Verso le elezioni europee 2019

in #ita5 years ago

Quasi dimenticavo: la prossima settimana, più precisamente il 26 maggio dalle 7 alle 23, si vota per il rinnovo del parlamento europeo.

Si vota per eleggere i deputati che andranno a comporre il Parlamento europeo per i prossimi cinque anni e rappresenteranno gli interessi dei cittadini dell'Unione europea.

Così dicono: gli interessi dei cittadini dell'Unione europea… Ci concedono questo parlamento, che carini.

Il Parlamento europeo è l'unica istituzione europea i cui membri sono eletti direttamente dai cittadini […]

Ci sono due possibili approcci al voto europeo:

  • Non votare
  • Votare

Per le elezioni nazionali dico sempre che bisogna andare a votare. Sempre. Anche per scarabocchiare la scheda, ma bisogna andare a votare.

Le democrazie europee sono il frutto di un percorso storico, sono imperfette ma sono un equilibrio sorto dalla contrapposizione di forze e circostanze storiche. Non sono macchinazioni nate a tavolino, come è il caso dell'UE.

Quindi è perfettamente lecito respingere questo “stato” senza territorio, è lecito persino considerarlo alla stregua di una nazione straniera (senza territorio) che sta provando a conquistarci, cioè a un'entità ostile.

Hanno persino messo la maschera della democrazia quando hanno provato a far votare la costituzione “europea”, che è stata sonoramente bastonata. Quindi hanno smesso di proporla ai cittadini e l'hanno incorporata nei trattati internazionali, la forma preferita usata per costruire l'UE. Una scelta “fortunata”, visto quant'è difficile per i processi democratici interferire con tali trattati internazionli…

Questo punto di vista estremo, chiamiamolo così, giustifica la scelta del non voto, perché andando a votare si legittimerebbe l'esistenza di questo progetto sovversivo — sovversivo in quanto sta alterando l'ordine democratico degli stati membri, trasformando la natura delle loro costituzioni e sottraendo loro sovranità.

Un punto di vista diverso è quello dice che sì, l'UE non è bella, ma un'UE diversa partendo da quella che già c'è è possibile. Questo punto di vista giustifica il voto, proprio perché ha senso andare a votare per far andare nel parlamento dell'UE persone che spingono per il cambiamento necessario.

Poi c'è ancora un altro punto di vista che giustifica il voto: quello dell'“europeismo” convinto.

Secondo me non possono esistere persone sane di mente che siano anche “europeiste” convinte, cioè che pensano che questa UE sia veramente l'unione europea (notate le minuscole!) a cui devono ambiri gli stati che sorgono sul continente europeo.

Scrivo “europeo” tra virgolette per ricordare che l'Europa, il continente, e i suoi stati, non c'entrano: l'UE ha fagocitato l'aggettivo e diciamo “europeismo”, per esempio, ma leggiamo “promozione e supporto di questa UE”.

Un sincero europeismo, cioè la “promozione e il supporto” degli stati che sono sul continente Europeo, non può che guardare con sospetto a quel carrozzone chiamato UE.

Pensando alla geopolitica mi viene in mente quanto è vicina la Russia e quanto sarebbe importante per l'Europa intrattenere con essa più solide e stabili relazioni — tra l'altro sapevate che in realtà parte del territorio russo è effettivamente sul continente europeo, e che comunque, pur essendo questa parte più piccola rispetto a quella asiatica, essa è la più popolata e lì si concentrano la maggior parte delle attività economiche e politiche?

Invece dobbiamo barcamenarci tra la necessità di avere relazioni decenti con i russi e la sudditanza agli “Alleati” americani che sono, anche dopo la fine della Guerra Fredda che in realtà non è mai finita ma si è solo assopita per potersi trasformare e modernizzare, i loro arcinemici e s'indispettiscono se gli stati europei sono troppo gentili con i russi. L'UE ha avallato pure le sanzioni contro la Russia, per motivi legati all'egemonia americana, non certo perché è nel migliore interesse europeo nel medio e lungo periodo.

Per questo e altri motivi gli “europeisti“ convinti non possono che essere insani, per un motivo o per l'altro. Non vuol dire che sono cattivi: la maggior parte di loro forse si è solo fatta abbindolare dalla retorica pro-UE, così bella, così da cartone animato per bambini… Sono appunto bambini in corpi adulti…

Poi ci sono gli “europeisti” convinti e che sono parte del problema; un esempio su tutti che mi viene in mente adesso è la Bonino.

