SUNDAY SCHOOL LEZIONE 3: RAPPORTI DI COPPIA NEL BDSM

in #ita6 years ago

Ho rinunciato a far uscire questi post in tempo…

Lezione 3: Rapporti di coppia nel modo BDSM

È finalmente arrivato il momento di occuparci delle curiosità che possono riguardare il rapporto tra BDSM e relazioni di coppia! Benvenuti al terzo episodio della Kink Sunday School. Come sempre, per domande o commenti anonimi vi prego di fare riferimento ai link pubblicati alla fine di questo post.

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Come posso scoprire quali etichette e ruoli mi si addicono di più?

Come ho detto la settimana scorsa, ciascuno di noi è certamente libero di esplorare e sperimentare. In effetti, vi incoraggio a farlo e man mano che inizierete a muovervi nell’universo kinky (online o nella vita reale) vi garantisco che alcune cose vi salteranno all’occhio molto più di altre.
Ma se volete sapere da dove iniziare a cercare, vi suggerisco di fare questo famoso Test BDSM. È molto ampio e dettagliato, quindi sicuramente vi darà qualche input interessante. Se non siete in grado di svolgerlo in inglese, so che stanno lavorando alla traduzione in varie lingue, compreso l’italiano.

Come posso trovare il partner perverso dei miei sogni?

Essendo molto, molto fortunato. E proattivo. L’ho già in qualche modo anticipato in un mio precedente post (Parte 1 e Parte 2), ma vale sicuramente la pena ripeterlo.
Come in ogni altro tipo di rapporto, il partner perfetto non cade dal cielo. È necessario sia che capiate cosa state cercando, sia che usciate nel mondo a trovarlo. Ovviamente, poiché la lista di persone con cui potreste voler intraprendere una relazione sentimentale è già assai ridotta in ragione di limiti quali genere, preferenze sessuali, età, disponibilità, collocazione geografica e interessi non sessuali, aggiungere specifiche perversioni o filosofie sessuali all’elenco non aiuta. Ma nemmeno necessariamente vi danneggia. Come ho già avuto modo di evidenziare, ritengo che la compatibilità sessuale sia fondamentale in un rapporto di coppia, perciò acquisire consapevolezza ed esperienza rispetto ai propri gusti e preferenze in tale ambito di fatto aiuta a selezionare i potenziali partner. Ovviamente, esiste anche l’altro lato della medaglia, in cui due persone si conoscono, innamorano e solo successivamente intraprendono assieme un percorso di crescita sessuale.

In ogni caso, un buon posto in cui iniziare a cercare altri “pervertiti” è online. Ho già nominato Fetlife come buon posto da cui cominciare, ma esistono anche altri forum e comunità, oltre a molti gruppi e pagine Facebook che potrebbero risultare interessanti. Potete iniziare da gruppi generici e internazionali (se ve la cavate con l’inglese), ma quando dovesse venirvi il desiderio di trasformare il vostro interesse in incontri reali dovrete necessariamente rivolgervi alla vostra comunità locale. Se siete una donna, preparatevi a ricevere molti tentativi di approccio di dubbio gusto, giustificati dal ragionamento “se sei qui significa che ti piace scopare e se ti piace scopare devi darmi una chance”. Purtroppo, questo non sembra essere un problema comune per gli uomini.

Tra gli eventi pubblici, il primo passo si fa generalmente ad un munch. Si tratta di un evento BDSM organizzato in un luogo pubblico o aperto al pubblico, senza particolare dress code, al quale le persone partecipano per incontrarsi, chiacchierare e bere o smangiucchiare (in inglese, to munch) qualcosa. È un evento di stampo molto casual, senza gioco e senza grandi aspettative, il cui scopo è favorire l’interazione tra le persone, non tra i ruoli, anche se, ovviamente, chi è in cerca di un partner terrà gli occhi aperti in caso si presenti qualche prospettiva interessante. In sostanza, è come andare ad un qualsiasi bar, con la sola differenza che saprete già che gli avventori condivideranno il vostro interesse per il BDSM e dovrebbero quantomeno essere ben disposti a scambiare qualche parola se li avvicinerete educatamente.
A seconda di dove il munch è organizzato e quanto stringente sia la politica di privacy applicata, gli argomenti di conversazione andranno da generiche chiacchiere vanilla (almeno dalle mie parti, tantissimi pervertiti sono anche molto nerd) a discussioni specifiche in materia di gioco e BDSM. C’è anche la possibilità che i partecipanti colgano l’occasione del munch per organizzare eventi futuri, inclusi i play party. Considerato che la maggior parte delle persone non tiene amici e familiari al corrente delle proprie attività BDSM, “non so se riuscirò a partecipare, vi farò sapere” è sempre una valida risposta a richieste relative ad eventi futuri, anche se non si è ancora sicuri di voler effettivamente partecipare a eventi dedicati al gioco.

