Imperial | Secondo Capitolo - Uno strano Incontro
Erano passate circa due ore dal momento che i due si erano iniziati ad avventurare nel cunicolo che in teoria avrebbero dovuto fare in meno di un’ora, durante tutto il tragitto Leka non aveva mai smesso di parlare, affrontando spesso argomenti sconclusionati e per nulla collegati ad un filo logico, Xebo in silenzio si limitava al massimo ad annuire e sbuffare, i passi pesanti del gargoile coprivano completamente il suono di quelli del fimir che al contrario erano molto leggeri, il fimir con degli stivali realizzati con stringhe di cuoio intrecciate risultava di fatti essere uno degli esseri piu silenziosi che si potevano incontrare, non a caso molti fimir avevano intrapreso la carriera dei ladri, erano piccoli e potevano nascondersi molto bene, silenziosi, spesso abili atleti poiché leggeri potevano arrampicarsi per diversi piani, sulle facciate delle case, riuscendo ad entrare attraverso le finestre anche parzialmente aperte, il gargoile, beh non c’era sicuramente nulla di delicato in lui, non era una di quelle razze abituate a fare piano, l’unico momento in cui un gargoile non faceva rumore era quando era trasformato in pietra e considerando che Xebo era un gargoile diurno non era nemmeno un’ ipotesi che poteva realizzarsi.
Mentre i due camminavano verso il cunicolo buio, illuminato soltanto dalla debole fiaccola presa dalla parete appena all’uscita della stanza del mago, Xebo si rivolse con tono curioso a Leka, che nonostante fosse la prima parola che il gargoile gli rivolgeva dall’inizio del viaggio continuava a parlare ininterrottamente, e cosi interrompendolo da quell’ improbabile discorso: “se siamo compagni di viaggio, non devi piu mettermi in queste assurde situazioni” il fimir con uno sguardo del tutto ingenuo si limitò ad alzare le spalle, con quei suoi piccoli occhi sbarrati: “Beh non potevamo partire senza un’arma, metti caso che veniamo attaccati da predoni, metti caso che dobbiamo salvare una carrozza di viandanti da un attacco di orchi, metti caso una dolce donzella sia in pericolo perchè è stata attaccata da…” Xebo lo interruppe in modo brusco “NON mettermi piu in questa situazione, io NON posso dover scappare, questa volta è andata bene ma la prossima potremmo non essere cosi fortunati” ; il discorso dei due venne interrotto da qualcosa in lontananza, una luce, il tunnel stava finendo, si iniziava a sentire un rumore in lontananza, come uno scoscio, sembrava quasi come se ci fosse dell’acqua, i due si fermarono un altro poi Xebo riprese il discorso “Non voglio guai oltre a quelli nella quale mi sto gia andando a ficcare soltanto portandoti dietro” poi ricominciò ad incamminarsi verso la luce “Guarda li cè l’uscita” il fimir fece un cenno di sorriso e aumentò il passo.
Le pareti della grotta incominciavano a farsi sempre più umide e mano a mano che si avvicinavano alla luce il rumore dello scoscio era sempre più forte, si poteva anche riconoscere il rumore dell’acqua che si infrangeva sul suolo, ormai risultava chiaro ai due che sarebbero sbucati dietro ad una cascata, tra se e se xebo penso che non solo non era in grado di leggere poiché non sapeva minimamente leggere o scrivere il linguaggio comune, ma non era nemmeno un ottimo nuotatore, sperava soltanto che alla fine del tunnel non avrebbe dovuto doversi lanciare in un fiume o un lago.
Finalmente i due arrivarono alla fine del tunnel, l’acqua della cascata cadeva pesantemente, doveva essere un bel po alta, e nessuno dei due se la sentiva di infilare la testa attraverso l’acqua per provare a vederci fuori, la corrente li avrebbe sicuramente trascinati di sotto, iniziare a perlustrare le possibili vie d’uscita, l’acqua passava così vicina alla grotta che sembrava essere di fronte ad un muro d’acqua, non si poteva intravvedere in alcun modo un sistema efficace per ridiscendere la parete su cui si trovavano, il rumore assordante dell’acqua non dava modo di capire cosa ci sia stato realmente al di la della cascata.
“Beh gigante, qualche idea?” il fimir osservava con aria confusa il Gargoile, xebo estrasse la spada e la infilò al centro del flusso d’acqua che come una tenda si apri, avevano finalmente il loro passaggio, lo spettacolo la quale si trovarono davanti gli spezzò il fiato; davanti a loro il Lago di Altaire, avevano camminato attraversando l’intera città e una collina che separava la città dal lago, erano a circa una decina di metri d’altezza sul possente lago, un lago dall’acqua limpida e cristallina, circondata quasi esclusivamente da prati di color verde acceso su due lati, mentre sulla loro sinistra la foresta di Neo, una foresta non troppo fitta con alberi di abete per la maggior parte, il fiume che vi ci sfociava all’interno era lo stesso che era stato in parte deviato fino al centro della città sul versante opposto della collina, ed era l’acqua che riforniva non solo le fontane della città ma ne garantiva l’intera sopravvivenza dei cittadini di Altaire.
