Ho imparato la lezione (forse) - I have learnt my lesson (maybe) [MULTILANGUAGE]

SEMEL IN ANNO

Credo che un po' tutti i guru del risparmio abbiano consigliato, in almeno una delle loro fantomatiche lezioni, di non recarsi al supermercato o in qualsiasi altro negozio in cui si venda del cibo, con lo stomaco vuoto. E questo specialmente se l'offerta destinata a comparire davanti agli occhi si presenterà abbondante e ricca di cosiddetto junk food.

Di venditori di fumo ne è pieno il Web, ma questa particolare accortezza è forse una delle più sensate. Mangiare, del resto, è uno dei bisogni primari dell'uomo, nonché uno dei grandi piaceri della vita e quando siamo affamati è facile perdere la lucidità.

Mi è capitato così durante il week end, per soddisfare le richieste di uno dei figlioli, di recarmi assieme alla famiglia presso uno dei più grandi parchi commerciali della zona. Siccome tra andata e ritorno ci aspettavano mal contati un centinaio di chilometri, ma soprattutto uno dei fratelli ci aveva resi edotti di impegni "inderogabili" per il pomeriggio, abbiamo optato per cassare la sveglia libera del fine settimana e tirarci su dai caldi giacigli già piuttosto presto.

A dispetto di una levata settimanale antecedente alle sette, la mia voglia di colazione scatta solitamente non prima delle nove e trenta, figuriamoci quindi quando il trillo è posticipato di un'ora e mezza. Di conseguenza, mentre gli altri si dedicavano al "pasto più importante della giornata", sono rimasto con le fauci serrate ad assistere ad una puntata della mia sit-com preferita, il chiacchiericcio "vivace" mattutino tra pargoli, da me ribattezzato ACSN? (A cosa serve Netflix?). Fidatevi, spesso meglio di molte serie TV.

Arrivati in loco però, gli effetti nefasti della scelta si sono fatti sentire e mentre gli altri trotterellavano allegri tra gli scaffali, il sottoscritto non riusciva a pensare ad altro che a procurarsi qualcosa per riempire lo stomaco. Sarebbe bastato comprare una brioche al bar, una fetta di focaccia o un qualsiasi altro prodotto che mi permettesse di arrivare a pranzo, ma il cervello non faceva altro che ripetermi "Esagera, esagera, fai vedere allo stomaco chi comanda!"

E naturalmente l'ho ascoltato, scegliendo di accontentarlo in grande stile attraverso l'acquisto di prodotti, per usare un eufemismo, non troppo salutari. Così la mia colazione ritardata, appena usciti dal primo negozio, si è svolta a base di insolite tortillas piccanti al gusto lime. Piccantezza medio alta, sapore sufficiente, ma per poco più di un euro si è trattato di una discreta entrée.

Inizialmente gli altri sembravano intenzionati a non interferire in quel momento di abbandono al cibo spazzatura, ma solitamente questo tipo di snack, una volta provato, è un po' come gli hamburger del McDonald's: irresistibile in maniera direttamente proporzionale alla quantità ingerita.

Dopo il salato, un po' di dolce con dei fagottini ripieni di marmellata all'albicocca. Ne ho mangiato uno scaldato dal pallido sole che ogni tanto sceglieva di far capolino tra le nuvole e siccome solitamente a tutto sappiamo resistere tranne che ai dolci, gli altri quattro non si sono fatti pregare per assaggiarne un altro. Voto 7+.

_{Popcorn dolci piccanti, aromatizzati al tabasco. Foto di proprietà dell'autore}

A quel punto si cominciava a ragionare, ma i freni inibitori erano ormai rotti e i buoi scappati dalla stalla. Dopo aver visto la Nutella vegana chiamarmi dagli scaffali del supermercato non ho saputo resistere al suo acquisto. Sì, ma dove spalmarla? E allora semaforo verde anche per le brioches, sempre vegane, guarda caso poste proprio lì accanto. Geni del male.

Almeno quella, più per praticità che per altro, l'abbiamo provata poi comodamente a casa. Per quanto non ne mangiassi da secoli, direi che il sapore della crema spalmabile più famosa al mondo è identico, nella sua versione vegana, a quella classica. Completato il giro ed ormai sulla via della macchina, un tarlo continuava a ronzarmi in testa: "Quei popcorn dolci piccanti, visti all'inizio della mattinata..."

Se li avessi lasciati lì, soli e abbandonati su quello scaffale, chissà quando avrei avuto la possibilità di assaggiarli, visto che nei posti che frequentiamo abitualmente non mi è mai capitato di trovarli. Inutile dirvi com'è andata a finire, ma ogni storia che si rispetti ha il suo lieto fine.

Finalmente anche io l'ho capito: senza far colazione, da casa, non esco più.

Statemi bene, alla prossima!

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