Pirati o quasi
Con questo post partecipo a theneverendingcontest n° 3 S3-P1-I1 - Contest di @spi-storychain
Fonte Pixabay
Che caldo!
Che umidità!
Quanti insetti!
Quanta frutta!
Che gentaglia!
Che palle di esistenza!
Essere imbarcato su una nave pirata non aveva tutto quel fascino che aveva immaginato.
Vero è che risultava leggermente meglio rispetto a penzolare da una forca per aver esercitato l’arte venatoria in terreni che si ostinavano a non essere di sua proprietà. Ma prolungare a tutti i costi una vita agonica aveva senso? La mente di Jonny il Nonsisacosa era già affollata di domande che si sarebbero poste i suoi discendenti secoli dopo.
E comunque l’Inghilterra gli mancava. Ah! Se gli mancava.
Rimpiangeva il suo tugurio londinese, la nebbia, la fabbrica, la moglie, i troppi figli… e soprattutto quel triste giorno in cui era tornato al paese d’origine e aveva deciso di mangiare un fagiano. Maledetto uccello!
Qua invece tutti avevano i pappagalli che, a suo parere, oltre a essere logorroici erano pure disgustosi; anche se, in mancanza d’altro, un paio ne aveva assaggiati. Bleah! Si sentiva ancora le piume colorate in bocca.
No, le cose non andavano per il verso giusto: durante gli abbordaggi gli faceva impressione il sangue, lo infastidiva la calca, lo frastornavano i rumori. Del bottino aveva visto poco o niente, ogni volta trovavano una scusa per non dargli un tubo.
I bordelli erano postacci sporchi e, diciamocelo, eccessivamente cari. Dormire nell’amaca poi… un incubo per la schiena.
Ah che infelicità! Non poteva neanche lamentarsi con la famiglia perché non sapeva scrivere. La lontananza d’altro canto lo metteva al sicuro dal dover mandare soldi per il sostentamento… mica era un comune emigrante lui.. no, era un fuggitivo, un ex galeotto, un pirata! E che cavolo!
E comunque… l’isola della Tortuga era al suo massimo splendore ma decisamente sovraffollata: straboccava di psicopatici armati, sadici e avvinazzati. Nonostante questo l’idea di mettere piede su una barca gli dava le vertigini; da bravo ex contadino prestato alla schiavitù delle nascenti industrie occidentali, tutto quel rollio non lo reggeva. Cominciava a sentire la nausea appena arrivava sul molo e intravedeva il bosco di pennoni ondeggianti.
Poi, che puzza le navi! Fra pesce marcio, salsedine, gente mai lavata… che strazio!
L’unica volta che aveva provato a condividere i suoi pensieri con un fratello della costa si era beccato della femminuccia e tre ore di sesso passivo non richiesto. Fortuna che Philip, così si chiamava il depositario delle sue confidenze, era stato affettato durante una rissa prima di poter rendere note le sue debolezze che lo avrebbero trasformato nella servetta della ciurma. Per onore di verità e per non dar credito all’idea malsana che il fato sia corretto e che i torti si ritorcano magicamente contro chi li compie, dobbiamo ricordare che il nostro Jonny aveva diffuso ad arte la voce che Philip si fosse intascato un orologio d’oro. Ma tant’è, ormai era acqua passata e il pederasta aveva avuto il fatto suo.
Già, ma che solitudine. Stava pensando di prendersi una schiava da usare come concubina, il prezzo d’acquisto non era alto. La fregatura stava nel mantenimento. Fra abitazione, figli e cibo si sarebbe presto ritrovato nella stessa situazione dell’Inghilterra: lavoro, lavoro, lavoro, rara scopata -> figlio (a volte anche doppi), frigni, richieste, botte, lavoro, lavoro, lavoro, fagiano, galera.
Schema da evitare come la peste! A proposito di malattie, alle latitudini equatoriali bisognava stare attenti a tutto. Quello che Jonny non sapeva si chiamasse sistema immunitario era assolutamente impreparato ai virus autoctoni e esponeva il novello bucaniere a un continuo rischio di contagio. Essere malati con quel caldo era terrificante anche peggio che farsi schiacciare un arto nelle presse come era successo a un paio di suoi figli, morti di setticemia in seguito agli incidenti.
Ah - sob - sospiro… che nostalgia per i bei tempi andati.
Il comandate del brigantino, poi, che tipo! Definirlo richiestivo era fargli un complimento: arrampicati qua, pulisci là, corri lì, succhia qui… no quello a lui non lo aveva chiesto, aveva apposta una paio di persone che lo seguivano ovunque, ma comunque assistere alle fornicazioni altrui era una tortura, gli accendeva voglie che sperava fossero ormai sopite.
Ci aveva pensato spesso a fare il magnaccia: mercato ce n’era in abbondanza (va da sé in un’isola di soli uomini) ma la concorrenza era spietata. Violenta. Crudele.
L’ultimo che aveva provato a imporsi come prosseneta aveva mutilato le ragazze del concorrente. Che idiota! Si era alienato in una solo colpo le simpatie di tutti gli abitanti. Davanti a tanta stupidità, infatti, i clienti rimasti a bocca asciutta - all’unanimità, va detto - avevano optato per punirlo con linciaggio e smembramento sulla pubblica piazza. Il settore si preannunciava decisamente aggressivo per i suoi gusti.
Finché una mattina, seduto in coffa a fissare il deserto del mare, in attesa di avvistare una preda che non compariva, Jonny ebbe un’illuminazione.
Curiosi? Provate a indovinare. No, acqua, non avrebbe fatto il custode di bottini, troppo pericoloso. No, non il cuoco - scherzate, con quel caldo?! Nah neanche sarto, non sapeva cucire.
Ve lo dico? Esecutore testamentario.
Il ragionamento che l’aveva condotto a questa soluzione era semplice: a tutti piace l’idea di interferire - anche da morti - con i vivi, creare dissapori, produrre liti che durano per anni, rovinare amicizie… del resto si sa: che siano stracci o diamanti la gente si accapiglia sempre sulle eredità.
E quindi lui, che non sapeva scrivere, registrava pedissequamente le volontà di chi stava per imbarcarsi in cambio di un modesto compenso. In caso di morte, si preoccupava di millantare l’esistenza di tesori sepolti e distribuire ai presunti eredi mappe che disegnava notte tempo. Spingeva la gente a dubitare della propria ombra, a rischiare tutto in nome della speranza di un’esistenza migliore per poi godersi con soddisfazione, installato nella sua casupola, i racconti di tutte le avventure che ne scaturivano.
Fantastico... Un giorno scriveremo qualcosa insieme, lo desidero!!
Volentieri!!
Ennesima prova della tua abilità autoriale.
Complimenti.
Troppo gentile come sempre.