Graphic Design - Black and White + Solid Color
All’inizio del Novecento, il bianco e nero era il colore eccezionale e lo standard da seguire. Oggi invece è tutto il contrario, con le nuove tecnologie, la grafica in bianco e nero è un’anomalia. Allora, perché non usare l’infinità di colori che ci viene messa a disposizioni dai software di grafica?
Uno dei motivi è perché “tutto il colore” non dovrebbe essere la soluzione di default a ogni problema grafico. Visto che il colore è la norma, anche se difficile da usare, i grafici dovrebbero cimentarsi nell’evitare di ricorrervi. O meglio ancora, nel rendere più colorati i loro progetti di bianco e nero.
Giselle
Armin Hofmann attraverso il suo poster, il quale rappresenta “Giselle”. Il quale non solo appare fresco come se fosse stato appena progettato e quindi stampato nel 1959, ma sfodera tutta la forza della composizione in bianco in nero.
Hofman apparteneva all’Internation Typographic Style o Swiss Style (Stile svizzero). La quale aveva come tentativo di ridurre il design a tipografia e immagine fondamentali, basati su una griglia e una gara limitata di colori e caratteri tipografici. Lo stile svizzero da quando fu introdotto negli anni 50 ha come scopo quello di comunicare un senso di atemporalità.
Nel poster
si può notare come l’immagine della ballerina che volteggia sia sfocata, facendo da contrappunto alla colonna dei caratteri scultorei. Anche il maiuscolo e il minuscolo dell’Helvetica di Giselle è ritmico: le lettere minuscole guidano l’occhio dell’osservatore dentro l’azione lasciando la ballerina un raggio di movimento. A contrario, se Hofman avesse deciso di utilizzare solo le maiuscole, il tutto avrebbe preso una funzione di muro e l’imputato cinetico del design ne sarebbe uscito molto indebolito.
Probabilmente il poster sarebbe stato bello anche senza colori, ma il bianco e nero da forza al movimento della ballerina e costringe l’osservato a cogliere le sole informazioni: titolo, soggetto ed evento.. senza lasciare che l’occhio si distragga
Nella tipologia di stampa offset, un inchiostro di tinta piatta viene usato quando il grafico specifica una tonalità “unica”. Non ricavata quindi come una composizione dei colori di quadricromia, utile quindi ad ottenere un risultato più vibrante. La tinta piatta si presenta quindi solida e intensa: un campione incontaminato di puro pigmento. Se la si usa con abilità può dar vita ad un impatto spettacolare, ma un applicazione circoscritta può essere altrettanto sorprendente: apparirà più contenuta, ma di fatto è più facile per il grafico guidare lo spettatore dove esso voglia. Il tutto non risolta cosi semplice però. Usare una tinta piatta con successo dipende sia dal colore che sia da come e dove viene applicato, sono quindi scelte che il grafico effettua con cura e dopo determinate analisi.
The Manly Modern
"The Manly Modern" è un libro realizzato dal grafico canadese David Drummond, che rappresenta la forza maschilista del suo paese del secondo dopoguerra. Il grafico trova l’ispirazione proprio nella parola “dopoguerra”: seguendo l’idea che “il punto più vicino al combattimento, e quindi al sangue, che il maschio Canadaese raggiunge è nel rituale mattutino del radersi la barba. Usando una fotografai in bianco e nero della faccia di un uomo dove l’unico colore è il sangue su un pezzo di stoffa, che rappresenta una sorta di distintivo del coraggio. La scelta tipografica serve ad attirare ancora più l’attenzione sulla piccola goccia di sangue che filtra attraverso il tessuto. In questo caso, qualsiasi cosa che non fosse una fotografia in bianco e nero non avrebbe determinato lo stesso contrasto e sarebbe stata molto meno efficace.
Una delle decisioni più rischiose che il designer deve prendere è cosa non introdurre, cosi che la tinta piatta applicata non sia messa in secondo piano da altri elementi agli occhi dello spettatore