Ora, fatemi mettere da parte questa triste categoria e fatemi pensare un po' a quelli del voto per il cambiamento.

Vogliono cambiare l'UE dall'interno… ma chi sono questi che sarebbero in grado di farlo?

I movimenti euroscettici hanno perso la loro spinta iniziale. Indossano ancora i loro mantelli da supereroi, ma purtroppo sono stati già assorbiti, sono diventati ingranaggi.

Penso alla Lega, che è sistemica da molto tempo ormai, e penso al Movimento Cinque Stelle, che ha perso il suo movimentismo entrando in parlamento e si è trasformato in una forza politica come altre, almeno sulla questione UE. (Secondo alcuni non è mai stata euroscettica; altrove, anche all'estero, continuano a dipingerli come euroscettica e antisistema; penso che sia una strategia mediatica, l'esatto obiettivo mi sfugge ma dal punto di vista dell'elettorato non è affatto una cosa positiva.)

Non c'è modo di vincere questa battaglia usando gli strumenti messi a disposizione dallo stesso potere che si vorrebbe combattere.

Il potere ha imparato da secoli ad assorbire e gestire il dissenso. Ha imparato che in realtà è necessario che esista un certo dissenso endemico. E ha imparato a manipolarlo per i suoi fini. Per esempio anche per mantenere quella parvenza di diversità senza la quale stenteremmo a credere di essere liberi.

Fate caso però a quanto prepotentemente emerge il problema della libertà d'espressione quando un'espressione bollata come controversa raggiunge troppe persone troppo rapidamente, cioè quando non è sotto controllo. Ci stanno già preparando per stringere qualche vite e sigillare qualche porta: purtroppo vedo sempre più spesso, proprio tra le file di chi potrebbe diventare in futuro vittima, sostenitori della limitazione di diverse libertà sulla base del fatto che in questo modo ne risulterebbe una società migliore, più sana, più sicura. Quanti si accorgeranno di essere liberi solo perché sono irrilevanti?

Vi ricordate le elezioni “europee” del 2014?

Nel 2014 il PD prese un incredibile 40.81%. Un risultato eccezionale ottenuto anche grazie all'aiuto di Berlusconi, che in pratica fece campagna elettorale a loro favore (apparentemente per limitare l'ascesa del M5S e impedirne una vittoria che poteva essere problematica per gli equilibri europei).

Anche a questo giro hanno provato a fare qualcosa di simile, ma ancora non hanno capito se gli conviene puntare i cannoni su Salvini o su Di Maio, cioè sulla Lega o sul M5S.

Per questo stanno provando diverse strategie.

Da una parte sottolineano costantemente le difficoltà di convivenza di queste due forze politiche nel governo. Questo è un punto morbido in cui è probabile l'affondo di una coltellata e perciò è diventata una costante.

Da un'altra parte lanciano gli allarmi di razzismo, fascismo, crollo dei valori occidentali e altre cose del genere. Questo è per andare contro la Lega, più che altro.

Contro il M5S il solito tema dell'incompetenza, che ci stanno trascinando nel baratro perché inetti, incapaci e con idee pericolose come il reddito di cittadinanza, buoni solo a dire no. Sono i classici sempreverdi, insieme a dire a ogni occasione che il M5S sta perdendo terreno. Lo sento dire almeno dal boom del 2013.

Nel tentativo di compattare il centro destra e far tornare la Lega nel recinto dove giocherebbe a fare da spalla alla rinata Forza Italia, Berlusconi sfodera contro i Cinque Stelle una versione addolcita delle sue famose accuse di comunismo: presenta il M5S come forza di sinistra. E la Meloni gli fa eco. Tutto per allontanarla dalla Lega o, più esattamente, per allontanare la Lega dal M5S.

Gli elettori sprovveduti intanto si confondono: per Berlusconi e Meloni il M5S è di sinistra, per la sinistra il M5S è fascista o comunque destrorso, per il M5S il M5S non è né destra né sinistra, come diceva anche Macron per il suo En Marche, peraltro senza beccarsi l'accusa di fascimo — perché gli storici denoialtri dicono che né destra né sinistra era uno slogan fascista, quindi chi lo dice deve essere fascista…

Insomma, c'è un bel po' di confusione, come al solito.

Allora chi votare?

Nel dubbio, forse hanno ragione quelli che non andranno a votare.

Se dovessi andare a votare, ho solo la certezza che non darò il voto al PD o qualunque forza politica che mostri o abbia mostrato entusiasmo per l'UE.

La vedo dura.

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