Un play party è esattamente ciò che il nome suggerisce: un evento in occasione del quale ci si dedica a gioco BDSM.
Nei posti in cui esistono comunità grosse e partecipare, può essere che esistano veri e propri locali BDSM (o almeno questo è quello che i romanzi vorrebbero farci credere). In Italia, i party vengono generalmente organizzati in locali gay o per scambisti, specificamente affittati per la serata, ma anche in ville e castelli storici in occasioni particolari. I locali gay o per scambisti hanno il vantaggio di includere già darkroom e angolini privati, ma si tratta comunque di ambienti che è facile riprodurre anche in altre location. Per un evento BDSM, ovviamente, serve comunque dell’ulteriore infrastruttura, che può andare dalle croci di S. Andrea ai tavoli ginecologici. Ad alcuni eventi c’è anche la possibilità di noleggiare strumenti verberatori di diversa natura.
Il successo di un play party dipende solo in via marginale dagli organizzatori. Come qualsiasi altra festa, sono i partecipanti a decretarne il successo o l’insuccesso. In una data serata potrebbero nascere numerose occasioni di gioco e movimento, oppure potrebbero presentarsi molti single curiosi e indecisi, interessati solo ad osservare gli altri. Onde evitare situazioni di stallo, gli organizzatori in genere si assicurano che almeno qualche praticante esperto e già accoppiato partecipi ad ogni evento, eventualmente anche come performer, in modo da garantire che almeno qualcuno che giochi ci sia sempre. Un dettaglio importante da ricordare è che partecipare ad un play party non obbliga in alcun modo a giocare, così come andare in discoteca non obbliga a ballare, nè tantomeno con chiunque e qualunque canzone. Ma chiedere di giocare (o di ballare) non è sicuramente sbagliato. Tutti dovrebbero sentirsi liberi di interagire e informarsi educatamente rispetto agli interessi di un altro partecipante e la sua eventuale predisposizione al gioco, ma i rifiuti dovrebbero sempre essere dati e accettati con dignità (se non con grazia).
Sia i play party che la location che li ospita hanno sempre un regolamento molto severo in tema di consenso e può capitare che limitino determinate attività in ragione delle possibili conseguenze legali. Queste regole vengono in genere applicate dai dungeon monitor, cui bisogna sempre prestare ascolto quando intervengono con osservazioni o istruzioni specifiche. Considerato tutto quanto già detto rispetto all'opportunità di giocare sempre liberi dall’influenza di alcol e droghe, tali sostanze dovrebbero sempre essere tenute sotto stretto controllo, se non del tutto vietate, ai party. Ciò nonostante, poiché i drink sono l’unica fonte di reddito di un evento di questo tipo (che va a coprire i costi relativi a locali, attrezzature e performer), non stupitevi della presenza di alcol ai play party. Bevete responsabilmente.

Come mi muovo per conoscere qualcuno online?

Questo è un altro tema spinoso e potenzialmente molto articolato e la risposta dipende sostanzialmente dal fatto che già abbiate o meno dimestichezza con gli incontri online. E che siate uomini o donne (ed eterosessuali, immagino: non ho alcun riscontro dal punto di vista omosessuale). Cercherò di essere breve, visto che anche la domanda successiva sarà abbastanza lunga.

