Traiettorie quotidiane #1
I luoghi sono sempre gli stessi, gli itinerari al loro interno a volte si assomigliano molto, altre volte differiscono, spesso si ripetono.
Ma la strada, quella, è sempre diversa.
Gli scenari sono semplici: campi -coltivati o incolti-, sentierini sterrati, porzioni di bosco, prati.
Semplici, mai banali.
Poco o per nulla frequentati, al mattino tra le sei e mezza e le sette e mezza, massimo le otto.
La scenografia la sceglie la stagione dominante, insieme a tutte le variazioni sul tema: è così che compaiono e scompaiono possibilità di percorrere questo o quel varco aperto tra i campi, che lo puoi frequentare per un po’ e poi non esiste più.
Accorgersi di non poter fare a meno di questo pezzo di microcosmo praticamente nemmeno un giorno, senza riuscire a spiegare veramente perché.
Sono i chilometri camminati, l’aria da respirare, le energie da ricaricare, i pensieri che nascono qui per la prima volta, le parole ascoltate dagli auricolari, il sole quando c’è, l’ombra quando serve.
Niente spiega veramente perché.
buon lunedì