Ninjutsu parte 2.

in #ita7 years ago (edited)

Salve a tutti,

Come anticipato precedentemente inizierò a parlare della Bujinkan “la casa del guerriero divino”

A parte il materiale che la descrive già nel web c’è da aggiungere che oltre ad essere un organizzazione fondata dal nostro Soke (caposcuola,leader) il Gran Maestro Masaaki Hatsumi, che nasce allo scopo di riunire sotto un unico nome i praticanti di Ninpo Budo Taijutsu; è una grande famiglia, dove praticanti da ogni parte del mondo sono riuniti in Giappone allo scopo di studiare con gli Shihan (Maestro) giapponesi e alle lezioni del Soke.

Alla interno del Dojo a Noda in Giappone nella prefettura di Kiba, il secondo, quello precedente fu demolito per modifiche urbane, si trova una lavagna dove vengono scritti gli orari delle lezioni e gli Shihan che le tengono.

FOTO HONBU DOJO OLD NEW.png

Le lezioni sono tenute per classi dove gli iscritti pagano una quota questo è parte della tradizione giapponese, non ci sono iscrizioni annue, mensili etc.. ma si paga la lezione singola in tale modo il praticante può variare gli orari e gli Shihan ogni giorno.
Normalmente le lezioni giornaliere sono tre della durata di due ore ciascuna.
Per i contenuti che hanno possiamo paragonarle ad un seminario per ogni lezione, il livello di insegnamento è molto alto.

LAVAGNA BUJINKAN copy.png

A volte ci si trova ad essere una decina di praticanti, altre volte al Dojo se ne riuniscono centinaia, come avviene alle lezione del Soke.

All’interno si pratica di tutto dal combattimento a mani nude fino all’uso di armi in asta, non importa quante persone ci siano o quanto stretti ci si stia il Soke vuole che i praticanti se la sappiano cavare in ogni situazione e spazio.

Durante le lezioni del Soke Hatsumi, solitamente verso il suo termine fa stendere un telo nero sul pavimento, con i suoi colori e pennelli e fa andare ogniuno che voglia un dipinto che disegna seduta stante, solitamente lo studente porta con se una tavoletta, o un papiro, un foglio di carta o una pietra e Sensei Hatsumi da via alla sua ispirazione artistica;
normalmente chiede quale sia la richiesta dell'allievo ad esempio il Kanji (ideogramma) di una cosa o di un concetto, un nome , una scritta a volte veri e propri dipinti a colori.

KANJI KUMO.png

i dipinti di Sensei sono molto belli ed anche lo Shodo (calligrafia) con cui scrive ed interpreta, considerate che le sue opere sono state esposte nelle gallerie artistiche anche a New York.

Nella mia esperienza personale grazie al mio Maestro, che mi ha preceduto di svariati anni con molti viaggi in Giappone, ho visitato anche molti templi Buddisti e Shintoisti che dedicavano a vari tipi di panteon la loro struttura.

Questa è una parte che può sembrare superflua ma è interconnessa alla pratica nel Dojo.
Ad ogni inizio lezione ed al suo termine viene eseguito un breve rituale, questo è ciò che viene tramandato da più di mille anni all’interno delle Ryu-ha (scuole) essendo questa una disciplina nata sui campi di battaglia non ha una formalità rigida come nei Dojo di Budo classico, ma è similarmente più a una preghiera di una fortunata pratica.
Viene eseguita riunendo si in gruppo partendo dallo Shihan rivolto verso il Kamidana (il tempio degli dei) posto su una facciata del muro solitamente sopra una zona chiamata kamiza (il posto d’onore)dove il Soke conserva alcuni dei doni ricevuti negli anni, possiamo trovarci dalla statua benedetta di un Buddha proveniente dall’India, come l’onoreficenza data dal Papa, come una delle armature coperte originali della famiglia Takeda!

PANTEON GIAPPONESE ANTICO.png

Lo Shihan seduto in ginocchio con le mani congiunte recita una preghiera o una richiesta ai Kamidana (spiriti dei divini)e la classe rimane in silenzio nella medesima posizione, poi recita delle parole in sanscrito “Shikin Haramitsu Daikomyo” che si può tradurre in una speranza per avvicinarsi all’illuminazione. Poi batte le mani due volte insieme a tutti e di nuovo un’altra volta, questo sarebbe un modo per svegliare gli spiriti a presenziare e vegliare il Dojo, dopo questo si procede ad un saluto formale tra lo Shihan e la classe.
Vi assicuro che è più complesso spiegarlo che eseguirlo!

La tradizione del Ninja è intrinseca nei secoli delle pratiche esoteriche nelle varie epoche, a grandi linee si può definire che i Ninja fossero Buddisti Shintoisti Shingon, ma qui mi fermo perché sono temi difficili anche per i giapponesi.

Come scritto nei post precedenti la mia intenzione è condividere la mia esperienza e conoscenza personale non una semplice se pur lunga, ricerca su internet.

Per approfondimenti più specifici o curiosità su alcuni elementi di cui ho parlato, nel web trovate molte spiegazioni magari scritte anche meglio delle mie. 😊

Al prossimo post!

Le arti del Ninja

linea di separazione blog bujin.png

le foto sono di mia proprietà

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Molto interessante. I tuoi viaggi in Giappone sono davvero stati utili per il miglioramento della tua tecnica? Esiste un limite a quanto si possa imparare in Europa?

Ciao, in Giappone bevi direttamente alla fonte, lo consiglierei a chiunque almeno una volta nella vita, per me è stata un salto di qualità, complice anche il fatto che sei sotto per 9-10 giorni 6 ore al giorno solo a fare quello ai massimi livelli. Immagino che con un ottimo Shihan si possa progredire ugualmemte ma c'è una parte di feeling che mancherà sempre ☺

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