Racconto: Marionetta - Parte 4 - Ultima
Racconto: Marionetta - Parte 4 - Ultima
La folla aumentava, i ragazzini desiderosi di vedere l’ultima invenzione, i vecchi aspettavano per schernirlo con uno sguardo che diceva “ci sei cascato anche tu eh?!”. Il commissario nel frattempo ripeteva le frasi nella sua testa per evitare di fare brutta figura davanti a tutta la popolazione in un momento così delicato. Arrivò alla saracinesca, alzò il bracciò con solennità, fece per battere il pugno ma un “click” dall’interno lo anticipò. Una voce calma disse, “non provi a bussare o a dire altro, sto uscendo.”. Il commissario, sbalordito, eseguì gli ordini della voce che proveniva dall’interno ed attese con sguardo confuso e nervoso. La serranda, come posseduta, si sollevò ed una figura magra si disegnava dalle gambe fino alla testa. La moglie che era lì fuori gli corse in contro e lo abbracciò come mai aveva fatto nella sua vita. Le lacrime scorrevano sugli occhi di lei, di lui e di molti altri che guardarono la scena. Qualcuno azzardò un applauso, altri si guardavano a vicenda, ma nessuno si azzardò a dire una parola.
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Le braccia del vecchio rimanevano penzoloni, la mano destra aperta e rilassata, nella sinistra invece stringeva una piccola marionetta di legno snodabile. Non aveva occhi per guardare, orecchie per sentire e ne bocca per baciare, ma chiunque vi avesse posato lo sguardo avrebbe visto un uomo in quel legno secco e apparentemente senz’anima.
La moglie vide la marionetta, ma non ci fece molto caso, era contenta di aver nuovamente abbracciato suo marito. Le preoccupazioni e le conquiste delle giornate precedenti furono dimenticate all’istante, già iniziavano a scorrere le immagini della cena che gli avrebbe preparato, e di come lo avrebbe perdonato anche se fosse andato da quella donna più giovane e bella di lei. Sognava la vita scontata che settantadue ore prima stava vivendo e gli era inspiegabilmente stata tolta. In fondo al suo cuore era contenta che tutta quella storia fosse successa perchè gli aveva permesso di apprezzare ciò che aveva sempre avuto affianco, ma a causa dell’abitudine non era più capace di riconoscere.
Tornarono a casa, il cane contento di rivedere il vecchio gli fece le feste per tutta la serata, ma l’uomo non sembrava realmente interessato, continuava a stringere tra le mani la marionetta, passandola da una mano all’altra quando la forza gli veniva a mancare. Il cane era molto attratto da quell’oggetto proprio perché il vecchio non sembrava volerglielo dare, ma dopo aver capito che non avrebbe avuto ne carezze, ne la marionetta si accontentò di sdraiarsi sui piedi del padrone e sentire semplicemente il suo calore. La moglie preparava la cena e poneva molte domande al marito, che però non sembrava ascoltare o voler rispondere. Così per tutta la serata la signora parlò da sola ad alta voce, provò a smuoverlo facendogli domande sulla marionetta, su cosa avesse fatto in quei giorni, o cosa avesse mangiato, ma lui, svuotato continuò nel suo silenzio e non disse nulla. Consolandosi del fatto che non aveva ancora voglia di confessare cosa fosse successo decise di aspettare l’indomani per fargli altre domande. L’importate era che lui era lì con lei in quel momento. Questo le bastava per adesso.
Finita la cena, il vecchio si alzò da tavola, andò nel salone e sistemò la marionetta sopra una mensola, passò dal bagno e successivamente si mise nel letto, la moglie lo raggiunse e si addormentarono insieme mano nella mano. Qualche ora più tardi, un vecchio sarebbe morto senza soffrire, e una marionetta di legno avrebbe fatto il suo primo passo.