Se il Movimento 5 stelle fosse una Criptomoneta

in #ita7 years ago (edited)

Sono ormai quasi dieci anni che il Movimento 5 Stelle ha fatto il suo ingresso nella politica italiana e da allora sono fioccati i paragoni con altre forze politiche. Dagli accostamenti iniziali ai Partiti Pirata del Nord Europa e ai movimenti quali Occupy Wall Street -nato negli USA- e agli Indignados spagnoli, si è arrivati alle similitudini con forze politiche più organiche, sebbene differenti dal tradizionale concetto di partito, come Podemos in Spagna e Syriza in Grecia.

Naturalmente, paragonare un movimento politico-sociale ad altri movimenti simili, del passato o attuali, è la cosa più ovvia e probabilmente funzionale. Serve oltre che a dare un’immagine più concreta e comprensibile di ciò che sta accadendo, anche a cercare di prevedere quali possano essere gli scenari futuri nei quali il movimento andrà a collocarsi e, in un certo senso, quale sia la propria evoluzione.

Qui invece cercheremo di dare una lettura diversa, metaforica ironica ed iperbolica, sul Movimento 5 Stelle, paragonandolo ad un fenomeno che è nato nel suo stesso anno di fondazione e che anche ha portato alla luce un qualcosa che prima non c’era, ma di cui, similmente, se ne sentiva il bisogno: le Criptomonete

"La vita non dovrebbe essere stampata su una banconota."
Clifford Odets

E’ proprio dall’anno di fondazione del Movimento e di nascita del Bitcoin che ci arriva la prima similitudine. Era il 2009 e, dopo qualche anno di gestazione, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio fondarono a Milano ufficialmente il Movimento 5 stelle. Nello stesso anno, sviluppando un’idea che aveva presentato al mondo per la prima volta nel 2008 in un anonimo blog, l’altrettanto anonimo Satoshi Nakamoto mise in Rete il codice dal quale prese vita la più famosa delle valute digitali, il bitcoin appunto.
Da quell’anno, sia il Movimento che le criptomonete si sono evolute, accanto al capostipite Bitcoin sono sorte una miriade di altre criptovalute che, in maniera differente dal progenitore, seguono ormai degli schemi comuni che è possibile applicare anche al Movimento.

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Immagine CCO creative commons

Iniziamo allora. Per prima cosa le varie criptomonete oltre che con il nome per esteso, vengono identificate con un acronimo che nella maggior parte dei casi è composto da tre lettere, scritto tra parentesi dopo il nome completo. Ed ecco qua: Movimento 5 Stelle (M5S).

Prima della sua fondazione ufficiale, il M5S era stato presentato ad un pubblico ristretto di sostenitori attraverso i Meetup e i Vaffa Day. Questa è stata la sua Initial Coin Offer (ICO) –in italiano offerta di moneta iniziale- che fu lanciata sia come mezzo di raccolta fondi sia per far conoscere le proprie idee e per iniziare a farle diffondere. I primi partecipanti a questa nostra ICO virtuale, non sono stati nient’altro che degli early adopters (termine caro ai “criptomaniaci” che significa più o meno “utenti precoci” in italiano) che per primi hanno avuto fede nel progetto . Costoro hanno partecipato attivamente e hanno contribuito a sviluppare un qualcosa che prima non c’era e che si sarebbe potuto rivelare un ottimo investimento così come un clamoroso fallimento. Come nelle classiche ICO delle criptovalute, se però tutto fila liscio, gli early adopters diventano proprietari di un qualcosa che aumenta di molto il suo valore e il cui potenziale può essere sfruttato per trarre vantaggi (nel caso delle criptomonete, se una ICO va bene i vantaggi sono economici, con la nostra ICO “politica” i vantaggi sono sia economici che sociali): i vari Favia, Buonafede, Pizarotti, Buccarella e co. che, da perfetti sconosciuti, con entusiasmo aderirono alla ICO del M5S, sono diventati ormai noti politici con ruoli spesso importanti nelle Istituzioni.