Non ci sono molte differenze tra i siti di incontri vanilla e le possibilità di incontro online in ambito BDSM, ma la più evidente l’ho già in qualche modo anticipata. Poiché ci sono centinaia di siti e app di incontri vanilla, c’è la possibilità di scegliere a quale iscriversi a seconda del target di riferimento: sappiamo tutti quali puntano di più all’avventura fugace, mentre altri si mantengono più tradizionalmente dedicati alla ricerca di rapporti a lungo termine. Il BDSM offre molta meno scelta (anzi, nessuna che io sappia, eccetto la sezione Q&A di OKCupid), Quindi le persone alla disperata ricerca di un partner approfitteranno di ogni possibilità di entrare in contatto con altri pervertiti per provarci spudoratamente. Tra l’altro, il BDSM appartiene alla sfera sessuale, pertanto ciascun iscritto ad una qualche piattaforma o gruppo BDSM sarà per forza un amante del sesso disponibile a farlo indiscriminatamente. O almeno così si illudono che sia.
Né Fetlife né gli altri siti o gruppi dedicati al BDSM sono, di per loro, siti di incontri. Si possono certamente usare anche a tale scopo, ma non è la loro funzione primaria e pertanto avere un profilo su questi siti non dà nessuna indicazione rispetto alla predisposizione di ciascuno a nuovi incontri ed avventure erotiche. In effetti, non significa nemmeno amare il sesso più della media delle persone non iscritte a siti di questo tipo, considerato che praticamente a tutti piace il sesso. Sconvolgente, lo so. Pertanto, provarci a tappeto con le persone con eloquenti “ciao come va, ci prendiamo un caffè?” senza che con tali persone si sia mai interagito in alcun modo significativo (e magari senza che il nostro profilo dica nulla di noi) non darà praticamente mai risultati soddisfacenti. Sorprendentemente, usare argomenti del tipo “ma allora cosa ci fai qui se non sei disposta a scoparti chiunque te lo chieda?” e ancora meno efficace. Chissà perché.
La soluzione, in effetti, è molto semplice. Attaccate bottone, cercate di avere conversazioni interessati, trovate punti in comune, siate educati ma onesti rispetto alle vostre aspettative (che siate alla ricerca di amici, incontri dal vivo, scopamici, play partner, relazioni o altro). Sono attività che richiedono tempo, ma posso assicurarvi che comportarvi come se un semplice “ciao” vi dia diritto ad alcunché non vi darà risultati più rapidamente. Questo vale da entrambi i lati, ovviamente: a prescindere dal numero di messaggi che ricevete, se ritenete necessario rispondere (non è obbligatorio), siate educati, decisi e onesti rispetto al vostro interesse, che sussista o meno. Sfortunatamente, l’obesità è l’educazione non sono formule magiche: le persone che contattate potrebbero comunque non essere interessate a ciò che avete da offrire, così come quelle che vi contattano e sembrano interessanti potrebbero successivamente deludervi. Sappiate quando insistere un altro po’ e quando lasciar perdere. Oltre che quando usare le funzioni di blocco o silenziazione.

Una volta stabilito un contatto significativo, la vera domanda diventa se, quando è come incontrarsi faccia a faccia. Questo è un altro punto in relazione al quale l’esperienza varia molto da uomini a donne, più che altro rispetto alla percezione del rischio collegato ad incontrare uno sconosciuto che già dispone di determinate informazioni sul nostro conto.
Ricordo di aver letto, tempo fa, su un forum in cui si discuteva la questione che ad un certo punto era stata posta la stessa domanda ad un uomo e a una donna: ”qual è la cosa peggiore che può succedere ad un incontro con qualcuno conosciuto online?” L’uomo aveva risposto che la donna che doveva incontrare avrebbe potuto fare essere molto brutta. La donna aveva risposto che avrebbe potuto finire stuprata e uccisa. Per quanto concerne la domanda specifica, sicuramente la risposta della donna era più adeguata: essere stuprati e uccisi è sicuramente peggio che bere un drink con una racchia. Ovviamente, è anche una valutazione del rischio abbastanza estrema. Sì, stupro e omicidio esistono ed é capitato che alcune vittime siano state stuprate o uccise nel corso di un appuntamento o da persone conosciute online, quindi la possibilità esiste. Ma non è così frequente o preoccupante come potrebbe sembrare, a giudicare dalle preoccupazioni espresse dalle donne rispetto agli incontri dal vivo di conoscenze online.
I rischi, comunque, esistono, e derivano dal fatto che non si può mai veramente sapere chi ci scrive dall’altra parte dello schermo, a meno che non si sia avuta l’accortezza di parlarci lungamente al telefono o, ancor meglio, in videochiamata. E questo aspetto non solo trascende il genere, ma rappresenta forse un rischio maggiore per gli uomini piuttosto che per le donne. Gli uomini potranno anche mentire su chi siano e quali siano le loro intenzioni, ma è estremamente raro che qualcuno che non sia un uomo si finga tale per rimorchiare una donna, quindi i rischi che corre una donna sono più spesso legati al movente dell’uomo con cui chattano. Dietro ad un profilo femminile, invece, potrebbe esserci di tutto e per i più diversi motivi, perciò gli uomini sono molto più a rischio di incrociare profili fasulli, truffe e immotivate sparizioni. Ciò non sembra turbarli eccessivamente, peraltro, visto che la loro percezione del rischio sembra essere generalmente assai più bassa e sono spesso loro i primi a chiedere un incontro.
La lezione da imparare qui, è che incontrarsi faccia a faccia dopo essersi conosciuti online non dovrebbe essere considerato pericoloso quanto sembra ritenerlo la media delle donne, ma nemmeno sicuro quanto sembrano ritenerlo gli uomini. Ciascuno di noi dovrebbe prendere ogni necessaria precauzione volta ad assicurarci che la persona che andiamo ad incontrare sia chi dice di essere e se ciò non dovesse rivelarsi vero che sia possibile andarsene in sicurezza. Al contempo, la persona meno preoccupata non dovrebbe risentirsi del fatto che la possibile nuova conoscenza si preoccupi della propria sicurezza. Incontrarsi in pubblico (o magari anche ad un evento pubblico, tipo un munch) e richiedere un minimo di informazioni personali sono richieste ragionevoli. Chiedere ad uno sconosciuto di fornire copia di un documento di identità o il proprio codice fiscale non lo è (e, anzi, dovrebbe essere considerato un campanello d’allarme di possibile truffa).

