Da Gilgamesh ad Adamo ed Eva: la creazione dell'uomo tra storia e miti

Sono parecchio affascinata dalla storia dell'uomo, dagli elementi comuni tra le varie culture. Non sono religiosa, tutt'altro, ma il fatto che in tutte le religioni, per esempio, sia raccontata, pure in modi diversi, la storia dell'arca di Noè, fa pensare che, per quanto sia fantascientifico un evento come il diluvio universale, ci possa essere qualcosa di vero: tanti testimoni sono abbastanza simili ad una prova!
Nello stesso modo, non è necessario essere religiosi per conoscere quanto meno la storia base di Adamo ed Eva, che è comune almeno a due grandi religioni monoteiste, quella ebraica e quella da essa derivata, la cristiana.

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Il racconto che tutti conosciamo in estrema sintesi funziona così: Dio inizia a creare tutto ciò che c'è nell'universo, fino ad arrivare ad Adamo. Come primo uomo, soffre di solitudine, così Dio gli procura una partner, Eva, generandola da una delle sue costole. E così vissero insieme felici e contenti... No, non proprio: tutto va bene finché arriva un serpente parlante che consiglia ad Eva di mangiare una mela, anche se Dio ha detto esplicitamente di non farlo. Cosa che ovviamente fa e, la porta pure ad Adamo. Da quel momento, si rendono conto di essere nudi, provano vergogna e coprono le loro nudità. Così Dio capisce immediatamente cosa hanno fatto ed iniziano i guai. Vengono cacciati dall'Eden, inizia per loro una vita normale, e ancora oggi tutti soffriamo per la punizione del loro sacrilegio.

Ma è tutta qui la storia di Adamo ed Eva? No, e in realtà non è nemmeno completamente fedele a quella raccontata dalla Bibbia originale.
Come molte storie contenute nella Bibbia, la Genesi contiene elementi presi in prestito da altre culture e religioni . Quando si tratta della storia di Adamo ed Eva, alcuni pezzi chiave sono tratti da due poemi babilonesi che hanno come tema la creazione: Gilgamesh (che molti avranno sentito almeno nominare) e l'Enuma Elish.

Il popolo degli ebrei era in esilio a Babilonia, e qui appresero il mito della creazione di Enuma Elish che coinvolgeva un unico dio onnipotente. Ma soprattutto le storie di Gilgamesh presentano interessanti punti in comune con i racconti della Genesi. L’eroe Gilgamesh trova una pianta che garantisce l’immortalità, ma la perde a causa degli inganni di un serpente (non è un déjà vu?). Gli dei donano all’eroe un compagno, per non farlo sentire solo. Una prostitua sarà responsabile della caduta in disgrazia degli uomini. Dopo la caduta di Gilgamesh, il compagno si rende conto di essere nudo e secondo il testo è diventato "come un Dio": esattamente come Adamo ed Eva dopo aver mangiato il frutto proibito nella Genesi.

Foto di Abdalla Dabdoub
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In pratica, la costituzione degli ebrei come popolo, al termine del loro esilio, li ha portati a scrivere la loro cosmogonia nella Genesi, ispirata a quella di un altro popolo ma con le debite differenze, per rendere visibile e concreta la loro unione e unicità.
Del resto anche le tavole della Legge consegnate a Mosè contengono comandamenti molto, molto simili a quelli del codice di Hammurabi.
Bisogna sempre ricordare che la Bibbia che leggiamo è una traduzione. Questo diventa sostanziale per comprendere alcuni passaggi, come ad esempio che Eva è stata creata da una costola (tzela) di Adamo. L'archeologia biblica dice che "tsela" appare 40 volte nella Bibbia, e l'unica volta che viene tradotto come "costola" è quando viene creata Eva. Solitamente si riferisce alla parte di qualcosa, al lato, alla metà...

Uno studioso della Bibbia, Ziony Zevit, avanzò l'idea (non ben accolta da tutti, ovviamente) che Eva sia in realtà ricavata dal baculum di Adamo. Il baculum è l'osso del pene, estremamente comune nei mammiferi (anche altri primati ne hanno uno), che manca ai maschi umani, quindi secondo Zevit è possibile che la storia di Adamo ed Eva sia costruita per dare una soluzione a questo enigma: se Dio avesse preso un osso da Adamo, i suoi discendenti presumibilmente non avrebbero avuto quell'osso, infatti gli uomini hanno un numero pari di costole ma non hanno il baculum.

Qual è il frutto mangiato da Adamo ed Eva che ha provocato l’ira di Dio? Chiunque risponderebbe che era una mela. Ma se in realtà la Bibbia, non dice nulla su quale specifico tipo di frutto fosse. Nelle traduzioni in realtà, è solo "il frutto" su un "albero". Anche se nella lingua originale, la parola ebraica è "peri", che è altrettanto vaga. Peri potrebbe significare qualsiasi frutto e gli studiosi ebraici l'hanno interpretato come un fico, un melograno, dell’uva, un cedro o persino del grano. Altri ancora lo interpretano come una bevanda inebriante, come il vino.

Allora, perché tutti sono convinti che sia una mela? A causa di un gioco di parole. Nel IV secolo, papa Damaso I decise che la Bibbia doveva essere tradotta in latino (la cosiddetta Vulgata). Fu Sofronio Eusebio Girolamo, meglio noto come San Girolamo, a tradurla, e quando arrivò alla menzione dell'"Albero della conoscenza del bene e del male", volle fare un gioco di parole. In latino "malum" significa sia male che mela. Quindi il frutto dell'albero che ha permesso ad Adamo ed Eva di conoscere il male era una mela!

Fonti:
http://www.claudiopenna.it/prime/mesopotami.html
http://www.claudiopenna.it/terze/decalogo.html
https://www.biblicalarchaeology.org/free-ebooks/exploring-genesis-the-bibles-ancient-traditions-in-context/
https://www.baslibrary.org/biblical-archaeology-review/41/5/2
https://it.wikipedia.org/wiki/Osso_penico
http://www.tecalibri.info/C/CAPUANO-RG_errori.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Albero_della_conoscenza_del_Bene_e_del_Male
https://it.cathopedia.org/wiki/Vulgata