L'informazione passiva, vista dall'altra parte
Una volta
Esistevano i cantastorie, curiosi menestrelli che di paese in paese portavano i propri racconti, cantavano le avventure di eroi e imprese nazionali, ricolme di epiche gesta e altrettanta improvvisazione.
Esistevano anfiteatri dove si inscenavano battaglie e si tramandava la storia dei vincitori, ma l'informazione, quella vera, è sempre stata un lusso per pochi.
I molti eseguivano ordini, non si ponevano domande, non sapevano perchè marciavano in guerra contro l'ennesimo nemico da sconfiggere, se non attraverso le elucubrazioni di qualche compagno d'arme, o qualche parola sfuggita dalla bocca di un comandante.
Esisteva la propaganda, esistevano comunicati ufficiali urlati in piazza dagli uomini che venivano mandati da chi l'informazione la creava.
Ma sostanzialmente, l'informazione non esisteva.
Caratteri mobili - Immagine sotto licenza CC0
Il primo esempio di informazione pubblica risale al 59 a.C. con comunicati di carattere sociale che si limitavano ad informare i cittadini su nuove leggi e importanti avvenimenti politici, poi buio, la più totale ignoranza accompagnata da una maggioranza analfabeta per tutta la durata del medioevo, fino al 1650 quando nasce il primo vero e proprio quotidiano di informazione a Lipsia, in Italia, nel '64 con la gazzetta di Mantova. Fonti
Oggi
Oggi le cose sono ben diverse, l'informazione è onnipresente nella vita di qualunque individuo, informazioni spesso passive che non vengono effettivamente ricercate da una persona, ma che ci vengono proposte, vendute come caramelle in una fiera paesana.Internet non ci lascia mai veramente da soli, un'e-mail, un messaggio, un like, un post, un tweet o l'ennesimo tag rappresentativo che dovrebbe sconvolgerci la vita.
Troppe fonti e troppi soggetti, tra i più disparati, possono dire la loro su qualsiasi argomento, e lo scopo non è più divulgare informazioni, ma una mera caccia alla notorietà, i più seguiti? quelli più taglienti, quelli che alzano la voce, quelli che sparano a zero.
Tutti parlano di qualcosa, ma nessuno è più realmente disposto ad ascoltare, e quindi, le informazioni distorte, sbagliate o inventate addirittura, ci entrano nel cranio e si stampano come incisioni perenni.
Il succo del discorso ed il vero problema lo stiamo vedendo ogni giorno.
La saturazione di informazione sta facendo enormi danni, prendiamo per esempio un soggetto con tendenze razziste. Per quanto possa esser aperto all'informazione, questo andrà sempre a rifocillarsi di notizie cariche di odio da fonti senza filtro, senza la "cultura" del "politicamente corretto", parole che nell'ultimo periodo sono diventate sinonimi di offese da scagliare contro i "buonisti" e "benpensanti".
Torniamo al nostro esempio. Il nostro soggetto con leggere tendenze razziste, viene caricato quotidianamente con decide di articoli che inaspriscono sempre più i propri pensieri di intolleranza, magari nemmeno legge gli articoli nella loro interezza, si limita a sfogliare titoli subdoli sulla sua bacheca di Facebook, non ha bisogno di informarsi, apprezza quella sensazione: "come se finalmente il mondo intero mi desse ragione e sai perchè? perchè è scritto su uno schermo!".
Passano mesi, passano anni, non si ricorda nemmeno un singolo articolo di quelli letti, nessun titolo è realmente rimasto impresso nella sua memoria, ma l'informazione passiva, tutte quelle righe non lette, tutte quelle fonti non confutate e i dibattiti non fatti, hanno portato la mente del nostro piccolo razzista ad abituarsi al pensiero che tutto il mondo la pensa come lui.
Non sa che Facebook e i vari social network "Prima li fanno e poi li accoppiano", non sa che esistono algoritmi per mostrare solo le informazioni che "interessano" agli utenti, non si è nemmeno informato quando nei telegiornali è scoppiato il caso di "Cambridge Analytica", del resto di cosa stiamo parlando? "i telegiornali sono tutta immondizia con giornalisti pagati dal governo. io mi informo su internet"
L'appello
Mi rivolgo a tutti gli steemians che leggeranno questo articolo.
C'è in ballo molto più che un dibattito politico, in questo momento nel nostro paese stiamo attraversando un macabro medioevo, la cattiva informazione, le bufale, le fake news e chi se ne nutre come uno sciacallo, stanno letteralmente facendo morire la gente.
Guardate solo la questione migranti, nessuno di noi conosce la realtà dei fatti, nessuno saprà mai se ci sono interessi mafiosi, se il governo li abbandona o se li paga, se sono ladri o sono lavoratori, se sono malati o se sono sani.
Concentriamoci sul punto importante. Sono esseri umani, l'italiano porta con se la più grande cultura di ospitalità del mondo, è la nostra eredità in gioco.
Portiamo le informazioni vere sui social network, confutiamo le stronzate e andiamo a parlare con questa gente che si rifiuta di aprire le orecchie.
Abbiamo un dovere sociale nei confronti del nostro stesso popolo.
Io non so se siete persone da piazza, se andate ai comizi delle rappresentante politiche per quei 15 minuti di parole concesse, non so se dibattete a lungo con un megafono in mano rendendovi ridicoli davanti a una decina di persone che la pensano come te, mentre da lontano qualche gentil'uomo vi manda a cagare infarcendovi di bestemmie.
Quello che so, è che fate parte di una comunità che lotta contro il plagio e le false notizie, è arrivato il momento di "educare" le masse.
Facciamolo.