QuellaVoltaChe: e chi ti conosce?
Mi sono successe un sacco di cose strambe in qualità di informatico, perché l'informatica vista da fuori è pari ad una roba tipo l'alchimista, che trangugia formule chimiche incomprensibili e aziona strani aggeggi, quasi a donargli una teatralità inconsapevole.
Certe cose accadono perché effettivamente l'informatica gira ad un livello astratto tutto suo, ovvero determinate procedure sono tali perché le ha fatte un team di informatici che ha il focus su un certo obbiettivo e trascura particolari che poi ai destinatari finali possono non proprio essere così secondari. Non è un caso che in questi anni la figura del User Interface Designer e User Experience Designer abbiano avuto un ruolo nel processo creativo. Infatti sono coloro che "smussano" il diamante per fare in modo che il prodotto sia utilizzabile e comprensibile alla massa.
Ma in passato non era così.. e quindi quando andai a configurare un corposo server di posta elettronica in Microsoft Exchange, quello nel processo automatizzato di allora prendeva i dati presenti nel database principale (l'active directory) e componendo nome e cognome faceva la mail.
Quindi Giulio di nome e Cesare di cognome sarebbe venuto giulio.cesare@qualcosa. Direte embè? ed infatti io non ci ho minimamente fatto caso, anche perché nella configurazione di mille particolari non stai a pensare al sesso degli angeli. In realtà sarebbe stato più corretta la mail cognome.nome e non nome.cognome, anche se qui è probabile che si apra il mondo sulla considerazione se sia giusto uno o l'altro, oppure siete come me del partito "chissene".
Un giorno mentre ero intento a fare qualcosa, il mio collega mi chiama. Era assieme ad un altro collega, un consulente esterno e guardandolo gli fa "ecco guardi.. parli con lui" rivolgendomi poi lo sguardo in modo stralunato. Il tizio comincia ad esporre la questione dove secondo lui nome.cognome non è elegante e corretto quanto lo sia cognome.nome e poi se ne esce con il colpo finale. Forse l'ha buttata la per rafforzare la sua richiesta, cioè almeno voglio crederlo..
"E poi se mando la mail come Giulio Cesare la gente non sa chi sono perché mi conosce come Cesare Giulio"... eh?! stavo per dirgli "ma che gente frequenti?". E il tipo non è che avesse un cognome ambivalente tipo Mauro o Giordano, che poi non credo proprio sia un problema anche in quel caso.
Dal punto di vista tecnico il problema era risolto in pochi secondi, infatti feci un alias di posta. Ma lui evidentemente credeva che dovessi fare chissà quale sforzo improbabile, quindi sospetto che quello fu il classico "carico da 90" per cercare di portare a casa il risultato, finendo però per essere ridicolo, tanto che pure i colleghi fecero battute per settimane.
Qualche mese dopo uscendo nel parcheggio vidi per terra una tessera, si leggeva il nome "Giulio Cesare". Ero in dubbio, la butto nel cestino? qui da noi lavora un Cesare Giulio, ma sto Giulio Cesare proprio non lo conosco.
Perfido ;)
Boh, non ci ho nemmeno pensato in realtà, ho trovato solo la cosa una sorta di complicazione mentale e nulla di più.
Sapiente e raffinato uso di giri di parole, complimenti per come ti sei destreggiato senza problemi nel piccolo (e ridicolo) tranello che ti voleva tendere il tuo interlocutore.
No, non c'era un tranello, nel lavoro specie nel mio, quando la gente non conosce se quello che chiede sia complicato o impossibile è piuttosto un classico vedere il tipo che la "spara in alto" perché vuole quella cosa ma ha paura di sentirsi dire di no.