Beh, io penso che ci sia un problemino di base nel tuo ragionamento... :DDD
Semplicemente lasciando libero sfogo all'istinto in tutte quelle situazioni dove dovremmo usarlo ed invece facciamo un uso esagerato e inopportuno della razionalità.
Riassumendo, per come vedo io la cosa, se lasciamo che l'istinto si sfoghi là dove è migliore della razionalità, e sono tantissimi i casi, non cercherà di fare il prepotente quando ci dobbiamo predere il tempo necessario e usare la razionalità, ad esempio quando parliamo e quando scriviamo.
L'istinto è istinto, non puoi decidere di spegnere o accendere a tua discrezione perché allora non è più istinto ma razionalità.
Sì, sono d'accordo...
Dove @ilnegro dice:
Si parla di consapevolezza come qualcosa di diverso dalla razionalità, invece penso che proprio quella consapevolezza sia la pratica razionale, ed è solo un illusione che possa quindi disporre della razionalità e dell'istinto al di fuori della razionalità. Quindi, sono d'accordo con @voiceoff, se dispone dell'istinto allora è razionalità.
Si mette a confronto 'istinto' da una parte e 'razionalità' dall'altra. Ma questo confronto chi lo pone in atto? Cioè chi lo pratica? Mi sembra la nostra pratica razionale, quindi la razionalità. La pratica razionale prende in esame se stessa mettendosi a confronto con l'altro da sé (l'istinto). Questo è interessante!
E comunque, questo post di @ilnegro è per me molto interessante, perché sviluppa l'argomento in modo vivo e intrigante, e questo è, secondo me, il massimo valore di un post (la Verità con la maiuscola la lascerei ai megalomani).