @lenhodora é davvero preoccupante, queste statisteche , questa realtà rispecchia l'attuale società , dove vige l'egoismo e ancor di più il trascurare figli e famiglia.
Non esiste il dialogo ed ecco che allora questi giovani non potendo comunicare si sfogano tramite l'alcool.
Premetto non sto facendo un discorso generale riferendomi a tutti i giovani , ma solo a quella fetta che si rifugia nell'alcool.

e purtroppo esiste anche un'altra grossa fetta di minorenni che abusano di droghe pesanti nei rave party e nelle discoteche! Ma i genitori dove stanno??? come fanno a non accorgersene?! questa cosa mi manda fuori di testa!!

@lenhadora io ho due figli è sinceramente con quello che si sente e che succede sono sempre in ansia malgrado si cerchi di istruirli educarli e fargli capire i veri valori della vita , sul come relazionarti e socializzare nel modo più giusto, si spera sempre che vada tutto bene , ma le preoccupazioni ci sono sempre.

E' importante capire le priorità, e i figli vanno messi al primo posto, anche avanti a noi stessi! Da quando è nata mia figlia ho fatto tante rinunce, che però vengono ampiamente ripagate dai suoi sorrisi. sempre bei post @lenhadora. Un saluto @giornalista

esatto @giornalista ! e ti dirò di più, quelle rinunce che si fanno per i figli nn sono altro che atti di crescita! è la presa in carico delle responsabilità che tu hai nei confronti di questa nuova vita! Tu sei il suo maestro di vita e devi darle il buon esempio ...e lei ti darà molte più soddisfazioni di un lavoro full time, una promozione, un aumento di stipendio e quant'altro! :)

SI hai pienamente ragione!! Nulla di più bello.

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