In Sostanza: Eroina

in #ita7 years ago

Questo post tratta del mio lavoro.
Mi occupo di tossicodipendenze e dipendenze da comportamenti da oltre dieci anni. Ho deciso di postare su steemit gli articoli che dopo, solo dopo (dura lex, sed lex), andranno ad arricchire la rubrica sulla rivista per cui scrivo.
Ogni articolo tratta di una sostanza psicotropa. Vuole essere, senza moralismi, una sorta di vademecum critico ed eventualmente un prontuario.

Il post è diviso in due patti per facilitarne la lettura.

Eroina

part 1/2

... adesso ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa nell’imbuto di un polsino slacciato...
Fabrizio De Andrè, Giugno ’73, 1975

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Cosa è

Il nome scientifico dell’eroina è diacetilmorfina e venne prodotta per la prima volta nel 1898 da Dreser, un chimico della casa farmaceutica Bayer, mediante processo di acetilazione della morfina.
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Diffusione

Secondo una ricerca effettuata nel 2016 dall’ L'European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA) in Europa si stimano circa 1,3 milioni di consumatori di oppiacei ad alto rischio. Circa il 75% dei consumatori di eroina risiedono in Regno Unito, Francia, Italia, Spagna e Germania. Nel 2016 erano 185000 i pazienti che si sottoponevano ad un trattamento specifico per la disintossicazione da oppiacei. La ricerca mostra come per il 59% delle persone con problemi di oppiacei il consumo è giornaliero e la somministrazione (40%) è attraverso siringa.
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Preparazione

È una sostanza semisintetica ottenuta per reazione della morfina con l'anidride acetica. La sostanza pura si può trovare di colore bianco cristallino, che sarebbe poi il sale cloridrato diamorfina, oppure marrone scuro e molto appiccicosa (brown sugar).
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Storia

Prima del 1898 la storia dell’eroina coincide con quella dei suoi precursori, l’oppio ed il suo principale alcaloide, la morfina (isolata nel 1804 da Armand Séquin). La morfina fu in principio, utilizzata per la cura di malattie organiche e sociali, come l’alcolismo e i problemi connessi a tale abuso. Nel corso della seconda metà del 1800 la morfina venne usata in numerose guerre, come quella di secessione americana e nel conflitto franco-prussiano, per dare sollievo fisico e psicologico ai soldati in battaglia. Quest’uso degenerò nella "malattia del soldato", dipendenza di migliaia di militari alla sostanza. Fra la fine ottocento e l’inizio del novecento l’uso della morfina diventa un fatto di costume, al punto che nei caffé e nei teatri delle grandi città europee era possibile vedere uomini e donne dell’èlite iniettarsi la "medicina di dio" (nel 1853 veniva inventata la siringa ipodermica). La dipendenza da morfina diventa un problema sanitario e sociale gravissimo. Si avviarono, quindi, studi volti alla scoperta di un farmaco con gli stessi effetti terapeutici ma che non generasse dipendenza. La Bayer nel 1898 produsse la diacetilmorfina, comunemente conosciuta come eroina. Il foglietto illustrativo riportava: «Contro tutti i dolori, sedativa della tosse, per la cura dei tossicomani». Secondo Dreser, il suo inventore, l'eroina non induceva tossicomania, era facile a manipolarsi e, inoltre, capace di guarire rapidamente i morfinomani. L'azione dell'eroina e la velocità nell’indurre dipendenza risultarono essere, invece, di gran lunga maggiori di quella della morfina. Trattati internazionali dal 1912 al 1914 perfezionavano la messa al bando delle sostanze psicoattive tra cui l’oppio, la morfina e l’eroina.