Dopo la ICO, il destino delle criptomonete è quello di essere “listate” sui cosiddetti exchange, delle grandi Borse virtuali dove il coin (o token) affronta il grande pubblico. Di solito si parte prima da exchange minori per arrivare a quelli più importanti dove si affronta la vera prova del 9 per la sopravvivenza della criptomoneta stessa. Qui il valore della criptomeneta può schizzare alle stelle, scendere fino alle stalle o rimanere più o meno costante. Tutto ciò dipende soprattutto dall’entusiasmo che il coin, i suoi developers (sviluppatori) e gli early adopters riescono a suscitare nella gente. Già dalla prova dei piccoli exchange (le elezioni Comunali) il M5S è riuscito ad imporsi come una vera alternativa alle fiat currency (le monete tradizionali), ovvero ai partiti storici italiani.

Qui possiamo aprire una breve parentesi. Come nel caso delle criptovalute che sono andate via via a colmare un profondo vuoto, che era quello della necessità di un sistema economico-finanziario che fosse decentralizzato, non sotto il controllo oppressivo ed elitario dei grandi organi finanziari mondiali ovvero le grandi corporazioni bancarie, il FMI (fondo monetario internazionale) e la BCE (banca centrale europea), così il M5S è andato a colmare il vuoto lasciato dalla crisi dei partiti tradizionali, visti dalla maggioranza come non più in grado di rapportarsi ai bisogni della gente. Se il sistema finanziario mondiale fosse stato più equo, probabilmente a Satoshi Nakamoto non sarebbe venuta l’idea di bypassarlo, se i vecchi partiti italiani avessero accolto le istanze di cambiamento auspicate dagli italiani (maggiore onestà, termine abusato ma efficace) probabilmente a Beppe Grillo non sarebbe venuto in mente di fondare il Movimento. C’è da dire che anche le criptomonete, come i partiti politici, si trovano ad affrontare situazioni difficili: spesso accade che il loro codice (possiamo definirlo come una sorta di Statuto dove sono scritte le regole di comportamento delle criptomonete) si trovi a non essere adatto ad affrontare situazioni impreviste. Ad esempio il Bitcoin è nato come mezzo che dà la possibilità a due soggetti privati di compiere una transizione diretta, senza il bisogno di essere validata da un soggetto terzo -come avviene per le carte di credito- che garantisce l’efficacia della transizione. Per fare ciò, però, le transizioni devono essere confermate da un numero vario di utenti, i cosiddetti miners (minatori) che, mettendo a disposizione la capacità di calcolo del loro computer, effettuano questa operazione. All’inizio, per minare, ci si serviva solo della CPU (memoria del PC) o della GPU (memoria della scheda grafica). Successivamente sono stati inventati gli ASICs, sistemi più complessi che hanno aumentato di molto la capacità di calcolo, i quali però sono molto costosi e consumano una montagna di energia. In questo modo, solo chi aveva a disposizione molti soldi è riuscito ad investire in maniera sostanziale in questi ASICs, così ora nel mondo ci sono quattro-cinque grandi gruppi che controllano la maggior parte dei nodi (sistema di controllo delle transizioni attraverso il mining), rendendo il bitcoin, almeno in teoria, non più del tutto decentralizzato. Quando ciò avviene, quando un problema sorge, le criptomonete possono fare il cosiddetto fork (biforcazione), dove il codice iniziale viene implementato per ovviare ai problemi che di volta in volta la criptovaluta si trova ad affrontare. Questa è definità scalabilità di una criptomeneta, ovvero la possibilità che chiunque, migliorando il codice, possa migliorare la criptomoneta. Anche nel caso del M5S è successo qualcosa di simile. Prima della sua fondazione, Beppe grillo ha tentato di scalare un vecchio partito, il PD, in modo da proporgli una fork che avrebbe migliorato la sua presa sulla gente. Allo stesso modo delle fiat currency, anche i partiti tradizionali sono completamente refrattari al cambiamento, così Beppe Grillo ha abbandonato l’idea della fork e si è concentrato sullo sviluppo di uno nuovo sistema diverso da ciò che offriva allora la politica italiana.

