Flat tax dipendenti nella riforma fiscale 2023steemCreated with Sketch.

in #world2 years ago

Ancora anticipazioni sulla bozza di ddl delega per la riforma fiscale attesa in Consiglio ormai a breve: questa volta riguardano la flat tax incrementale per i dipendenti. Si tratta di una estensione dell’agevolazione concessa alle Partite IVA sulla quota di reddito eccedente l’imponibile normalmente tassato secondo le regole standard.

Vediamo come si configura l’ipotesi di Governo nel più vasto quadro delle novità fiscali in arrivo, in attesa di conferme sui requisiti di accesso al beneficio in base al testo ufficiale in arrivo nei prossimi giorni. Con una premessa: trattandosi di un ddl delega, il Governo ha un orizzonte temporale ampio per l’attuazione delle singole misure.

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Flat tax incrementale per i dipendenti
L’applicazione di una tassa piatta per i redditi da lavoro dipendente rappresenta un ritorno ad uno dei punti del programma politico cari all’attuale maggioranza. In base alle previsioni della bozza del Ddl, l’obiettivo finale è quello di arrivare ad una flat tax per tutti entro il 2027.
Si comincia intanto, prevedibilmente dal 2024, con quella incrementale per i dipendenti, ossia con l’estensione a questi lavoratori della tassa piatta sul reddito eccedente l’imponibile degli anni precedenti. Questo, in parallelo con la revisione delle aliquote IRPEF e la riduzione a tre scaglioni di reddito. Le tre nuove aliquote, in pratica, dovrebbero rappresentare il primo passo verso la flat tax per tutti, entro fine legislatura.
Nella Legge di Bilancio 2023, l’obiettivo di una flat tax per i dipendenti, che si avvicinasse al trattamento fiscale agevolato delle Partite IVA, si era limitato ai premi di produzione detassati (poca cosa davvero, all’atto pratico), con l’unico intervento fiscale degno di nota per questa fascia di contribuenti, limitato al taglio del cuneo fiscale, ma solo per i redditi fino a 35mila euro. E la flat tax incrementale era andata, ancora una volta, a favore degli autonomi. Adesso, con la riforma fiscale, l’esecutivo Meloni torna a pianificare un intervento di una certa portata.

Revisione delle detrazioni IRPEF
Come si finanzierà la riduzione degli scaglioni IREF e la flat tax, dal 2024 incrementale per i dipendenti ed entro il 2027 per tutti? Con il riordino delle detrazioni fiscali, destinare a semplificare ma anche a fare cassa: si pensa ad una forfettizzazione degli scaglioni di reddito, a partire dal 4% per poi scendere all’aumentare del reddito. Significa che la percentuale di detrazione si ridurrà man mano che sale il reddito imponibile (mentre adesso, ad esempio, scatta l’agevolazione secca al 19% per una serie di voci di spesa applicata a tutti i redditi). Dal vincolo sarebbero escluse le spese sanitarie e per l’istruzione (che manterrebbero le regole attuali) così come la deducibilità degli interessi passivi del mutuo sulla prima casa ed i contributi versati a colf e badanti.
Altre misure nella riforma fiscale
Per conoscere i contenuti del ddl delega, la cui bozza si compone di 21 articoli e 4 sezioni (principi, tributi, procedimenti e sanzioni) si deve attendere ancora qualche giorno: la bozza sarà presentata alle parti sociali nei prossimi giorni e portata in Consiglio dei Ministri entro il 16 marzo.
Come noto, si tratta di un corpus esteso, che tocca molteplici ambiti e prevede interventi in ambito IRPEF (si ipotizza la riduzione a tre scaglioni e relative aliquote: 23%, 35% e 43%), IRES (trattamento fiscale unico al 24% e aliquota minima al 15%), IRAP (graduale abolizione), IVA (aliquota zero per alcuni beni primari), misure di riordino normativo (tributi e detrazioni), riforma della riscossione, semplificazioni burocratiche (ad esempio, con la sostituzione delle imposte ipotecarie e catastali con un tributo unico e fisso), estensione di alcune agevolazioni (come la cedolare secca per affitti commerciali).
In ambito IRPEF, per i dipendenti ci sono anche previsioni di intervento anche sui fringe benefit, con l’obiettivo di semplificarne le regole. Per gli autonomi, invece, si parla di una riduzione delle ritenute sui compensi per chi sostiene ingenti costi per dipendenti o collaboratori. Per gli studi professionali, infine, si studia il riconoscimento della neutralità fiscale per le aggregazioni e le riorganizzazioni. Non mancano interventi anche sulla no tax area per dipendenti e pensionati.

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