“Beh un bel tuffo caro amico mio, era un bel po che non mi facevo un bagno” e senza aggiungere altro il fimir con una breve rincorsa si lanciò nel vuoto, Xebo restò qualche secondo sbalordito “AAAAh stupido fimir, incominciamo proprio bene, speriamo di non annegare” e con un balzo all’esterno si lanciò con la spada in mano, fece un salto da una altezza superiore ad oltre dieci metri atterrando in acqua con i piedi, in quel momento tentatava con tutto se stesso di tenere la spada più lontana possibile dal corpo, il cuore sembrava quasi che gli stesse scoppiando nel petto, l’impatto con l’acqua ghiacciata del grande lago gli fece ricordare del perchè non fosse cosi particolarmente amante dei bagni; quando riprese coscienza del gesto appena compiuto si rese conto di essere totalmente immerso dall’acqua ad una profondità di circa 5 metri, con una spada pesante in mano e che questa premeva per trascinarlo a fondo.
Iniziò a nuotare con tutte le sue forze muovendo le gambe e l’unico braccio che aveva a disposizione, niente la spada era troppo pesante, più cercava di nuotare e più sentiva l’aria che gli mancava per lo sforzo che stava facendo, fù cosi costretto a mollare la presa, lasciando la spada che senza il minimo atrito scese a picco verso il fondale del lago, trattenendo il fiato a piu non posso aggrottò la fronte, era di nuovo senza un’arma ma perlomeno poteva usare entrambe le braccia per riuscire a nuotare verso la superficie, oramai non aveva piu aria nei polmoni il cuore batteva all’impazzata ma riuscì a tirare fuori la testa dall’acqua per prendere un grande respiro liberatorio, aprì le ali per riuscire a galleggiare meglio e si piegò sulla schiena sul pelo dell’acqua “Gargoile e acqua non vanno d’accordo .. lo ho sempre detto che non vanno daccordo!” voltò la testa per cercare la terra ferma, era alla sua sinistra, a qualche metro da lui, si girò quindi e si diresse verso l’argine del lago, aggrappandosi ai rami del grande larice che si affacciava sulla sponda; si tirò con le braccia intorpidite dal freddo e dalla fatica di una semplice nuotata che però era stata penalizzata dall’inutile tentativo di trattenere la propria spada.
Come riuscì a mettere entrambi i piedi sulla riva si lasciò cadere sulle ginocchia, che sprofondarono pesantemente nella sabbia della piccola riva raggiunta, i margini del lago erano perlopiù di piccoli sassolini di quarzo sulle 3 sponde che costeggiavano i prati verdi della periferia di Altaire, la riva in sabbia era esclusivamente l’area che divideva il lago dalla foresta di Neo, questo era il luogo in cui spesso gli abitanti della città venivano a rilassarsi in riva al lago graziati dall’ombra degli abeti e dei larici, arrostendo carne su braceri improvvisati di rocce recuperate nella foresta.
Xebo rimase qualche istante in ginocchio sul terreno, fissando il lago e respirando affannosamente per la fatica appena compiuta, poi smise di respirare cercando di captare qualche suono “Leka…” si girò di scatto tentando di avvertire qualche suono proveniente dal compagno, niente, non riusciva a vederlo ne riusciva a riconoscere alcun rumore dalla foresta che potesse dargli una qualche indicazione sul dove si fosse cacciato, il rumore della cascata era troppo forte per dargli qualche riferimento, si alzò quindi di scatto e iniziò a guardarsi in giro girando su se stesso, si era lanciato da dove si era lanciato lui e sicuramente non poteva essere lontano, il fatto che si fosse lanciato dalla cascata senza esitare non lasciava pensare che non sapesse nuotare, era sicuramente riuscito a raggiungere la riva, ed era la stessa in cui era lui visto che la riva dall’altra parte della cascata era molto piu lontana, iniziò velocemente a ispezionare la spiaggia, cercando qualche impronte di scarpa che potesse corrispondere a quella degli stivali del piccolo fimir, ma niente, Leka sembrava scomparso.