Ho già una relazione. Come trasformo il mio partner nel pervertito dei miei sogni?

N.B. Nel rispondere, userò convenzionalmente il maschile ma, ovviamente, il discorso è esattamente il medesimo per uomini e donne.

Le considerazioni su questo punto sono molteplici, ma riassumendo la risposta è questa: parlatene assieme e capite insieme come muovervi, tenendo conto che diventare il pervertito dei vostri sogni potrebbe non essere qualcosa che il vostro partner ha l’interesse o la possibilità di fare.

Per quanto riguarda l’aspetto più ampio della questione, non ripeterò mai abbastanza i seguenti concetti.

La compatibilità sessuale è fondamentale in un rapporto di coppia.
Né essere vanilla né nutrire interessi in ambito BDSM è intrinsecamente sbagliato.
Il tradimento non è mai una soluzione.

Ciò premesso, l’unica regola da seguire in questa circostanza è una comunicazione aperta e onesta. Parlare di sesso è fottutamente difficile, lo so. Il condizionamento sociale ci ha insegnato che il sesso è una questione privata che non dovrebbe essere oggetto di discussione e qualora lo fosse dovrebbe in ogni caso essere discusso solo in termini molto generali. Sex & the City ha provato a cambiare un po’ le carte in tavola, ma parlare di sesso con le amiche del cuore non risolve comunque i problemi a casa (anche se le amiche potrebbero avere dei buoni consigli da dispensare). In generale, aderisco ad un’interpretazione ampia di consenso e quindi concordo che non sia appropriato coinvolgere terzo soggetti in discussioni riguardanti il sesso in generale o la propria specifica vita sessuale senza il loro consenso, soprattutto se questi temi risultassero per loro imbarazzanti. Ma se c’è una persona nei confronti della quale ogni riserva riguardante i limiti alle discussioni in materia di sesso non ha senso di esistere è la persona con la quale il sesso lo state facendo. Essendo una cosa che fate assieme, parlarne sicuramente non potrà che aiutarvi a farla meglio.
Qualsivoglia percorso verso una nuova sessualità dovrebbe, pertanto, essere discusso col proprio partner, quantomeno quando la parte mossa da nuove curiosità abbia avuto il tempo di capire a grandi linee cosa sembri interessante e cosa no. L’altro partner dovrebbe avere anch’esso il tempo e le risorse per approfondire la questione per conto proprio, in modo da poter poi procedere con una aperta e onesta discussione in merito ai propri desideri e alle proprie curiosità. Avere una mentalità troppo chiusa non è mai il massimo, perciò idealmente il partner coinvolto nella discussione dovrebbe in ogni caso sforzarsi di prendere seriamente in considerazione quanto suggerito dall’altro, prima di rifiutarsi a priori. La mancanza di volontà di anche solo approfondire qualcosa che il partner ritiene potrebbe migliorare la propria vita sessuale è un segnale abbastanza ovvio di disinteresse e/o incompatibilità.

Ciononostante, tre sono le situazioni che possono conseguire all’aprirsi al partner rispetto a nuove fantasie sessuali:

  • accettano di provarci, scoprite che piace ad entrambi e continuate su questa strada;
  • accettano di provarci ma scoprite che a uno di voi non interessa continuare;
  • non hanno alcun interesse a provare.