L’eroina in Italia: una prospettiva storico-sociale

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La storia dell’eroina, almeno in Italia, condividendo il pensiero di numerosi autori tra cui Guido Blumir, è strettamente collegata alle vicende sociali e politiche del nostro paese. Nel 1970 a Roma si contavano 560 tossicodipendenti, con età inferiore ai 25 anni. Nessuno era dipendente da oppio e morfina. L’eroina era sconosciuta. Il 21 marzo 1970 il Nucleo Antidroga dei carabinieri irrompe in un barcone sul Tevere ed arresta 90 persone. Nei successivi sei mesi escono sui giornali oltre diecimila articoli sulla “droga”; la stessa quantità di articoli uscita nei sette anni precedenti. Alla fine del 1975 gli eroinomani sono diventati migliaia. Cosa succede in quei cinque anni in Italia?
Facendo un passo indietro vediamo che nell’epoca che va dal ’65 al ’67, decine di migliaia di giovani familiarizzano con gli psicofarmaci comprati in farmacia. E’ l’epoca in cui scoppia il boom dei tranquillanti, usati soprattutto in casa dalle donne e dalle madri. Si trova tutto in farmacia, legale ed a buon prezzo. I ragazzi scoprono che il whisky è più “buono” con la pasticca di Valium o Ansiolin (che magari prende pure la mamma). Sono farmaci comprati liberamente in farmacia, siringhe non se ne vedono. Si cominciano ad usare tantissimo sonniferi, barbiturici e, soprattutto, le anfetamine; sono famosissime e vendute in farmacia sotto forma di tonici e ricostituenti. Quando nel ’67 e nel ’68 inizia a girare l’hascish tra i giovani (portato da viaggi in Marocco ed in Turchia) ci si aspetterebbe una diffusione di massa tra le migliaia di giovani consumatori di pasticche; questo non accade. Il fumo incontra da subito una durissima repressione poliziesca con pesanti condanne; a Roma e Milano nel ’68 oltre duecento arresti. La domanda di massa di droga viene soddisfatta solo dalle farmacie. Anfetamine alle masse ed hascish per pochi. Tre anni dopo l’operazione del “barcone”, dove i carabinieri avevano dichiarato di aver trovato mezzo chilo di hascish, siringhe ed eccitanti, si scopre che in realtà l’hascish trovato era mezzo grammo e che nessun ragazzo fu incriminato in quanto gli esami tossicologici risultarono negativi. Secondo Blumir, la montatura del giornale il Tempo e dei carabinieri aveva lo scopo di tenere gli studenti medi, in un periodo di particolare attivismo politico, sotto il mirino della repressione; poliziotti davanti alle scuole, genitori e presidi mobilitati in funzione antidroga, nuova costituzione dei Nuclei Antidroga dei carabinieri in tutta Italia. La grande paura della droga, scatenata dal caso barcone, provoca panico di massa e curiosità nei giovani rispetto al tema sostanze stupefacenti. Dopo l’operazione “barcone” i casi di dipendenti per anfetamine per via endovenosa si moltiplicano. I ragazzi trovano anfetamine a bassissimo costo e in libera vendita mentre i prezzi delle droghe leggere salgono e la loro reperibilità si fa sempre più problematica. Due anni dopo il “barcone”, 1972, i casi di psicosi cronica da anfetamina sono migliaia. Da un lato la libertà di consumo (il placet dello Stato e della Società) di anfetamine, dall’altro la demonizzazione e la repressione della marijuana. Si crea a tavolino, dice Maria Grazia Cogliatti psichiatra dell’equipe di Fanco Basaglia, l’iconografia del tossicomane capellone consumatore di haschish, la droga assassina. Una ricerca compiuta da psicologi nel ’73, a seguito della crociata mediatica contro le droghe leggere, evidenziava come il 33,5% del campione di giovani intervistati indicava l’hascish tra le droghe più dannose in commercio. Nel ’72 si contano i primi morti per overdose di anfetamine, ma l’anfetamina per la società non è ancora una droga. Solo a maggio dello stesso anno, 34 anni dopo la Svezia e dopo un scontro ventennale tra le Nazioni Unite e lo Stato Italiano, viene inserita l’anfetamina nell’elenco delle sostanze stupefacenti: In parte però è una truffa in quanto vengono messe al bando solo un terzo delle anfetamine; rimangono legali moltissime sostanze a base anfetaminica, spesso usate da donne come dimagranti. Quando le anfetamine vengono proibite in Italia ci sono già almeno diecimila consumatori per via endovenosa di anfetamina. Nell’autunno del ’72, quindi dopo la messa al bando delle anfetamine da banco, compare sul mercato di Roma la morfina. In pastiglie. Prezzi bassi, ottima qualità. Arriva dal Bangladesh e sono le giacenze, ormai invendibili, della ditta tedesca Mercks (in Germania il commercio di morfina era ormai proibito). Milioni di pastiglie vengono vendute al mercato nero di Peshawar ed arrivano in Europa attraverso corrieri e viaggiatori. Nel ’73 Roma è inondata di morfina. Sebbene la sostanza sia illegale, gli spacciatori sembrano agire indisturbati mentre continuano gli arresti per hashish; nemmeno un arresto per detenzione e spaccio di morfina tra il ’72 e l’estate del ’73. La morfina fa strage fra i tossicomani di anfetamine. Riccardo Zerbetto segnala che il 36% del campione di tossicomani da morfina sono ex consumatori di anfetamine. Quando le scorte di morfina finiscono, nell’inverno ’74-‘75, compare l’eroina. Nel contempo l’haschish scompare dalle piazze di spaccio per lunghi periodi, lasciando libero spazio alle droghe pesanti, per poi ricomparire a prezzi altissimi. Inizia a delinearsi la strategia di mercato: eroina a prezzi stracciati, hascish quasi introvabile ed a prezzo altissimo. Tra novembre e gennaio si ha il record di 2000 arresti in tutta Italia per droghe leggere. I sequestri di haschish da parte delle forze dell’ordine si moltiplicano. Nell’inverno ’75 iniziano i primi morti di eroina. Ad aprile ’75 gli eroinomani sono saliti ad almeno 5000 in Italia. Le anfetamine sono praticamente sparite dal mercato, l’haschish è quasi irreperibile. Nell’estate dello stesso anno l’eroina arriva anche nei paesi piccoli, nella provincia. Si contano ormai più di 20000 eroinomani in Italia.
In quel periodo, il consumo di eroina si concentrò soprattutto tra gruppi di giovani che erano espressione di una cultura antagonista ai valori consumistici e all'establishment politico, volta alla ricerca di un mondo migliore ed alternativo a quello esistente. L’enorme stigmatizzazione e criminalizzazione nei confronti di tutte le altre sostanze diverse dall’eroina, lasciarono la generazione giovanile italiana in una condizione di estrema vulnerabilità rispetto agli effetti devastanti dell’eroina stessa. Uno degli obiettivi accreditati della strategia dello Stato (vedi Operazione Bluemoon) fu quello di sedare i movimenti giovanili di contestazione. Tali movimenti erano noti per essere uno dei più grandi segmenti della società che consumavano droghe a scopo ricreativo, e la logica nello spingere l’eroina in questi ambienti era quella di renderli essenzialmente inefficaci (come si ipotizza successe negli Stati Uniti con il movimento delle Pantere Nere).
Oggi i consumatori di oppiacei (leggasi quasi esclusivamente eroinomani) si stimano, in Italia, in circa 216000. Carceri sovraffollate, overdose, prostituzione, Aids ed epatiti dilaganti. Qualcosa non ha funzionato nelle politiche antidroga, qualcosa ancora non funziona. Mi piace chiudere questo excursus storico con le parole di Guido Blumir, da cui è stato preso molto dell’ultimo capitolo, scritte nel 1979: “Eroina pulita e legale ai tossicodipendenti. Così non muoiono più, non rubano più, non si prostituiscono più, non spacciano droga per comprare le loro dosi”.

