Colpo d'occhio su Maecenas
Stanno nascendo diversi progetti interessanti sulle open blockchain più famose, di tanto in tanto ne seguo alcuni e ho pensato potesse essere utile condividere qualche informazione al riguardo. Non a caso ho scelto di farlo su steemit, essendo questa piattaforma una delle iniziative più interessanti in cui ho avuto la fortuna di imbattermi. Premetto che non sono in alcun modo legato ai progetti che descriverò in questi post e che in nessun modo queste informazioni dovrebbero costituire inviti a partecipare o investire nei progetti descritti.
Maecenas (https://www.maecenas.co/) si propone come “una piattaforma aperta in cui ciascuno può comprarsi un pezzetto di un Picasso”. L’idea di base è quella di consentire, attraverso la blockchain (in questo caso quella di ethereum) e gli smart contracts lo scambio istantaneo di quote in dipinti e sculture famosi, superando il ruolo dei tradizionali intermediari
Un mercato vecchio e rigido
Secondo le stime dei fautori del progetto, ogni anno vengono scambiate attraverso case d’aste e mercanti d’arte opere per un controvalore di 65 miliardi di dollari. Nonostante i volumi in crescita e l’attrattività dell’arte come asset su cui investire, il relativo mercato ha visto ben poca innovazione finanziaria nel tempo, rimanendo ancorato a processi generalmente opachi e poco efficienti di definizione dei prezzi e di scambio. Certo, investire in arte ha le sue peculiarità: asset illiquidi, indivisibili, soggetti a tempi di apprezzamento talvolta lunghi, marcate asimmetrie informative, etc.
Anche a causa di questi fattori quello dell’arte continua ad essere un contesto dominato da pochi grandi players: le case d’asta Sotheby’s e Chriestie’s da sole, secondo gli autori del progetto Maecenas, gestiscono l’80% del mercato secondario e arrivano a richiedere commissioni tra il 12% ed il 25% al compratore e quote analoghe o superiori al venditore. Commissioni così alte sono giustificate dal ruolo di veri e propri punti di riferimento assunto da tali entità, che spazia dalla valutazione dell’autenticità delle opere alla determinazione del prezzo minimo sul mercato.
Ci sono poi gallerie e mercanti d’arte, il cui livello di affidabilità e percepito in maniera più o meno elevata rispetto alle grandi case d’asta, ma che, analogamente alle prime, applicano commissioni elevate - tra il 6% ed il 10% secondo le stime - offrendo per giunta gamma di scelta più limitata e prezzi meno flessibili.
Entrambi i canali citati richiedono generalmente l’acquisizione materiale delle opere, con conseguente onere di gestirle e curarle; eventualità che non tutti gli investitori sembrano però gradire. Un’alterativa in questo senso è rappresentata dai fondi di investimento in arte. Si tratta ad ogni modo di entità caratterizzate da alti costi d’ingresso (la quota minima di adesione si aggira sulle centinaia di migliaia di dollari), e da altrettanto elevati costi di intermediazione: alle fee annuali di gestione da erogare ai manager si aggiunge la commissione finale sui profitti (qualora ce ne siano) che può arrivare al 20%.
La piattaforma
Maecenas si propone di utilizzare la blockchain per rendere più democratico questo particolare segmento, principalmente attraverso una “tokenizzazione” delle opere, ovvero emettendo “certificati” (tokens) criptografici che ne rappresentino il valore frazionato. Gli investitori potrebbero quindi acquistare i certificati per possedere parti dell’opera stessa, potendoli poi eventualmente scambiare o liquidare in tempo reale su un mercato creato della stessa Maecenas. Il team che gestisce il progetto si farebbe carico delle dovute verifiche sulle opere prima di quotarle/tokenizzarle (verifica della provenienza, della conservazione, dell’assicurazione, della bontà della valutazione indipendente, etc). La fase di prima “quotazione” dell’opera avverrebbe mediante un’asta all'olandese, in cui gli investitori avrebbero la possibilità di inviare offerte, indicando il numero ed il prezzo delle quote che desiderano acquistare. Posto che le offerte potrebbero essere effettuate in valute fiat, o criptovalute diverse, per creare omogeneità ed evitare la conversione in sede d’asta, Maecenas ha deciso di emettere un proprio token rispondente agli standard ERC20 su ethereum: il token ART.
Il token ART
Il token ART è concepito per svolgere la funzione di valuta unica nell'ecosistema Maecenas; verrebbe richiesto per tutte le funzioni della piattaforma esposte sulla blockchain via smart contracts.