Xebo rimase qualche minuto sulla spiaggia cercando di mettere a posto le idee, e cercando di varare tutte le possibilità attendibili sul dove si fosse cacciato il fimir, quando gli sembrò di notare un’ombra appena poco al di sotto del pelo dell’acqua a una cinquantina di metri da lui, non poteva essere il suo amico, era molto piu grande e si muoveva velocemente verso la sinistra del lago arrivando dalla direzione della cascata, sgranò gli occhi, non aveva mai visto nulla di così grosso nuotare così velocemente, senza aspettare oltre corse verso la foresta e si lasciò scivolare dietro ad un cespuglio, qui il terreno era composto di terra muschio e licheni, il terreno sotto di lui risultava infatti essere molto scivoloso, da dietro al cespuglio qualunque cosa fosse quella cosa non lo avrebbe visto, xebo cercò di intravvedere dove si stesse dirigendo quella cosa, che sparì in una rientranza del lago ad un centinaio di metri sulla sponda del lago in cui si trovava lui, lasciò rallentare il cuore, chiuse un attimo gli occhi e lasciò scivolare la goccia di sudore dalla fronte, qualcosa gli stava dicendo che doveva assolutamente sapere cosa fosse ma qualcosaltro gli sconsigliava di eseguire azioni stupide, e questa aveva tutto l’aspetto di una azione stupida, poi il pensiero che quella strana forma di vita potesse essere collegata con la sparizione di Leka gli chiuse quasi la gola, è vero, tutto sommato il fimir poteva quasi risultare una creatura del tutto fastidiosa e inutile ma allo stato attuale aveva bisogno di lui per riuscire a portare a termine l’incarico che aveva preso dal locandiere, e poi… “Dannazione le mappe le ha lui”.
Xebo realizzò che senza le mappe non avrebbe mai potuto terminare la missione, sembrava quindi indiscutibile il discorso, doveva sapere se quella creatura era collegata con il Fimir, pur non avendo un arma si alzò e iniziò ad incamminarsi nella direzione in cui quella strana creatura si era diretta, fortunatamente la foresta non era fitta, era una foresta molto comune nella mappa conosciuta poichè tanti sostenevano ci fossero colonie di Gnomi sparse un po in tutta la foresta, di per se gli gnomi era una razza tranquilla, alti circa 80 centimetri, con i loro cappelli a punta; non si poteva reputare una razza pericolosa, non amavano combattere ma piuttosto raggirare un avversario prendendolo in giro e facendolo imbarazzare, era spesso difficile individuarli in mezzo la foresta poiché la loro pelle e il loro vestiario si confondeva quasi perfettamente con il legno degli alberi, anche se ci fossero stati probabilmente il gargoile non li avrebbe nemmeno notati e sarebbe passato davanti a qualcuno di loro senza nemmeno rendersene conto; era ormai qualche minuto che Xebo camminava nella direzione della rientranza del lago in cui quella strana forma era andata quando si rese conto che il lago si protraeva attraverso la foresta in una piccola laguna, si avvicinò alla laguna tentando di fare meno rumore possibile e provando a rimanere nascosto tra la vegetazione, nonostante comunque si rendesse conto che ad un occhio attento ogni tentativo di mimetismo sarebbe stato invano, quando intravide una figura affacciarsi dall’acqua fino alla superficie, la parte emersa era circa lunga 4 metri, un collo lungo che terminava con un una grande testa azzurra, xebo non credeva a ciò che vedeva, era un drago dell’acqua, affacciato ad una riva interna della laguna, proprio davanti a lui una figura con un mantello e un cappuccio che ne nascondeva il viso, il drago era li davanti a questo individuo, quasi stessero comunicando, si assicurò di non essere troppo in vista per non essere notato, i draghi dell’acqua non attaccano generalmente se non si sentono in pericolo, era quasi piu spaventato della persona che gli era di fronte, se parlava con un drago doveva essere una persona che conosceva la lingua drakonica e se conosceva la lingua drakonica doveva sicuramente essere o uno stregone, o un mezzo-drago, non si sa quale di queste due figure potesse essere piu pericolosa.
La foresta sembrava aver calato un silenzio quasi spettrale, Il gargoile nonostante l’assoluta presenza di suoni se non quella in lontananza del rumore della cascata non riusciva a interpretare alcun particolare per identificare la lingua parlata dal drago e dall’essere che gli stava di fronte, era in attesa di qualcosa che potesse dargli qualche informazione in più quando i due si fermarono di scatto, smisero di parlare, il drago ruotò bruscamente la testa nella sua direzione, Xebo sgranò gli occhi, doveva averne sentito l’odore mano a mano che si stava asciugando, l’idea di girarsi di scatto e scappare lo sfiorò per un secondo soltanto, rimpiazzata da quella che se avesse provato solo a scappare non avrebbe probabilmente fatto tanti metri senza essere colpito da chissà che tipo di incantesimo, a quel punto anche la persona di fronte al drago si girò, fece un respiro forte… Xebo ancora più stupito tralasciò il fatto che stesse tremando come una foglia e si alzò con uno stupore pari soltanto a chi ha visto tutte le sue certezze cadere… “TU? Un’umana??”
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Prima parte del secondo capitolo di IMPERIAL, storia Fantasy che vi porterà a conoscere l'incredibile avventura di un gargoile di nome Xebo, e del suo degno se pur logorroico compagno fimir di nome Leka, per leggere i csapitoli precedenti potete trovare i capitoli seguendo il TAG imperial oppure:
UNO STRANO INCONTRO
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Bel post
Finalmente mi domandavo ieri se uscisse!! 😀
Esce esce... e tu ti ricordi chi è lei?
Ci ho messo qualche giorno ma poi si mi sono ricordato chi è..! Non voglio togliere la sorpresa ai lettori, ti ho scritto in privato.