Tra i vicoli di Roccastrada...

in #ita7 years ago (edited)

terrazza vista.jpg

Targa alla memoria

"RANIERI, SVEGLIAAA!!"
"Sì...mamma...arrivo...arrivo...a governare le galline..."
"Ma quale mamma e quali galline, Tonissi?! Alzati Raniè! Siamo pronti ad andare, tra qualche ora albeggia e se non ci muoviamo saremo costretti a rimandare la missione a domani."
Aprii gli occhi assonnato e, per qualche secondo, anche piuttosto disorientato. Dove mi trovavo?
Ma fu solo un attimo, poi l'adrenalina che mi aveva abbandonato la sera prima nell'istante in cui prendevo sonno, si impossessò nuovamente di me. Velocemente mi alzai e in pochi minuti ero già fuori dalla tenda insieme ai miei compagni.

Quella notte - tra il 5 e 6 maggio 1860 - avremmo messo in atto il piano studiato dai nostri condottieri (in particolare Bertani, Garibaldi, Fauché e Bixio) per impossessarci dei due vapori, il Lombardo e il Piemonte, utilizzati fino ad allora dal Servizio Postale piemontese concesso in appalto alla società il Rubattino della quale, per l'appunto, Pietro Fauché era direttore generale. Se la missione fosse andata a buon fine, avremmo utilizzato le due imbarcazioni per raggiungere la Sicilia Borbonica.

Il giorno prima, il generale Gerolamo Bixio, da noi tutti chiamato "Nino" a sua insaputa, aveva scelto i più giovani e robusti tra noi volontari e con fare alquanto sbrigativo ci aveva illustrato il piano da mettere in atto durante la notte. Secondo il suo modo di vedere, era preferibile informare i propri sottoposti all'ultimo momento, così da evitare che spie nemiche venissero a conoscenza delle varie strategie di guerra.
Egli spiegò che si trattava di una messa in scena organizzata principalmente dal Fauché, che lavorando all'interno della società Rubattino, conosceva con miglior precisione ogni dettaglio. La missione consisteva nel sorprendere, con fucili e pistole alla mano, i marinai - anch'essi a conoscenza del piano - che sorvegliavano i due piroscafi, per poi farci trasportare a Quarto, dove ad attenderci avremmo trovato Giuseppe Garibaldi con altri nostri compagni.
Facendo risultare come furto la presa in carico delle due barche, i dipendenti fedeli alla causa garibaldina che lavoravano per la sociatà Il Rugattino non sarebbero in questo modo stati licenziati o addirittura condannati per aver fatto sparire le imbarcazioni.

Vivevo quell'avventura sotto l' arco di un arcobaleno di sentimenti contrastanti: il timore di essere scoperti dalle autorità piemontesi, mescolato all'orgoglio di far parte di qualcosa di grande che avrebbe forse portato ad unire lo stivale.
I nostri condottieri volevano giungere in Sicilia scontrandosi con i Borboni al fine di cacciarli dal Regno delle due Sicilie. Ma se ci avessero ucciso? O se, perdendo, fossimo caduti nelle loro mani? Quale sarebbe stata la nostra fine?
La sera, durante il rancio, i più loquaci di noi raccontavano storie terribili sulle carceri del Regno Borbonico: politici e criminali comuni legati assieme , in coppie, con catene che non venivano mai tolte. Tanto che dopo pochi giorni di prigionia i carcerati cominciavano a zoppicare e le piaghe infette create dalle catene non sempre venivano curate dai medici, che si rifiutavano di scendere nelle segrete lerce e malsane.
Non era certamente una prospettiva allettante nel caso in cui avessimo perso la battaglia

Quella notte riuscimmo a salpare verso Quarto guidati dai marinai nostri complici. Io montai a bordo del piroscafo Piemonte.
Nei miei 17 anni di vita non ero mai salito su un'imbarcazione fino ad allora, pertanto non sapevo assolutamente nuotare!
Siete mai stati in mezzo al mare durante la notte? Equivale ad essere trasportati dalle braccia possenti di un mostruoso gigante nero, dal petto squarciato solo dalla flebile luce della luna crescente. Non mi piaceva affatto, e credo che il mio stomaco la pensasse esattamente allo stesso modo!
Infatti, nonostante la bonaccia, il mar di mare cominciava a farsi sentire. Era in momenti come quello che rimpiagevo di essermene andato dalla mia terra - Roccastrada, la Maremma - per sostenere una causa che, forse, non conoscevo poi così bene.

Immagine scattata dall'autrice del post: vicolo di Roccastrada.

Sciocco io e la mia voglia di avventura alla scoperta del modo. Che mondo vedrò se annegherò in queste acque oscure?

A Roccastrada facevo il garzone in un bar e gli unici momenti che spezzavano il ripetersi monotono delle giornate erano quelli legati alla caccia con mio padre e mio fratello Amos.

