Mettendo in pratica i pensieri del momento decido di dedicare una canzone al mio gatto.
Ma non c'è nessun gatto in casa.
Tuttavia ricordo che nella mia vita da ragazzo ne ho avuto uno avuto per due volte.
Il primo, biondo, si chiamava appunto Biondino, lo avevo tenuto in casa, a Cagliari, per circa un anno, ma dopo che questo aveva rovinato con i suoi piccoli artigli gran parte del guardaroba della mamma, avevo deciso, d'accordo con i genitori, di donarlo ad un amico che aveva un grande cortile in campagna.
Il secondo, Denghy, mi era stato regalato da una ragazza, sempre a Cagliari.
Era talmente piccolo che lo avevo dovuto allattare con un mini-biberon ricavato da un contagocce.
Ero allora ventiquattrenne, e la ragazza era molto in sintonia con me.
Ma anche Denghy, una volta cresciuto, distrusse diverse coperte e alcuni cappotti, per cui fu regalato ad un amico che aveva anch'egli un grande cortile dove il gatto sarebbe vissuto felice e contento.
Il nome del gatto derivava da un termine dialettale cagliaritano, che significa molto affettuoso, in pratica viene denominato dengoso chi sta sempre accoccolato a qualcun altro.
Ma la canzone, stranamente, nasce solo adesso, nel 2020, per chissà quale recondito motivo.
Canzone per il gatto

Canzone già per farsi perdonare
da quanto di più stupido s'è fatto
si stende sopra il rigo a regolare
i pesi e le misure del mio gatto

Al mondo non è dato condannare
le strane situazioni del momento
se non si riesce prima a interpretare
di quel felino il misterioso intento

Ma poi quando ti s'avvicina
assume un contegno dengoso
dengoso vuol dire affettuoso
secondo un dialetto del sud

E allora ogni qualvolta si fa danno
si accusa per discolpa l'animale
perché le cattiverie che si fanno
s'ispirano a un carattere bestiale

E quando non sono arrivato
per tempo a quell'appuntamento
la colpa era solo del gatto
che mi ha fatto perdere il tempo

Ma forse ho scritto questa canzone per motivazioni allegoriche.
I magici arcani che portano a simili atti sono sconosciuti a me stesso.
Dapprima la avrei voluto realizzare in modo minimalista, ovvero per chitarra e voce, poi per pianoforte, basso e voce, e infine, dietro consiglio dell'amico Sandro, con anche dei tocchi di batteria e qualche accompagnamento di chitarra e organo.
Effettivamente il brano è migliorato.
Ora che alcuni amici musicisti Inglesi hanno sentito il brano, non mi accontento del fatto che viene comunque apprezzato senza che sia compreso.
Per questo, ho deciso di scriverne la versione inglese, che mantiene la stessa metrica, cambiando alcuni vocaboli per tentare di raggiungere lo stesso risultato.