Storia di un accendino - Parte 2

in #ita7 years ago

Eccoci qui con la continuazione di questo raccontro, credo che possa essere suddiviso in altre 3 parti. Spero che vi stia piacendo e che vi appassioni. Senza indugi iniziamo subito:

Storia di un accendino - Parte 2

Se solo fossi stato in terza fila al 4° posto oggi sarei libero e avrei scoperto cosa c’è dietro ciò che non riesco a immaginare. Il tempo passa e io non so più cosa fare, mi sento intrappolato da questo piedistallo che mi tiene all’in su. Quasi rimpiango il giorno dal quale mi hanno tolto dalla scatola, almeno prima non conoscevo nulla e nulla desideravo. Nel buio il tempo è inesistente, da quando hanno tolto il coperchio sopra la mia testa non faccio altro che desiderarlo nuovamente e non vedere più lo scandire della giornata dalle luci riflesse su un vetro macchiato. Il giorno con il suo bagliore accecante che ti costringe quasi alla vita, il pomeriggio con il suo tepore e la sua tranquillità che preannuncia la monotonia della notte ed infine la notte con la sua vuota luce e le sue ombre che quasi coprono l’oscurità stessa. Io qui immobile a vedere gli uomini che prendono caramelle, sigarette e altri accendini o monetine che grattano su fogli colorati che perdendo l’oro e scoprono numeri infiniti che deludono le aspettative di oro di chi li ha grattati. Vorrei che dopo la notte non ci fosse altro. Vorrei che terminasse tutto così senza un punto

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Mi ha preso. Ha scelto ME. Stava per prendere quello in seconda fila, ma poi il suo dito è scivolato di poco e finalmente sono stato staccato dal piedistallo. E’ il momento più bello da quando mi hanno tolto dalla scatola. Mi sento libero. Sono fuori dalla Tabaccheria, è tutto accecante, mi tiene ancora tra le sue mani, mette una sigaretta nella sua bocca. Ha degli occhi bellissimi, non mi guarda, ma sono importante per lui, il suo sguardo è concentrato a fare qualcosa che ancora non capisco bene, con le sue dita mi stringe per bene e con il suo pollice fa ruotare la rotellina posta sulla mia parte superire, mi fa il solletico. La pietrina a contatto con la rotella fa delle scintille e . BRUCIO, sono fuoco, sono eterno, illimitato, non so cosa sono, ma è questo che voglio fare per il resto della mia vita, sento che voglio bruciare e non fare altro, l’energia che è dentro di me adesso è dispiegata, il calore della sua mano mi riscalda e mi conforta, ma io sono più potente di lui, posso dargli di più. Lasciami bruciare e non ti chiederò altro. Lasciami bruciare, il resto non conta più.

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Dietro la vetrina c’è una stanza grandissima che chiamano strada. Ci sono tante vetrine attorno, ma credo che questa stanza non abbia muri, cioè, i muri ci sono, ma non credo che sia come il tabacchino, è qualcosa di diverso sembra quasi che non abbia fine. Sono nella tasca del pantalone e ogni tanto vengo tirato fuori per dar fuoco ad una sigaretta, in quell’istante mi sento bene. Scopro tante cose nuove ad ogni sigaretta che accendo. Posti, luci, persone, superfici laccate o opache, ma la cosa che mi piace di più è la musica. Ero in un posto buio con luci intermittenti e tante persone che si muovevano all’inizio non capivo cosa stessero facendo, poi quando mi sono acceso la mia fiammella ha iniziato a muoversi quasi come se fosse trasportata da qualcosa di invisibile. Non ero io che mi muovevo, ma qualcosa dentro di me avvertiva questa necessità e la mia fiamma non poteva ribellarsi a questo impulso, così per quei pochi istanti ho danzato, e ho avuto l’opportunità di capire cosa facessero tutte quelle persone in quel luogo. Si perdevano, si lasciavano trasportare e per una volta smettevano di pensare ed andare. Questi uomini sono molto simili a me, forse prendono spunto da noi accendini si rifanno al nostro essere. Sono sempre in attesa che qualcosa accada, vogliono bruciare, e quando finalmente trovano l’occasione per bruciare danno il loro meglio e mostrano veramente chi sono. Molecole di gas che sognano di dissolversi, e trasformarsi in forme inesistenti, come me hanno un contenitore, loro lo chiamano corpo, che gli impedisce di disperdere l’essenza della quale sono composti. Chissà per quanto tempo possiamo bruciare?

Fine seconda parte.

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