Mi piace aggiungere che abhyasa, ossia la pratica costante, non dovrebbe mai essere lasciata da sola: il suo compagno perfetto è vayragia, ossia il distacco; praticare senza attaccamento al risultato, senza un scopo materiale ma con un atteggiamento di seva, di servizio disinteressato.
Mi piace aggiungere che abhyasa, ossia la pratica costante, non dovrebbe mai essere lasciata da sola: il suo compagno perfetto è vayragia, ossia il distacco; praticare senza attaccamento al risultato, senza un scopo materiale ma con un atteggiamento di seva, di servizio disinteressato.