Landscape Photography - Svartifoss Waterfalls

Nascosto del cuore dello Skaftafell National Park, parte del più esteso Vatnajokull National Park, si nasconde una piccola perla della terra islandese: la cascata di Svartifoss. A differenza di molte altre, quest'ultima è ben nascosta alla vista, e non è possibile accorgersi della sua presenza se non ci si incammina a piedi lungo il sentiero che parte del campo base di Skaftafell, arrampicandosi lungo le i crinali delle valli che fanno da cornice all'immenso ghiacciaio Vatnajokull.

Si tratta di una cascata relativamente piccola se paragonata alle sue sorelle islandesi, non più di quindici metri, e anche dalla portata esigua. Ciononostante rappresenta sicuramente uno degli scorci più belli e particolari dell'intera isola, grazie al paesaggio particolare all'interno del quale è inserita.

La cascata appare all'improvviso, non appena il sentiero scollina oltre un crinale trasverso, e fin da subito ci si rende conto del contesto particolare nel quale ci si trova. Il piccolo torrente glaciale che scende dalla montagna è costretto a compiere il suo spettacolare salto a causa di un crollo, o più precisamente una serie di crolli, avvenuti durante i secoli. Questi crolli hanno portato alla luce delle particolari strutture colonnari, con forma esagonale, che si estendono appena sotto la superficie, come a reggere l'intero massiccio. Si tratta di colonne basaltiche, formate dal solidificarsi delle colate laviche che hanno attraversato numerose queste valli.

La lava basaltica caratterizza soprattutto l'attività vulcanica di tipo effusivo, che si contrappone a quella esplosiva per le modalità decisamente differenti con cui il magma raggiunge la superficie.

Eruzioni effusive sono riconoscibili per il magma estremamente fluido che scorre in superficie e per l'assenza di eventi traumatici particolarmente rilevanti, come terremoti e lanci di pietre. Talvolta è comunque possibile che il magma resti intrappolato all'interno di cavità dove l'accumulo di gas conduce al verificarsi di piccole esplosioni. Un esempio di vulcano tipicamente effusivo è l'Etna, in Sicilia. Generalmente si parla di attività effusiva in corrisponenza delle placce tettoniche in espansione.
Al contrario, le eruzioni esplosive prevedono la fuoriuscita di magma molto denso e la presenza di eventi secondari decisamente distruttivi. Tra le eruzioni esplosive più importanti della storia non si possono non citare quelle del Vesuvio e del Krakatoa, che distrusse interamente l'arcipelago nel quale sorgeva. L'attività esplosiva è tipica delle zone in corrispondenza delle placche in subduzione.
L'apparente "tranquillità" delle eruzioni effusive non deve però trarre in inganno: queste possono essere pericolose e devastanti tanto quanto quelle esplosive. La zona di Skaftafell, per esempio, venne completamente distrutta da un alluvione causata da attività effusiva al di sotto del ghiacciaio che la sovrasta. La lava sciolse il ghiacciaio dall'interno, formando un lago sotterraneo che, dopo alcuni giorni, cedette riversando verso la cosa alcuni miliardi di litri d'acqua.

Ad ogni modo, le eruzioni effusive sono quelle che maggiormente hanno plasmato la superficie del nostro pianeta, con particolare riferimento ai fondali oceanici, ma avvengono di frequente anche in superficie.

Un'attività vulcanica di tipo essufivo, comunque, non si traduce automaticamente nella creazione di ambienti come quelli ritratti in questo foto; affinché questo accada, infatti, sono necessarie condizioni particolari. Eruzioni effusive neglio oceani, per esempio, generano strutture completamente differenti.

Ancora oggi non sono del tutto chiare le condizioni che portano alla formazione delle colonne basaltiche, e nella comunità scientifica il dibattito è serrato. Sono però stati ottenuti modelli abbastanza accurati, che permettono quanto meno di farsi un'idea a riguardo.

Quando la lava solidifica tende ad aspandere notevolmente il proprio volume. Espandersi verticalmente non rappresenta un grosso problema, in quanto il magma ha la possibilità di "sollevarsi" o di "percolare" nel terreno. Comincia quindi a delinearsi la causa prima del gradiente verticale osservabile nelle colonne. Molto più problematica, invece, è l'espansione laterale, in quanto sono solitamente presenti barriere che limitano le colate. Se pensiamo a un bicchiere d'acqua che ghiaccia, è immediato capire come l'espansione verticale sia molto più semplice di quella orizzontale. Nel caso della lava, l'espansione del magma in senso orizzontale inizia a creare una serie di spaccature che "separa" le colonne.
Ci si potrebbe allora chiedere perché tutte le colonne assumono una forma esagonale? Questo è sicuramente il tema principale che divide la comunità scientifica, ma la teoria più comunemente accettata prevede che la forma esagonale (una forma estremamente regolare e performante) sia quella che offre maggiore resistenza alle grandi pressioni che ogni colonna in solidificazione genere sulla colonne adiacenti. Ancora, la forma esagonale permette ad ogni colonna di incastrarsi perfettamente senza lasciare spazi vuoti, e questo contribuisce ulteriormente alla diminuzione della pressione totale del sistema. Questo può risultare un discorso di non facile comprensione, ma i sistemi in natura tendono spontaneamente verso gli stati a minor energia; così anche i "sistemi geologici". Sistemi ad alta energia sono per loro natura instabile, mentre è chiaro che strutture di questo tipo, conservate per secoli, sono estremamente stabili.

Lo spettacolo a cui è possibile assistere oggi, quindi, è stato creato secoli fa dalla lava, che ha modellato l'intero territorio. Il ghiaccio e l'acqua, però, hanno avuto un ruolo altrettanto importante. Il continuo avanzare e ritirarsi dei ghiacci, e l'incessante scorrere del torrente, hanno portato col tempo all'infiltrazione di umidità all'interno dello strato basaltico. Strato che, col tempo, ha iniziato a collassare, dando vita alla spettacolare cascata di Svartifoss. Ancora oggi capita di assistere al crollo di porzioni di colonne, che usurate dal tempo cedono schiantandosi al suolo. Lo stesso letto del torrente è piene di "relitti" di questi eventi, che rappresentano un importante materiale di studio per i geologi.

Scattare queste foto mi è costato una lunga attesa ai piedi della cascata, in quanto più persone, totalmente incuranti dei divieti, hanno deciso di avvicinarsi al salto per scattare foto in primo piano. Pur premesso che nessuno è obbligato a conoscere la geologia prima di visitare una cascata, la completa ignoranza porta molte persone ad avvicinarsi a luoghi pericolosi senza la minima cognizione di quel che si sta facendo. Questo è irrispettoso, prima di tutto, verso le persone che vogliono scattare rispettando le regole, ma lo è anche nei confronti di chi, dopo un incidente, deve prodigarsi nei soccorsi rischiando la propria incolumità.

Se vi trovate in un luogo del genere, allora, provate a pensare che restrizioni e diviete non sono lì per fare un dispetto ma, molto probabilmente, per tutelare prima di tutto voi stessi.