La prima ipotesi, ovviamente, è la più desiderabile, e vissero tutti perversi e contenti. La seconda e la terza opzione, invece, sono meno che ideali, ma non giustificano comunque il tradimento: il fatto che il vostro attuale partner non sia interessato alle perversioni che vi animano non è un motivo sufficiente per cercare sollazzo altrove.
Insisto tanto su questo punto perché sulla scena troverete molte persone impegnate in relazioni monogame che cercheranno di vendervi la stronzata del “essere costretti” a tenere questa parte della loro vita nascosta dal partner perché “non la capiscono”. Generalmente, questo è un modo alternativo per dire “il mio partner non ha la minima idea del fatto che mi interessi questa roba perché non gliel’ho mai detto o perché nemmeno io la accetto appieno e non vorrei che ne facesse parte anche lui”.
In alternativa, può essere che queste persone abbiano effettivamente trovato il coraggio di parlare al partner delle proprie fantasie, ma si siano trovati davanti un muro insormontabile. In questi casi, sarei anche disposta a concedere delle attenuanti: hanno scoperto tardi il BDSM, hanno provato a parlare col partner, hanno ricevuto un netto rifiuto, la loro relazione include figli minori e/o complessi rapporti finanziari, hanno cercato di rinunciare alle proprie perversioni ma farlo sul lungo periodo si è rivelato impraticabile. Riconosco che sia una situazione molto complicata, perciò riservo il mio giudizio. Non credo giocherei con persone in questa situazione, ma riconosco che non debba essere facile per loro: è un tema sul quale l’opinione personale conta molto.
La maggior parte delle persone, comunque, appartiene al primo gruppo e siete sicuri di voler mettere la propria sicurezza fisica, psicologica o giuridica nelle mani di qualcuno che non è in vado di essere onesto col proprio partner di vita? Cosa dice questo della loro capacità di essere onesti con voi?

Se togliamo il tradimento come opzione, cosa ci rimane? O una negoziazione in merito alla possibilità di aprire la relazione, in modo da consentire al partner più perverso di cercare altri compagni di gioco (con o senza risvolti sentimentali e con o senza sesso, nessuna delle due cose risulta di suo fondamentale per giocare), oppure lasciarsi.
Sono una grande fan di Dan Savage e la sua rubrica Savage Love, che in italiano viene ripresa da Internazionale, e una delle cose che nel tempo ho imparato da lui è che ogni relazione sconta un prezzo d’ingresso. Pensare che ci sia qualcuno, là fuori, che rispecchia al 100% il nostro ideale è utopistico. Se siamo fortunati potremmo trovare un 80 o un 90%, ma buona parte gira intorno al 75%. E quel 10, 20 o 25% che rimane è il nostro prezzo d'ingresso: tutto ciò che non ci piace del partner ma che sopportiamo perché tutto il resto ne fa valere la pena. Una sessualità sbilanciata rientra in questa categoria. Per il partner vanilla il prezzo d'ammissione sarà il fatto che il proprio amato cerchi sollazzo altrove, mentre per il partner pervertito sarà la possibilità di rinunciare a vivere le proprie fantasie. Entrambi dovranno decidere se si tratti di un prezzo che sono disposti a pagare, pur di restare assieme e nessuno dei due sarà necessariamente nel torto se non dovesse ritenerlo accettabile: se tu non riesci a rinunciare alle tue fantasie ma io non riesco a concepire che tu le viva con qualcun altro stiamo entrambi dando priorità a qualcos’altro rispetto alla relazione. E chi dovesse scegliere una via di mezzo, dandosi da fare alle spalle del partner (=tradendo) non avrebbe diritto di giocarsi la carta del “l’ho fatto di nascosto per proteggere il nostro rapporto”.

C’è un’ulteriore possibilità. La coppia inizia ad esplorare e sperimentare, entrambi scoprono di apprezzare le novità, ma si accorgono anche di essere attratti da attività o ruoli incompatibili. Magari a lui piacciono i watersports e a lei il medical play. O, peggio, entrambi sono attratti dal lato Dominante o sottomesso del rapporto, senza che nessuno sia disposto ad assumere il ruolo contrario (o, perlomeno, ad assumerlo in pianta stabile).
Il risultato non cambia. O ci si accorda per giocare con altri, oppure no. La situazione potrebbe sembrare più equa, visto che entrambi potrebbero apprezzare la possibilità di vivere le proprie fantasie, ma voler giocare non necessariamente implica riuscire a superare la gelosia nei confronti del partner, il che potrebbe portare ad una situazione di stallo e alle considerazioni già svolte sul prezzo d’ammissione.

Questo è tutto, per oggi. Grazie per essere arrivati fino a qui.

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When I'm good, I'm really good. But when I'm bad, I'm better.
Mae West

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Lo sai che ti voto il lavorone. Che sfiga che hai!

Eh vabbè. Tanto mica era detto che la spuntassi 😜

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