tutte le immagini sono prese da pixabay

continua...

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You did a really nice post here, I see you worked hard but I only entered because its in italian and I like to read in other languages, but hey, keep it up! nice photos.

Non so se steemit registra anche quante volte si riscrive un commento. Comunque c'è la possibilità che abbia fatto un record...
Ho diverse memorie sull'argomento per quanto riguarda gli anni 80, quindi aspetto il tuo prossimo post 👍Grazie Luca

non ho capito la prima parte del commento, quella in relazione al record. per la seconda parte mi fa piacere ti piaccia.

Si è un post davvero ben fatto, dove la complessità dell'argomento e di tutte le sfaccettature, le implicazioni e i piani di pensiero che lo contornano vanno affrontati con una professionalità che ho trovato in ogni tua parola. Per quanto riguarda me invece ho faticato a scrivere il mio commento e ho dovuto cancellarlo diverse volte, intendevo questo. 👍😀

l’aspetto per me molto interessante è la lettura sociale e politica dell’introduzione della sostanza. non è dietrologia sostenerne un uso strumentale in alcuni periodi storici; nel senso che ha annegato la contestazione in una generazione particolarmente vivace e pretenziosa.

Si ho ascoltato quei passaggi. E ne è venuto fuori un dibattito ieri sera, fra amici. Perché è un piano di discussione che forse un po' ce l'avevamo nella mente, ma almeno io, non lo avevo mai sviscerato più di tanto.
La carenza di un intervento vs certe sostanze a differenza di altre forse un dubbio lo suscita - negli anni 80 ricordo che le strade del centro vedevano sempre la presenza di ragazzi barcollanti, di fumo si sentiva parlare ancora poco, ma i bambini passeggiavano in mezzo a ragazzi fatti di eroina. Lo ricordo bene

il senso massimo di un post del genere è attivare lo scambio di idee. non posso chiedere di più.

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