Vesuvinum...
Curiosità, Miti e Leggende:
In origine gli antichi, senza conoscere la reale presenza di un vulcano, diedero al monte Vesuvio mille nomi, tra cui: Besùbio, Bèsuvio, Bèsbio, Bèbio, Bèmbio, Bisvio, Vèsulo, Vèsuro, Vèsulo,Vèsvio, Vesùbio, Vèsebio, Mèulo, Esbio, tutti avente per radice “ves”, cioè fuoco, inteso come sole e terra bruciante.
I latini invece lo chiamavano Iuppiter Vesuvius, Iuppiter Sommanus, associandolo al divino Zeus su modello greco del Monte Olimpo, il luogo impenetrabile abitato dagli Dei, in quanto all’epoca il Vesuvio appariva come una montagna verdeggiante e isolata, lambita dal mare.
Nella mitologia invece si narra del vulcano «Vesuvinum» associato al Dio Bacco, il dio dell’ebrezza e del vino, in quanto è rinomata da sempre la notevole presenza di vigneti e della produzione del vino vesuviano, grazie al ritrovamento di alcune anfore a Pompei che riportano questa scritta particolare.
A seguito della terribile eruzione del 79 d.C., che seppellì Pompei ed Ercolano, si fece avanti l’idea, durante le prime fasi del cristianesimo, che ogni eruzione del Vesuvio corrispondesse alla collera divina; la punizione esemplare di Dio contro il popolo vesuviano (pagano), il quale conduceva una vita dissoluta in preda ai vizi e alle lussurie, in parallelo alle cugine Sodoma e Gomorra, punite per aver disobbedito alla volontà divina. Dal quel momento in poi, nell’iconografia cristiana, il Vesuvio venne identificato come la bocca dell’Inferno, l’abitazione del Diavolo e il fuoco come lingue in fiamme, simbolo del male.
Per concludere una leggenda d’amore, quella che vede tre protagonisti:
la Ninfa Marina Leucopetra, amata e contesa da due uomini, Vesevo e Sebeto.
Si narra che un giorno, mentre la bella fanciulla era intenta a raccogliere conchiglie sulla spiaggia, giunsero rincorrendosi i due uomini che desideravano rapirla per sé. Questa, per difendere la sua virtù, si gettò a picco nel mare e si trasformò in pietra. Per la disperazione e la perdita dell’amata anche Vesevo si trasformò in pietra lavica e crebbe dalla rabbia come montagna; per la passione divorante iniziò a sputar fuoco. Strana sorte toccò a Sebeto consumato d’amore per la sua bella; pianse tante lacrime da trasformarsi in un fiume che andava verso il mare. Sebeto in origine era il fiume scomparso misteriosamente da Napoli e Leucopetra è un toponimo vesuviano compreso tra Portici e San Giovanni.
Non è leggenda ma realtà, ogni volta che vedo il Vesuvio mi tornano in mente le immagini dell'eruzione del 1944, in piena guerra.
Quasi a voler ringraziare le truppe alleate per la liberazione.
Ottimo racconto, ben strutturato e realizzato, con interessanti particolari narrativi davvero notevoli, complimenti @lorenagiordano
Grazie 😊