È così che di Bullismo si Muore....

in #ita7 years ago (edited)
copertina

Quando..
Di bullismo si muore..

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Quando hai figli, non fai altro che pensare e vivere in funzione loro. Capita spesso di pensarli sopprattutto quando non li hai sotto il tuo sguardo protettivo. E' la normale quotidianità che impone il distacco: il tuo lavoro, i tuoi ed i loro impegni, la loro scuola.

E quindi..

Le prese in giro. Gli sfottò. Qualche piccola aggressione, una spinta nel corridoio della scuola, il “pizzo” pagato sulle merendine delle macchinette. L’isolamento. La depressione. La scuola che diventa il luogo degli incubi.

È così che di bullismo si muore....

Non si muore solo fisicamente, ma anche emotivamente. La fiducia e il rispetto vanno a farsi benedire, e per anni qualsiasi persona che vedi per strada potrebbe essere il prossimo carnefice. Vivi in un costante stato di allerta, vigile come un animale ferito.

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In questi giorni, e ogni giorno, muoiono in parecchi.

Impiccato a 12 anni, Andrew. È morto a Southeaven, negli Stati Uniti. Dalla bisessualità alle botte. Dopo aver fatto coming out sono iniziate le persecuzioni. I compagni di scuola lo deridevano, lo minacciavano, lo insultavano. Si è impiccato nel garage del padre, è stato ritrovato dal fratellino. La madre, non so dire con quale spirito e quale forza, ha fotografato il figlio nella bara e ha mostrato la foto sui social network e ai giornali locali. Nella scuola frequentata da Andrew c’erano già stati numerosi casi di bullismo, di varia gravità. Una piccola mafia di adolescenti insomma, che impediva l’accesso ai bagni, picchiava, insultava. Ad una televisione della città ha chiesto ai bulli di riflettere sui propri comportamenti, gli stessi che hanno
portato suo figlio, appena dodicenne, a scrivere lettere in cui lamentava la sua sofferenza, prima di uccidersi.

E Michele? Si è lanciato da un ponte ad Alpignano, fuori Torino. Era un ragazzo come tanti altri. Viveva con una condizione fisica che aveva fin da quando era bambino, che gli impediva di fare gli stessi movimenti di tutti i coetanei. Ma il problema era la solitudine, l’isolamento, non la malattia. I compagni di classe, anziché invitarlo nel proprio gruppo come facevano con tutti gli altri amici, lo isolavano, lo schernivano, lo allontanavano. Uno di loro, il giorno dei funerali, ha avuto il coraggio di commentare dicendo che da morto era ancora più brutto.
Eccoli qui, i figli del mondo che ci vuole perfetti, ideali, senza alcun difetto, neanche quelli che ci rendono umani. Quelli che quando vedono un coetaneo in difficoltà non ci pensano due volte a disegnare una netta linea rossa che distingua “noi” da “loro”.

E Miriam. Viveva da anni ormai in Inghilterra, con la famiglia, originaria dell’Egitto. Non le piaceva Nottingham, la cittadina inglese dove era stata costretta a trasferirsi. Nonostante questo, era una studentessa modello, appena accettata alla facoltà di Ingegneria della città. Eppure, pur essendo una ragazza intelligente, bella e forte, forte abbastanza da sconfiggere una malattia al cuore, è morta per le botte di un gruppo di bulle.
È stata aggredita mentre si trovava su un autobus con un amico. Dieci contro due. Bel coraggio. Insulti razziali, insulti personali, accuse di flirtare con il ragazzo di cui la capobranco era innamorata. Non è ancora chiaro il motivo della lite. Sta di fatto che già in estate era stata aggredita, mentre era con la sorella minore, dalle stesse persone. Eppure, nonostante le denunce, nessuno si è preso la briga di intervenire. Quando è arrivata in ospedale è stata dimessa con una diagnosi di “leggero trauma cranico”. In dodici ore è entrata in coma. E ci è rimasta, fino al 20 febbraio, quando è morta per i danni cerebrali subiti.


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Accumuna tutti queste ragazzi, e tutti quelli che non posso citare, l’avere qualcosa di considerato strano. Omosessuali, stranieri, disabili, particolarmente bravi a scuola, orfani, emotivi. Qualcosa che agli altri non piace, un difetto fuori scala, un’anomalia nel mondo grigio. Anomalia che smette di essere un semplice fenomeno statistico e diventare un difetto, una malattia, un ostacolo alla perfezione.
Io mi sono chiesto per anni cosa avrei dovuto avere per non essere tormentato dai bulli. L’unica risposta che mi sono dato è stata: “Non essere me”.
Non sono mai stato una bullo. Non ho mai picchiato, insultato, schernito, isolato. Non so dire cosa succeda nella testa del bullo.
Gli studi scientifici dicono che i bulli sono bambini e ragazzi che non sanno come affermare i propri bisogni emotivi andando al di là della violenza, che usano come scudo per le proprie fragilità.
Probabilmente è vero, ma non saprei confermarlo.

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L'esperienza ed il lavoro che svolgo però mi consentono di dire come si sente una vittima di bullismo o di qualsiasi discriminazione.
Quando sei adolescente e il più grave problema che avverti nella tua vita sono i brufoli, sentirti isolato, umiliato, senza nessuno che si congratuli con te o ti faccia un complimento sincero è un dolore paragonabile ad un lutto. Avverti il tuo intero essere come inadeguato, inappropriato, lontano dalla desiderabilità che vorresti. Ti senti nudo in mezzo alla folla.