Immagine scattata dall'autrice del post: vista dalla "Terrazza dei Mille".

Fu con la notizia dell' annessioone della Toscana al Regno di Sardegna, avvenuta nel marzo di quello stesso anno, a far nascere in me l'idea che forse esisteva una reale possibilità per rendere l'Italia unita e libera dai soprusi borbonici. Diceva sempre mio nonno: "quale uomo può considerarsi tale se non combatte per la libertà quando questa lo chiama alle armi?"

Immagine scattata dall'autrice del post: vicolo di Roccastrada.


Il subbuglio del mio stomaco si placò quando in lontananza, tra la flottiglia ancorata tra gli scogli di Quarto, scorgemmo il segnale di riconoscimento: un fanale a fiamma rossa e verde proveniente dalla barca dei nostri compagni che ci aspettavano a Quarto.

Salirono a bordo e fu lì che, per la prima volta, lo vidi: indossava una larga camicia rossa con un fazzoletto di seta turchese al collo; sotto portava un paio di pantaloni a campana color grigio topo, che avevano visto giorni migliori. Era Giuseppe Garibaldi!

Eravamo pronti per salpare alla volta della Sicilia così da sostenere le rivolte popolari scoppiate sull'isola e in tutto il Regno delle due Sicilie, nella speranza di capovolgere il governo borbonico ed annettere il loro Regno all'Italia unita.


L' 11 maggio 1860 sbarcammo a Marsala, sostenuti dai nostri ideali e pronti a lottare.

Io indossavo la maglia n. 22 della truppa Garibaldina, seconda Compagnia.
Il resto della storia lo conoscete tutti, ma ancora ricordo le parole di incoraggiamento del nostro condottiero quando salpammo da Quarto verso Marsala:

"La missione di questo corpo sarà, come fu, basata sull'abnegazione la più completa davanti alla rigenerazione della Patria".

Immagine scattata dall'autrice del post: targa alla memoria del Garibaldino Ranieri Tonissi di Roccastrada, nato il 30 agosto 1842 e deceduto 1893.


Qualche cenno su Roccastrada:

Roccastrada, sito a nord della provincia grossetana, è uno dei 7 comuni che compongono il "parco tecnologico archeologico delle colline metallifere grossetane", insieme a: Follonica, Gavorrano, Massa Marittima, Montieri, Monterotondo Marittimo e Scarlino. La funzione del parco è quella di conservare e valorizzare il patrimonio ambientale e storico-culturale delle colline metallifere.

Immagine scattata dall'autrice del post.


La caratteristica più evidente di Roccastrada è indubbiamante la trachite, roccia vulcanica dalla quale sorgono letteralmente le abitazioni del borgo.
Questi massi rocciosi situati nel lato occidentale del paese fungevano da difesa naturale contro attacchi nemici. Mentre sugli altri tre lati del paese era stata costruita, sempre a scopo difensivo, una cinta muraria che ad oggi si conserva ancora abbastanza bene.


Immagine scattata dall'autrice del post: massi di trachite sui quali sorgono abitazioni del borgo medievale.

Immagine scattata dall'autrice del post: cinta muraria che circonda il borgo medievale.

Immagine scattata dall'autrice del post: cinta muraria che circonda il borgo medievale.


Anche noi abbiamo la Torre dell'Orologio!

Concludiamo questa carrellata di foto con la Torre dell'orologio: si tratta di una struttura originaria del 1300 ed è situata sul lato nord del paese. La torre veniva utilizzata non solo per scandire il tempo attraverso il rintocco delle sue campane, ma anche come punto di avvistamento dei nemici.
Purtroppo, durante la seconda guerra mondiale venne in gran parte distrutta per poi essere ricostruita mantenendo, ad ogni modo, lo stile trecentesco.

Immagine scattata dall'autrice del post: Torre dell'orologio di Roccastrada in lontananza.

Immagine scattata dall'autrice del post: Torre dell'orologio di Roccastrada.

Spero abbiate apprezzato questo tour tra le vie medievali di uno dei tanti bellissimi borghi della maremma.
Buon lunedì a tutti gli steemer e nella speranza che sia per tutti una settimana propizia, vi saluto...e alla prossima!

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Le tue foto accompagnano alla perfezione la storia che racconti. E poi io adoro i borghi medievali brava 😊

Grazie mille! La Maremma mi offre molti spunti quanto a borghi medievali!😜

Un bellissimo modo di narrare una vicenda storica. Molto brava!

Grazie @heidi71 ! 😊 Ho visto il tuo contest, molto molto carino. Spero di farmi venire in mente qualcosa per partecipare!😜

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Veramente bella la storia, incantevole il luogo, ottimo il servizio fotografico

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