[ITA] Alla ricerca di forme di vita nell'Universo: TRAPPIST-1

in #ita7 years ago (edited)

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Di recente, in uno dei miei post denominato [ITA] SIAMO DAVVERO SOLI NELL'UNIVERSO? | Le mie considerazioni mi sono chiesto se siamo davvero l’unica forma di vita nell’universo.

Basterebbe guardare la volta celeste o semplicemente la foto d’introduzione a questo post per capire che le possibilità di non essere gli unici sono pressoché infinite così come le stelle e/o i pianeti nell’universo.
In virtù di ciò ho deciso di approfondire questo tema discutendo dell’importante scoperta del sistema solare TRAPPIST-1, che però nonostante la rilevanza della notizia non ha ottenuto il giusto clamore mediatico che meritava.
Ma veniamo a noi, ovviamente se l’uomo raggiunge obiettivi così importanti come questa scoperta è grazie allo sviluppo scientifico e all’utilizzo di mezzi e strumenti all’avanguardia.
Ma come è stato scoperto questo sistema solare esterno?, da cosa deriva il suo nome?, perché è importante questa scoperta?
Questo sistema solare individuato nella costellazione dell’acquario, è distante solo (si fa per dire, ndr) quaranta anni luce (378195840000000000 km, ndr) dalla Terra prende il suo nome dall’acronimo inglese TRAPPIST - TRAnsiting Planets and Planetes Imals Small Telescope–South - ovvero piccolo telescopio riflettore robotico per pianeti e planetismi in transito , con cui viene definito l’osservatorio astronomico belga situato sulle alte montagne cilene, utilizzato dai ricercatori che nel mese di maggio dell’anno 2016 hanno scoperto i primi tre pianeti all’interno di questo sistema solare.


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La parte superiore dell’immagine, rappresenta cosa l’osservatorio astronimico TRAPPIST vide inizialmente.
La parte inferiore dell’immaggine invece rappresenta cosa attualmente è stato scoperto

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L’immagine raffigura il complesso dell’osservatorio astronomico belga TRAPPIST in Cile

L’ulteriore impiego nell’osservazione di questo sistema solare, di alcuni telescopi terrestri come l’European Southern Observatory's Very Large Telescope, costituito da un telescopio ottico estremamente grande progettato per utilizzare uno specchio primario dal diametro pari a 39 metri con il quale è possibile avere un livello di dettaglio dell’universo visibile superiore a quello fornito da Hubble, ha concesso agli studiosi non solo di confermare la presenza dei primi due pianeti scoperti inizialmente da TRAPPIST, ma di rivelarne la presenza di altri cinque.
Le lunghe indagini condotte dagli scienziati su questo sistema solare esterno hanno consentito di affermare che nonostante in tutti e sette i pianeti scoperti esista la possibilità di trovare acqua allo stato liquido, solo su tre di questi, ovvero su TRAPPIST-E, TRAPPIST-F e TRAPPIST-G, le probabilità aumentano esponenzialmente in quanto orbitano all’interno della zona abitabile della loro stella, sempreché le condizioni atmosferiche e ambientali siano però favorevoli.

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Inoltre l’ausilio del telescopio spaziale SPITZER, o come veniva chiamato in precedenza SIRTF, dall’acronimo Space Infrared Telescope Facilityle per via della sua capacità di operare nello spettro dell'infrarosso ha concesso ai team di ricerca di elaborare con precisione le dimensioni di tutti e sette gli eso-pianeti e di svilupparne dai primi sei una stima delle loro massa, permettendo di approssimarne anche la densità.
Sulla base dei risultati ottenuti, tutti i pianeti del sistema Trappist-1 dovrebbero essere rocciosi.
Le future osservazioni non solo permetteranno di stabilire la presenza di acqua, ma anche di svelare se essa si trovi in superficie e allo stato liquido.
La massa del settimo pianeta, il più lontano, invece non è stata ancora determinata ma gli scienziati credono possa essere un mondo ghiacciato, simile ad “una palla di neve”, ma per stabilire ciò con certezza saranno necessari ulteriori approfondimenti.
Un'altra particolarità che rende interessante oltremodo questo sistema è insita nella sua stella madre.
A differenza del nostro Sole (nana gialla) che ha un diametro pari a 1.391.400 km, la stella Trappist-1 è classificata come una debole stella rossa o nana rossa, così fredda che l’acqua allo stato liquido potrebbe trovarsi anche su quei pianeti che orbitano molto vicini ad essa. Basti pensare che la stella Trappist-1 ha un diametro paria a 168.359 km di poco superiore a quella del gigante gassoso Giove il cui diametro è di soli 139.822 km. Essa inoltre si è formata tra i 5,4 ed i 9,8 miliardi di anni, circa il doppio dell'età del nostro sole!


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L'immagine rappresenta le dimensioni comparate dei sette esopianeti intorno alla debole stella rossa TRAPPIST-1 comparandole cone le lune di Giove e i pianeti rocciosi del nostro sistema solare.

Inoltre, come è possibile notare dall'immagine seguente, tutti e sette i pianeti sono più vicini alla loro Stella che Mercurio al nostro Sole (57.910.000 km distanza dal sole) e sono anche molto vicini l’uno all’altro, così vicini che una persona in piedi sulla superficie di uno di questi pianeti, se rivolgesse il proprio sguardo al cielo, osserverebbe con nitidezza le caratteristiche geologiche o le nuvole dei mondi vicini.

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Per di più questi pianeti ruotano in maniera sincrona con la loro stella. Questo significa che uno stesso lato del pianeta è sempre rivolto verso la stella madre, e quindi come per la nostra luna, su uno stesso lato o è sempre giorno o è sempre notte. Ciò potrebbe influirebbe negativamente sui modelli climatici di questi pianeti, che potrebbero risultare totalmente diversi da quelli della Terra; forti venti ad esempio potrebbero soffiare dal lato diurno a quello notturno, con variazioni climatiche estreme che potrebbero comprometterne l’abitabilità.

I telescopi spaziali Spitzer, Hubble e Klepero nell’immediato futuro continueranno a dare il loro contributo affinchè gli astronomi possano svolgere le dovute ricerche, in attesa del tanto atteso lancio, previsto per questo anno, del telescopio spaziale James Webb molto più sensibile e abile a intercettare le tracce chimiche di acqua, metano, ossigeno, ozono e di altri componenti presenti nelle atmosfere, oltre ad analizzare le temperature dei pianeti e la loro pressione in superficie, tutti fattori che potranno confermare o smentire l’abitabilità e quindi la possibilità di determinati pianeti di ospitare la vita.


Fonti illustrazioni: jpl-nasa.gov , wikimedia , nasa.gov , wikimedia , wikimedia , wikimedia , pinimg.com , wikimedia , maxpixel.freegreatpicture.com
Fonti informazioni: nasa.gov , en.wikipedia , nasa.gov , meteoweb.eu , it.wikipedia , it.wikipedia , it.wikipedia

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Buongiorno, bel post. Secondo me non siamo gli unici. Ci sono infinite galassie, per me è impensabile essere gli unici, chissà. :)

Grazie per il tempo che hai dedicato alla lettura del mio post, sono contento che ti sia piaciuto. Concordo con quello che pensi, è impensabile che siamo gli unici e che siamo i figli della casualità, considerato che nell'Universo tutto è disciplinato da precise meccaniche e nulla è lasciato al caso. Ciao alla prossima!

Speriamo di trovare forme intelligenti, almeno forse ci aiuteranno con nuove tecnologie.

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