I facili costumi, i nostri costumi!

in #ita7 years ago

Diverse settimane fa, ha fatto particolarmente scalpore un’intervista del medico psichiatra e psicoterapeuta, Raffaele Morelli, il quale, cito testualmente, ha asserito in un’intervista “in ogni donna c’è una prostituta”, volendo dare a questa affermazione il senso che ogni donna ha insito in sé il potere seduttivo atto ad avere dei vantaggi: non si parla di termini sessuali, bensì di predisposizione oratoria e/o charme, capace di portare ai propri scopi le intenzioni dell’interlocutore.
Non è una novità, seppur dirlo in queste parole riconosco possa essere fraintendibile, ma la storia insegna quanto le donne rispetto agli uomini abbiano imparato ad essere “strateghe” piuttosto che “aggressive”, e di certo non è un male.
Volendo lasciare il campo minato della psicologia e dello sviluppo della società, mi chiedo: quanto hanno influito gli usi ed i costumi della prostituzione all’interno del nostro modus vivendi?
Le risposte, a ricerche fatte, appaiono molteplici e più intricate di quanto sembra, e non basteranno poche righe per approfondirli tutti, ma intanto, proviamo ad osservare i vari mattoni prima di toccare i pilastri.
La prima influenza vera e profonda l’abbiamo sull’educazione sessuale e lo sviluppo del rapporto tra uomo e donna; come abbiano segnato le varie religioni nel corso dei secoli; a seguire vi è l’educazione sociale sull’argomento e come, nella storia, figure che per noi oggi sembrano tabù, siano risultate estremamente importanti e di spicco; le prostitute hanno influenzato i costumi e gli usi di prodotti di bellezza e capi d’abbigliamento; donne lascive hanno ispirato romanzi che oggi possiamo affermare essere capostipiti della letteratura, hanno ispirato arte e musica.
La veste della musa non era prerogativa di tutte, all’ora come oggi, non tutte le donzelle di strada potevano sfoggiare merletti, ori e profumi, inoltre era imposto verso di loro un rigoroso “marchio di riconoscimento”.
E’ dall’uso di questi “marchi” che vorrei partire, per poi, nel corso dei prossimi giorni, addentrarmi nei vari aspetti di questa storia.
Dalle mie ricerche ho notato che segni particolari (molto particolari), che hanno caratterizzato la moda meretricia, siano arrivati fino a noi come elementi di moda comune.
Il primo incriminato della storia è…. Il collarino!
model-2349002_960_720.jpg (Fonte: Pixabay)
Ebbene si donne e ragazze, il graziosissimo girocollo che piace un po' a tutte e che negli anni ’90 andava di gran moda, era prerogativa delle prostitute di metà ‘800, come testimonia il famoso dipinto “Olympia” di Manet.
L’origine di questo accessorio in voga soprattutto tra le adolescenti, è più macabra che seducente: nel XVIII sec. I parenti e figli di uomini e donne che subivano la decapitazione, talvolta erano artefici di feste chiamate “balli delle vittime”, durante i quali gli astanti indossavano un laccetto stretto al collo per rinnovare e ricordare la causa di morte dei loro cari.
Alla fine dell’ ‘800 le cortigiane d’alta classe introdussero questo bijoux all’interno della società nobiliare, la quale ben presto ne fece vezzo e quindi una moda.
Al secondo posto della classifica “me lo metto grazie alle prostitute” troviamooo.. le mutande.
Questa volta non per colpa loro però, devo ammetterlo, anzi, da donna mi viene da ringraziarle milioni di volte!
La storia dietro la mutanda vista come stendardo della prostituzione è un puro caso in realtà.
Il termine mutanda nasce nel ‘500, periodo in cui Caterina de’ Medici, moglie di Enrico II di Francia, scatena la moda di un’insolita cavalcatura, la quale però mostrava più le doti della donna che la maestosità del cavallo.
Si fece confezionare così un indumento attillato di cotone e fustagno che chiamarono “Briglie da culo” (Bonjour finesse), più adatto alle sue stravaganti passeggiate a cavallo ; l’indumento divenne famoso tra le nobildonne di Francia e in tutta Europa poi, ma ben presto la creatività umana prese il sopravvento, e forme più pregiate e lussuose presero il posto del solo fustagno (oro e argento), purtroppo facendo “suonare” le mutande, come strumento di lussuria e quindi prerogativa delle donnine allegre.
Tral’altro, mentre nei salotti bene si discuteva sull’appropriatezza delle mutande, nel ‘500 spicca una figura veneziana non indifferente alla questione e legata molto alla figura di Caterina de’ Medici: Donna Veronica Franco, una delle cortigiane più famose della storia per la sua fine ed intelligente produzione letteraria e per l’ardita sfida ad un suo oppositore. Divenne celebre per l’incontro segreto con il figlio di Caterina, Enrico di Valois, ma su questo approfondirò nei prossimi giorni.

Ultimo, ma non ultimo, “aggeggio” che vestiamo quasi quotidianamente, va di nuovo a toccare il collo (probabilmente per il forte richiamo sensuale): il foulard.
Molte meretrici di strada erano costrette dal Consiglio dei Dieci a dover indossare un veletto giallo al collo, così da poter rendere il loro stile di vita riconoscibile; ogni città in realtà adottò un richiamo diverso, talvolta una gonna bianca, od un cappellino con un sonaglio attaccato (che se cerco bene lo trovo anche nel mio armadio eheh) , e quindi i foulard gialli.
Questi ultimi erano caratteristiche di “donne pubbliche” poco abbienti e principalmente visitatrici della strada; le cortigiane nobili spiccavano molto di più per i loro vestiti lussuosi ed il colore di capelli biondo-rossastro (rosso Tiziano).

Sort:  

Ma dai, non conoscevo l'origine della mutanda xD

xD neanche io fino a scrivere questo post :)

Bello questo post!Non ne sapevo nulla e adesso confesso di guardare strano il mio collarino gotico XD Post molto interessante, grazie! =)

Grazie :) dillo a me xD ne ho una marea di collarini! ahahha... grazie comunque :) scriverò altro sul tema!

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Ops, scusate sono passato in un post per sole donne... comunque molto interessante e ben scritto ;) Ok dai me ne vado

Bravissima , ottimo post!

Questo post mi ha fatto venire in mente un altro oggetto che, quando è nato (1700), era associato al lavoro di meretrice ossia il bidet. Ringrazio le meretrici per averne portato a conoscenza i popoli civili. Faccio presente che il bidet è nato in Francia ma loro in casa non lo hanno e vanno in giro con le baguette sotto il braccio :-)

non lo sapevo! faccio ricerche per approfondire nei prossimi articoli del tema! grazie :)

post molto interessante! mi fa piacere trovare finalmente qualche articolo in italiano! saluti!

Particolare e divertente, scoprire come certi indumenti di uso comune nascano per caso, per vezzo o diletto di singoli personaggi.

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