Una funzione principale è senz'altro quella dell’asta olandese, mediante la quale gli investitori riceverebbero in cambio le “quote”, (i tokens) delle opere. Il meccanismo dovrebbe operare secondo i seguenti passaggi:
- Il possessore di un’opera d’arte decide di cederla sulla piattaforma Maecenas, contatta il team e indica in quale valuta intende ricevere il ricavato (token ART, altre cripto, o valuta fiat)
- Gli investitori partecipano all'asta inviando ART tokens al relativo smart contract creato dal team Maecenas (dovrebbero essere implementati anche meccanismi per partecipare con offerte in valute fiat o altre criptovalute, queste verrebbero immagazzinate da Maecenas in conti correnti e wallet ad personam, per essere convertite in ART tokens e inviate allo smart contract. Poiché Maecenas potrebbe trovarsi ad effettuare queste operazioni di conversione deterrà una riserva di ART allo scopo di garantire liquidità nelle aste)
- Al termine dell’asta olandese lo smart contract, analizzate le offerte ricevute e determinato il prezzo finale, emette i tokens dell’opera inviandoli ai relativi investitori. A questo punto Maecenas corrisponderebbe al venditore il compenso ottenuto nel mezzo di pagamento prescelto.
Maggiore sarà il numero di dipinti o sculture messe all'asta sulla piattaforma maggiore dovrebbe essere la domanda di ART token sul mercato.
Gli ideatori del progetto non intendono limitare l’attività di Maecenas alle aste, le opere potrebbero infatti essere anche prestate a musei e gallerie per esibizioni, ed i proventi di tale impiego redistribuiti in proporzione ai possessori delle quote delle opere prestate. Anche tale attività dovrebbe essere condotta tramite smart contracts sulla public blockchain di ethereum ricorrendo agli ART tokens, sebbene non sia ancora stato illustrato il funzionamento in dettaglio di questo alternativo canale di proventi.
Ulteriori informazioni
I fautori del progetto hanno indicato nel white paper di Maecenas di aver già individuato una serie di opere di famosissimi artisti pronte per essere “tokenizzate” sulla piattaforma (da Picasso, a Munch, passando per Modigliani, Warhol, Basquiat, Duchamp e altri ancora).
Con riferimento alla necessità di una struttura legale adeguata a realizzare il progetto senza violare normative finanziarie è stata ventilata la possibilità di adottare il seguente modello:
• Il proprietario/venditore dell’opera la pone sotto la custodia in un magazzino dedicato, e stabilisce che percentuale di proprietà intende cedere, tramite la piattaforma Maecenas, ad una legal entity costituita a tale scopo;
• un esperto d’arte verifica l’opera e la certifica
• la legal entity emette le “azioni” dell’opera che verranno rappresentate sulla blockchain e quotate sulla piattaforma Maecenas.
Le opere quotate dovrebbero essere immagazzinate in specifiche aree “franche” (c.d. freeports, come il Freeport di Singapore in cui Christie’s gestisce il proprio magazzino); si tratta di spazi solitamente situati in prossimità di aeroporti internazionali in cui non trovano applicazione le imposte locali. In tali aree le opere sarebbero in esposizione, visibili ai proprietari/azionisti e ai loro ospiti.
Il modello di business di Maecenas si basa su due attività: l’emissione/tokenizzazione ed il trading delle quote emesse. Riguardo la prima (l’emissione) la piattaforma imporrebbe una fee del 6% sul venditore dell’opera e del 2% sugli investitori, una volta conclusa l’operazione. Con riferimento alla seconda, invece (trading), verrebbe applicata una commissione sullo scambio (non ancora definita), ma solo sull'acquirente delle quote e non anche sul venditore.
Maecenas ha già effettuato la sua Initial Coin Offer (ICO) tra il 7 settembre e il 5 ottobre 2017, raccogliendo 50.744 ether. Sono stati emessi 100 milioni di ART tokens, di cui 30.150.150 distribuiti al pubblico e oggi circolanti. Il 50% del totale è stato trattenuto dalla piattaforma, il 20% sarà destinato al team Maecenas, mentre il 30%, sarà utilizzato come riserva per garantire liquidità durante le aste. Infine, il restante 20% andrà ad incentivare i vari partners del progetto (gallerie, musei, art asset managers, etc).
La versione beta della piattaforma è attesa per il primo quadrimestre 2018, cosi come la prima emissione di quote di un’opera d’arte. Il lancio al pubblico della piattaforma dovrebbe avvenire nella seconda metà del nuovo anno.
Link utili per approfondire e iniziare a seguire il progetto
White paper (eng) https://www.maecenas.co/Maecenas-WhitePaper.pdf
Medium https://medium.com/maecenas
Twitter https://twitter.com/maecenasart