E non sai cosa fare. I professori vedono, vedono le prese in giro, le botte, le ricreazioni che diventano momenti di tortura, eppure si riparano dietro il “sono solo ragazzate”. Ai genitori non sai come dirlo, tua madre diventerebbe isterica e scatenerebbe un pandemonio (e Dio non voglia che vada a parlare coi professori, sai che vergogna se si viene a sapere), tuo padre ti inciterebbe a farti giustizia da solo. Gli amici… beh, quando sei vittima di bullismo gli amici non ce li hai. Quindi con chi ti confidi? A chi racconti dell’ultima volta che ti hanno picchiato, o rubato la merenda, o strappato un quaderno?

Provi con il fai-da-te, allora.
Li ignori, sperando che si stanchino. A volte funziona, ma se sono particolarmente ostinati il muro di gomma prima o poi si bucherà.
Stai allo scherzo, magari se reagisci con autoironia diventerai del gruppo.

Ma sei certo che sia questo, ciò che vuoi? Diventare come loro? Essere così debole e muto da aver bisogno dei pugni, per farti capire?

I nostri figli hanno bisogno di noi.... sempre.....

A PRESTO.

Immagine di Copertina: CCO Creative Commons - Pixabay

N.b.: L'impaginazione di questo post, almeno nella parte iniziale prende spunto dallo stile del maestro @Alexzicky al quale porgo un rispettoso saluto.

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Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana... e non sono sicuro della prima. Diceva Einstein.
Purtroppo la cattiveria è parte integrante della nostra vita, molta gente sembra non abbia di meglio da fare che giudicare l'altro con conseguenze a volte nefaste

Sono ovviamente in sintonia con quanto dici. Ogni tanto mi illudo che non debba essere per forza così... ma...

Gran bell'articolo @franky4dita, ci ricordi come ricevere un'educazione del rispetto altrui sia davvero importante, da genitori, parenti ed amici.
L'accettazione dell'altro è accettazione di noi stessi.

Rabbrividisco al pensiero delle problematiche di bullismo presenti nel nostro Paese, ancor di più se mi relaziono a continenti in cui avere armi è facile tanto quanto comprare le patatine.

Forse i Media in primo luogo dovrebbero esporsi con decisione per manifestare supporto pieno all'accettazione di ogni persona.

Un saluto,
Luca ✌️

Grazie @bafi. Il mio è un timido tentativo di sollecitare l'attenzione "del genitore", perchè spesso non è tutto come immaginiamo nella vita dei nostri figli.

Anche situazioni meno evidenti ma prolungate nel tempo possono essere molto pericolose per i ns figli.
E nn è facile leggerli. Non ti nascondo che è una preoccupazione costante

Proprio dalla mia personale preoccupazione è nata la voglia di approfondire queste tristissime notizie di cronaca e fare qualche considerazione.
Grazie per essere passato @etn0

In passato ho rischiato di morire per il bullismo. Ero un ragazzino con la paura di tutto e con la "sfortuna" di essere troppo buono. Inutile dire che finii preso a spintoni, voli e a volte addirittura con cose meno carine. Avevo sedici anni quando pensai di sparire, ma per fortuna la mia logica ebbe il sopravvento su di me, soggiogando la mia parte emotiva. Ora sono una persona molto diversa e per fortuna sono cresciuto molto a livello caratteriale, ma in ogni caso bisogna lavorare a pieno nell'educazione dei ragazzi/ragazze perché da come vedo spesso, alcuni genitori se ne fregano e li lasciano fare. Scusa questo minisfogo, ma conoscendo la situazione volevo dire la mia :)

So per certo che avrai fatto tesoro di quella triste esperienza e che tu oggi abbia raggiunto un grado di maturità e sensibilità ben al di sopra della maggior parte delle persone. Si cosciente di questo e fanne tesoro per quando diventerai padre, se non lo sei già... Ti abbraccio!

Spesso complice l'insicurezza essere adolescenti è davvero dura, servirebbe maggiore empatia. È spesso sottovaluta come parola, ma a mio avviso è il fulcro di molte cose empatizzare aiuta a capire, e capire aiuta a risolvere.

Eccellente, un post stupendo, di un argomento che non è mai sufficiente trattare, perché i recenti casi che hai elencato non sono altro che la punta di un iceberg, con tutta una serie di angherie di vario genere nascosto sotto il profilo dell'acqua, dell'indifferenza o dell'insensibilità di chi magari potrebbe fare qualcosa, che che in realtà, per tanti motivi diversi, non vuole o non può fare niente.
E ci si ritrova soli, a gestire qualcosa di cui non si trova né capo né coda, ed allora cominciano i veri problemi, che possono portare alle triste conseguenze disastrose che purtroppo ben conosciamo.
Complimenti, carissimo @franky4dita, tanto di cappello ad un post che definirei perfetto

Ho letto il tuo articolo in un "sol sorso"...
Grazie a Dio non ho mai sofferto di BULLISMO. Sono cresciuta in una piccola citadella dove si conoscevano tutti. A scuola giocavamo insieme e se si doveva fare qualche cattiveria (tipo marinare le ore) allora la si faceva insieme. Nessuno veniva deriso oppure picchiato dai coetanei nonostante la povertà oppure le difficoltà nella comprensione delle materie...

Leggere di qualcuno che ha avuto un'infanzia felice fa molto piacere. Tante notizie di cronaca purtroppo oggi ci suggeriscono di intervenire "seriamente" su queste problematiche con la sensibilizzazione e la denuncia. Vivere un'infanzia felice deve essere una cosa normale e non una "fortuna".
Ti abbraccio.

Grazie mille, mi sono commosso nel leggere questo post e mi è sembrato molto coerente usarne una frase per completarne un altro. Grazie

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