Storia di un accendino - Parte 3

in #storyteller7 years ago

Riprendiamo l'appuntamento con il nostro amico accendino, come avrete capito anche loro hanno una vita e sono degli esseri pensanti. Quindi dedichiamogli il giusto rispetto ;)

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Storia di un accendino - Parte 3

Il mio gas sta finendo lo sento, ne avverto la mancanza. Capire cosa manca non è difficile, la difficoltà sta nel colmare quel vuoto. Io sono un classico usa e getta, che al contrario degli altri però sa il fatto suo. Non voglio fare la stessa fine degli altri, voglio influenzare la mia vita e decidere quando liberarmi della mia ultima molecola di gas come fece quel vecchio accendino in fabbrica. Non voglio essere uno di quegli accendini che ti accompagnano e danno tutto se stessi fino alla fine e poi vengono dimenticati, io voglio essere ricordato. Devo fare un gesto pazzo. Ho deciso, tra qualche giorno mi incepperò e mio farò esplodere.

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Notte, sono sul comodino, qualcuno entra dalla porta. La luce, all’inizio è una linea sottile, ma poi si espande e diventa confusa e sfuocata. Cammina piano, credo che non voglia svegliare nessuno, i suoi passi sono lievi e costanti, sembra quasi ballare al ritmo di musica costante e silenziosa, ma comunque perfetta. Quando è abbastanza vicino capisco che è lo stesso ragazzo che ho visto dopo cena. Apre il pacchetto di sigarette e ne prende due mettendole in tasca, si gira e si dirige verso la fonte di luce, ma in un attimo torna indietro e afferrandomi mi getta in fondo alla sua tasca piena di cianfrusaglie. Che brutta notte che mi aspetta.

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Passi passi e passi. Non faccio altro da un po di tempo, chissà dove mi porta. Non senso nulla, solo i passi costanti. Si muove senza tregua e con costanza ancora non mi ha usato. Chissà perché mi ha preso? Sicuramente era un nemico del mio padrone. Una persona così buona deve avere per forza un nemico, è un classico dei gialli. O almeno così ho sentito dire una volta al tabaccaio. Non mi dispiace questa tasca, la condivido con qualche moneta di basso conto, un pezzo di pietra marroncino che emana uno strano odore dolciastro, sembra quasi cioccolato, ma ha una consistenza un po più dura, e questo essere umano sarebbe proprio uno sporcaccione a mangiarlo dopo averlo tenuto in questa tasca sporca. Non lo mangerei neanche io che vivo nelle tasche, mi verrebbe il volta gas al solo pensiero, per fortuna io non mangio, poco male… Questo ragazzo è proprio strano, è solo, e mi ha portato in un posto che non ho mai visto prima. C’è poca luce quindi risulta anche molto difficile capire dove sono, ma lo percepisco questo non è un posto che appartiene ai luoghi visti fin’ora, quì c’è tanta acqua nell’aria (io mi definisco un’esperto analista dell’acqua che c’è nell’aria, la mia pietrina fa i capricci quando c’è n’è tanta, e qui vi posso assicurare che c’è tantissima acqua), e anche il vento non è da meno, per non parlare di questo rumore costante che la fa da padrone. Sono terrorizzato, la mia fiamma trema, non è il vento, sono io che tremo dentro, questo posto non mi piace affatto.

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