SpaghettiPhoto - Crocuta crocuta [ENG/ITA]

La iena maculata (Crocuta crocuta, Erxleben, 1777) è un grosso mammifero carnivoro originario dell’Africa Subsahariana. Le femmine raggiungono mediamente il peso di 55 chilogrammi mentre i maschi, più piccoli, solo 45; in zona particolarmente aperte sono stati osservati esemplari in grado di raggiungere i 70 chilogrammi. La lunghezza media del corpo è di poco inferiore al metro e mezzo e l’altezza alla spalla si aggira attorno ai 75 centimetri. La pelliccia può assumere diverse sfumature che vanno dal color sabbia al rosso mattone, ma tutte si caratterizzano per la presenza di evidenti macchie scure. A differenza di altre iene, la iena maculata è ben identificabile per orecchie rotonde e il collo particolarmente massiccio che le conferiscono una certa somiglianza con gli orsi.
Si tratta di un animale estesamente studiate dal punto di vista etologico e genetico. Questo ha contribuito, nel corso degli anni, a creare diversi dibattiti circa la sua classificazione filogenetica. Le analisi eseguite sui reperti fossili, infatti, hanno confermato che gli antenati della iena maculata, durante il Pleistocene, avevano colonizzata buona parte del continente euroasiatico, regredendo verso i paesi di origine solo in un secondo momento. Questa espansione con successivo ridimensionamento dell’areale ha indotto molti ricercatori a suggerire la presenza, al giorno d’oggi, di sottospecie differenti, in particolare C. c. crocuta per le popolazioni occidentali, C. c. capensis per quelle meridionali e C. c. habessynica per quelle orientali; in realtà, sia dal punto di vista morfologico che da quello etologico, ma soprattutto da quello riproduttivo, non esistono differenze tra queste tre sottospecie, e la divisione viene considerata da molti artificiosa e di nessuna utilità.

Non ci volle molto per convincermi che le iene sono seconde solo agli scimpanzé quanto a fascino, perché sono dei pagliacci nati, assolutamente individualiste e vivono in una società ben ordinata ed estremamente complessa. Jane Goodall.

A dispetto della scarsa simpatica che generalmente le iene suscitano in chi le osserva, dal punto di vista etologico esse risultano essere animali estremamente interessanti. L’organizzazione sociale e la più complessa tra i carnivori, e risulta in generale tra le più ordinate del mondo animale. La società è matriarcale, e le femmine ricoprono tutti i ruoli più importanti del branco, che prende il nome di clan; persino le femmine che ricoprono i ruoli gerarchici più bassi vengono considerate più “importanti” dei maschi con i ruoli più alti. I clan rivestono un importante ruolo di aggregazione e di difesa del territorio, mentre le attività quotidiane come la caccia vengono normalmente svolte in gruppi più piccoli, spesso familiari. Sotto questo aspetto, l’organizzazione delle iene sembra molto simile alle prime organizzazioni sociali dell’uomo stesso, in cui l’unione in grandi tribù non pregiudicava comunque la formazione di gruppi più contenuti. Le dinamiche che regolano le gerarchie non prevedono in alcun modo la presenza di atti violenti, ma le dominanze vengono stabilite attraverso l’intreccio di relazioni sociali e alleanze, che sfociano nella scelta di un “capo” da seguire.
Come la maggior parte dei felini, dal punto di vista sessuale le iene sono estremamente promiscue e non esistono coppie fisse. Gli accoppiamenti avvengono durante tutto l’anno e le gravidanze durano circa quattro mesi. Al termine della gestazione nascono cuccioli già ben formati, che mettono in atto fin da subito comportamenti tipici degli adulti; il gioco stesso dei cuccioli è in grado di stabilire le prime gerarchie. I cuccioli vengono allevati in un rifugio comune che può arrivare a contenere decina di cuccioli; mentre l’educazione viene impartita in modo comune, ciascuna femmina tende però ad allattare solo i proprio piccoli, allontanando gli altri.
Diversamente da quanto si pensa, le iene non si cibano unicamente di carcasse sottratte ad altri predatori (che comunque non disdegnano durante le ore diurno), ma sono anche predatori notturni estremamente efficienti. Sono in grado di inseguire per chilometri le proprie prede, raggiungendole poi per sfinimento.

Dal punto di vista alimentare, il più diretto concorrente delle iene è sicuramente il leone; i comportamenti messi in atto di volta in volta sono però tutt’altro che scontati e prevedibili, e variano notevolmente in base a diversi fattori. In situazioni di abbondanza di cibo, iene e leoni sono stati più volte osservati insieme durante i pasti, talvolta condividendo le stesse prede. In scenari più complicati, i leoni tendono a mettere in atto comportamenti aggressivi nei confronti delle iene, allontanandole dalle carcasse fino al completamento del proprio pasto; allo stesso modo, però, clan molto numerosi di iene sono in grado di allontanare leoni, soprattutto in assenza di maschi adulti. Il leone resta comunque una delle principali cause di mortalità per le iene, che rispondono a questa pressione cercando di tenere i leoni fuori dai propri territori.
Non sono infrequenti scontri per il cibo anche con altri animali come il ghepardo, che solitamente preferisce allontanarsi, e il leopardo, che invece mostra atteggiamenti aggressivi.

Curiosità

Le femmine sono dotate di uno pseudo-pene estremamente pronunciato, che rende estremamente difficile la discriminazione tra maschi e femmine ad un occhio inesperto. Lo pseudo-pene è formato da una clitoride sovrasviluppata, che arriva ad assomigliare in modo impressionante ad un vero e proprio pene. Esso svolge diverse funzioni, tra cui quella riproduttiva ed escretrice, mentre la vagina è fusa e non aperta verso l’esterno. Non è chiaro quale spinta evolutiva abbia portato alla formazione di una struttura simile, ma si pensa che essa sia dovuta proprio all’organizzazione sociale delle iene. Trattandosi di una società matriarcale, i cuccioli di sesso femminile rappresentano un potenziale pericolo per la femmina dominante, che tende ad ucciderle. La presenza di uno pseudo-pene così pronunciato può essere considerata una forma di mimetismo, che rende difficilmente identificabile da lontano un maschio da una femmina, limitando i comportamenti aggressivi della dominante.