Ritorniamo ora alla successiva prova che il M5S ha dovuto affrontare, quella dei grandi exchange: le elezioni politiche italiane. Nel 2012, per la prima volta il M5S viene listato nelle elezioni e il suo risultato è sorprendente: con un +25%, il M5S aumenta in maniera esponenziale la sua capitalizzazione di mercato e dal nulla diventa il primo partito italiano. L’entusiasmo è alle stelle, gente che non aveva mai sentito parlare del M5S ora si butta a capofitto nel movimento, c’è aria di affare e di grande investimento e la FOMO (fear of missing out, la paura di essere tagliati fuori) contagia un po’ tutti. Certo gli scettici sono ancora molti, chi crede che non ci possa essere futuro al di fuori della politica tradizionale così come chi crede che le criptomonete siano solo una bolla speculativa, si attiva e fa sentire la sua voce, ma ormai il sasso è stato lanciato e ciò che ha prodotto è un’onda che non è facile arginare. Infatti, nonostante il fatto che il M5S risulti il primo partito italiano ma non riesca ad ottenere la maggioranza parlamentare, le sue quotazioni, seppur con alti e bassi, crescono negli anni successivi in maniera costante. Come per il Bitcoin, l’ascesa del M5S sembra inarrestabile e alla seconda prova dei grandi exchange, le ultime elezioni del 2018, il M5S fa registrare un sorprendente 32%, +7% rispetto alle precedenti, non il +25% registrato alle elezioni del 2012 (dove comunque si partiva da zero) ma comunque un investimento di tutto rispetto per chi ci ha creduto.

Veniamo infine a ciò che sta succedendo in questi giorni. Come il Bitcoin, che nonostante abbia una capitalizzazione di mercato di centinaia di miliardi di dollari è ancora lontano dall’essere adottato come moneta di scambio dalla maggior parte delle persone, così il M5S, pur essendo di gran lunga il primo partito italiano, neanche questa volta è riuscito ad ottenere la maggioranza. Mentre i Bitcoin e le altre criptovalute devono affrontare le resistenze di un’economia di mercato fondata sull’esistenza delle banche e sul loro ruolo primario nel gestire i flussi di capitale, così il M5S deve affrontare la resistenza dei vecchi partiti che si vedono spodestati dal loro tradizionale ruolo di guida delle masse e che adottano tutti i mezzi per ovviare a ciò, come ad esempio l’utilizzo di una legge elettorale pessima fatta appositamente per garantire la non vittoria del M5S.

