SpaghettiPhoto - The praying mantis (Mantis religiosa) [ENG/ITA]

Quando si vive in città, giorno per giorno si instaura una routine che costringe la tua mente ad aspettarsi, quando esce di casa, determinate cose e non altre con lo scopo di velocizzare. Tutto gira attorno a fare le cose il più velocemente possibile, per ottimizzare il tempo che si impiega per arrivare in università o a lavoro. Per questo motivo, quando si stacca la spina e si decide di andare a vivere in campagna, almeno nel primo periodo, si è ancora talmente ubriachi della città che l’unica forma di vita animale che ci si aspetta sono zanzare grosse come elefanti, memoria di lunghe serate passate a zonzo per il centro di Milano… Ma la campagna non è il centro di Milano e ogni passo che si muove, anche solo nel giardino, è un passo in una natura piena di vita e, dopo un po’ di tempo, ci si fa l’abitudine ad aprire gli occhi aspettandosi sempre qualcosa, anche solo un ragnetto che, quando sposti un mobile in casa, si allontana in modo fugace. L’altra mattina, però, devo essermi svegliata più assonnata del solito quando mi sono avventurata nell’aiuola per cimare i cespugli delle rose dai boccioli ormai appassiti. Una volta finito il lavoro, passando tra due piante, ho sentito un insolito fruscio come se qualcosa mi stesse soffiando. Inizialmente, sovrappensiero, credevo fosse una lucertola nell’erba secca ma proveniva da un punto troppo alto, esattamente di fianco alla mia testa, così ci ho ripensato un attimo, mi sono voltata e ho scoperto che ciò che sembrava una foglia secca, in realtà era una mantide e devo dire che non era per niente felice di vedermi.

In particolare, si tratta di una comunissima mantide religiosa, la specie più comune appartenente all’ordine Mantodea. Le mantidi religiose sono ampiamente diffuse in tutta Europa, in Africa e in Nord America dove le temperature lo consentono. A seconda dell’ambiente in cui vivono possono sviluppare spiccate capacità criptiche, e posso confermarlo perché quando mi sono voltata, dopo aver sentito il sibilo e dopo uno sguardo veloce, ero convinta che si trattasse di una foglia secca.

Nonostante non sia in alcun modo pericolosa nei confronti dell’uomo (anzi è molto utile, infatti è un predatore molto efficace nei confronti di piccoli insetti e questo favorisce la stabilità degli ecosistemi) viene spesso percepita come qualcosa dalla quale stare bene alla larga, sarà per le dimensioni che rendono ben visibili tutte le parti del corpo pungenti o forse per le bizzarre leggende che porta con sé per via del suo nome (Mantis significa profeta, e fin dall’antica Grecia le Mantidi portavano sventure ed erano un cattivo presagio). Un altro motivo potrebbe risiedere nelle sue bizzarre abitudini durante l’accoppiamento. È infatti noto come la femmina, una volta terminata la copula, sia solita cannibalizzare il maschio per avere energie a sufficienza nel portare a termine il processo riproduttivo. Una domanda interessante che potrebbe sorgere è: se il destino del maschio è già scritto, evolutivamente cosa lo spinge ad accoppiarsi pur sapendo che poi verrà brutalmente ucciso? La risposta è molto più semplice di quanto si possa pensare, in realtà solo i maschi che accettano di “sacrificarsi” avranno la possibilità di tramandare i propri geni alle generazioni future che a loro volta faranno lo stesso, diversamente morirebbero senza aver tramandato alcunché del proprio patrimonio genetico. Di conseguenza, a livello evolutivo, non è priva di senso la scelta che operano i maschi delle mantidi.

Un altro comportamento interessante emerge dal primo istante in cui ci si avvicina un po’ troppo a questi animali, non hanno un atteggiamento amichevole ma d’altronde chi lo sarebbe nel percepire un essere gigante che rimane fermo puntando addosso l’obiettivo di una macchina fotografica? Quando le mantidi si sentono minacciate, infatti, esibiscono un comportamento definito “terrifico” ovvero volto a spaventare e allontanare ciò che percepiscono come un pericolo. Solitamente consiste nell’assumere una posizione che fa sembrare l’individuo molto più grosso di quello che in realtà è (spalanca le ali, allarga le zampe etc...) mostrando, in alcuni casi, degli elementi che normalmente resterebbero nascosti. In questo caso sono evidenti delle macchie al centro del petto che fungono da “finti occhi” che dovrebbero scoraggiare un potenziale predatore.