"Se le elezioni servissero a qualcosa, non ce le lascerebbero fare"
Mark Twain

Forse qui sorge la prima differenza sostanziale tra M5S e criptovalute: mentre quest’ultime, come detto, per affrontare nuove sfide ricorrono allo strumento della fork -che può essere soft se la criptomoneta non cambia nome ma solo codice, o hard, se dalla vecchia criptovaluta ne nasce una nuova- il M5S è ricorso a qualcosa di completamente opposto. Invece di cambiare impostazione e biforcarsi, si è unito, si è alleato con un partito tradizionale quale la Lega Nord (nonostante il repulisti salviniano, la Lega è un partito del Nord, ndr). Nel panorama delle criptomonete questo non è mai accaduto, in quanto ciò risulterebbe paradossale. Casi di unione di criptomonete tra di loro ce ne sono pochi, anzi a mia conoscenza l’unico caso è quello che dovrà avvenire a fine maggio, quando la criptomoneta Electroneum, per ovviare a problemi di scalabilità e centralizzazione, adotterà una hard fork che la ibridizzerà con un’altra criptomoneta esistente, Monero. Nascerà così l’Electronero, che già a molti puzza però di scam (frode). Nel caso di M5S e Lega il discorso, come detto, diventa invece paradossale: è come se il Bitcoin, per contare di più su un mercato globale dominato dal Dollaro, si fondesse con l’Euro! Ammettendo che ciò fosse possibile, si perderebbe tutti i presupposti e i valori fondanti del Bitcoin, cioè quello di essere libero dal controllo delle banche e delle grandi corporazioni, libero insomma dai mezzi che l’economia capitalista utilizza per dominare l’economia e la società mondiale. Anche l’accordo con la Lega fa venir meno i presupposti fondanti del M5S, cioè quello di non allearsi ai partiti tradizionali, di non essere attaccato alle poltrone, di indicare chiaramente qual è il candidato Premier prima delle elezioni e soprattutto di essere dalla parte del popolo. Su questo ultimo punto molti avranno da ridire, ma costoro dovrebbero chiedersi in che modo votare un obrobio come la flat tax, tassa che renderà ancora più evidente il divario tra ricchi e poveri, possa essere considerato una misura per il popolo.

Con queste premesse, ciò che ci riserverà il futuro, è quanto mai (o come al solito) incerto. Completando questo ipotetico parallelismo tra il M5S e le criptomonete, la fase odierna può essere riassunto con l’acronimo inglese FUD (Fear, Uncertainty and Doubt, letteralmente Paura, Incertezza e Dubbio). Se questa alleanza con la Lega porterà alla fine del successo del Movimento, come molti sostengono, o se riuscirà finalmente a dare una svolta alla stantia politica italiana, questo per adesso non ci è dato sapere.

Non ci resta che attendere, fiduciosi. Tanto peggio di così, non si può fare. O no?

Sort:  

Sono venuto a leggerti dopo la menzione nel Post.It, e devo dire che ho seguito con molto interesse la tua analisi, che ha saputo spiegare anche ad un poco più che profano come me quanto è accaduto nel mondo delle criptovalute e tutto il parallelismo che hai fatto con l'attuale situazione politica italiana, con una successione di ragionamenti molto validi e decisamente appropriati, almeno a mio modesto avviso.
Complimenti sinceri per tutto quanto hai realizzato, e confermo, sempre nel limite della mia capacità di giudizio, il giusto riconoscimento della vittoria del Post.It.

Grazie. Criptomonete e politica sono due argomenti che mi interessano molto e ho cercato di unirli in un unico ragionamento. Sperando anche che ciò serva a far nascere qualche utile spunto di riflessione.

Non mi ricordo che legge elettorale volevano i 5 stelle?

La domanda è:
chi ha governato negli ultimi 5 anni?
Il PD se non erro.
Quindi cosa c'entrano i 5 stelle?

Non basta dire ciò che non va bene (in questo caso la legge elettorale) servono anche le proposte, altrimenti diventa facile... quindi quale era la proposta migliore di quella approvata?

Eh no caro @deusjudo...
mettetevi daccordo...
il PD si è lavato le mani dopo le elezioni e i suoi elettori lo trovano giusto, corretto?
Se si allora non devono lavarsi le mani per le fesserie fatte negli anni di governo...
L'han fatta loro e basta.
Stop.
Punto.
Spettava a loro fare la proposta giusta e non quella che allora sembrava più conveniente.
Scusa la schiettezza ma questo doppiopesismo è il cancro della nostra politica e società.

Infatti i 5 Stelle hanno dimostrato di aver sbagliato proposta legge elettorale (che era un proporzionale puro, poco peggio del rosatellum). Esattamente come hanno sbagliato PD, Lega, Forza Italia. Ma la proposta originale del PD, dopo che fu bocciato l'italicum, era il mattarellum. Quindi occhio a dare responsabilità, la colpa è stata del parlamento intero (non del PD o del governo, che ha lasciato fare).

Interessante lettura.
Menzione nel postIT meritata.

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