El pueblo, unido, jamás será vencido.
È una notizia fresca fresca di giornata, a quanto pare "il premier francese Edouard Philippe annuncerà una moratoria di alcuni mesi sull'aumento delle tasse sui carburanti che sarebbe dovuto scattare il primo gennaio in un gesto distensivo verso le richieste dei gilet gialli, le cui proteste stanno infiammando la Francia da settimane". Questo è quanto riferisce il giornale d’oltralpe Le Monde.
Per chi se lo fosse perso, quello dei gilet gialli francesi è un movimento nato spontaneamente e dal basso, per protestare principalmente contro il rincaro del prezzo del diesel, ma anche contro il conseguente aumento delle bollette per la fornitura energetica che inevitabilmente avrebbe colpito il popolo francese. Tale aumento, ricordiamo, è stato deciso da Macron il quale, in stretta collaborazione con la Germania, sta cercando di preparare la strada alla cosiddetta “transizione”.
Tale transizione è la sostituzione delle auto a ciclo termico con quelle elettriche, cosa che dovrà avvenire nel più breve tempo possibile in tutta Europa. Detta così, questa transizione potrebbe sembrare una cosa buona. Invece non lo è, o almeno non lo è se andrà avanti secondo le intenzioni dei paesi promotori di tale transizione che, per la prima volta in 100 anni, non sono gli USA ma l’asse Germania-Francia. Questo perché è vero che le auto a diesel inquinano molto ma, purtroppo, non è vero che le auto elettriche non inquinino visto che, dato il trend attuale, l’energia prodotta per alimentare le auto elettriche continua e continuerà ad arrivare, a livello globale, dai combustibili fossili.
Perché, allora, il buon Macron si ostina a voler far passare questo aumento, spacciandolo oltretutto per tassa ecologica, anche se di ecologico a poco o niente?
Il motivo è semplice ed è sempre il solito: per difendere gli interessi dei più ricchi, dando piccoli contentini al popolo.
Spieghiamo meglio. Nell’attuale sistema economico globale, ovvero nel sistema capitalistico ultraliberista in cui l’occidente e non solo stagna a vivere, l’imperativo è uno solo: la crescita a tutti i costi. Se non si cresce -traducendo: se non si produce e consuma sempre di più- il sistema si blocca e se questo avrebbe scarse o nulle conseguenze sulla vita dei più, per i pochi che negli ultimi anni hanno accumulato fortune su fortune le cose potrebbero andare male: vedrebbero i loro immensi patrimoni assottigliarsi sempre di più. Da qui la necessità di imporre cambiamenti, quando si può scegliendo l'abile strumento della propaganda, altrimenti facendosi scudo con la “legge”.
Ciò è quello che sta succedendo attualmente in Europa: in un momento in cui la crescita langue e le previsioni per il futuro non sono certo rosee, la scelta dell’Unione europea è di imporre il cambiamento per legge delle auto a ciclo termico con quelle elettriche. Lo scopo è, appunto, di innescare la crescita creando una infrastruttura elettrica paneuropea in grado di innescare sviluppo, a vantaggio soprattutto dei Paesi produttori.
Indovinate chi sono questi? Ebbene sì, in tale contesto la Germania dovrebbe produrre soprattutto le auto elettriche e la Francia fornire principalmente l’energia, soprattutto quella nucleare di cui è produttore in abbondanza. Inoltre, poiché quello dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici è un problema serio e reale a cui la gente, fortunatamente, sta prestando sempre più attenzione, in questo modo Francia e Germania (in Italia si è deciso di non aumentare le già stratosferiche accise sui carburanti, ma di abolire la vendita e la circolazione delle auto euro3 o Euro 4), si possono proporre anche come paladini dell’ambientalismo. Peccato però che, anche in un contesto così drammatico come l’inquinamento globale, la strada che si è scelto di percorrere è sempre la solita, quella di favorire l’interesse di pochi rispetto ai più.
A qunto pare, però, stavolta qualcuno se ne è accorto e questo qualcuno è il sempre battagliero popolo francese.
Da qui , infatti, le origini della protesta dei gilet gialli, persone del popolo che, semplicemente perché non se lo possono permettere, hanno deciso di scendere in piazza contro il governo Macron. Alla richiesta di blocco dell’aumento sul carburante, il popolo francese, esasperato da un impoverimento generale dilagante, ma fortificato da una così salda unità di intenti, dopo aver messo per giorni a ferro e a fuoco Parigi, ha aggiunto anche altre richieste, contenute in un volantino che sta facendo il giro della rete: blocco degli aumenti di carburante e forniture energetiche, delle tasse di dimora, quelle audiovisive, quelle relative agli immobili di proprietà, quelle sul reddito e sulle pensioni, fino ad arrivare alla richiesta di riapertura di ospedali e di piccole tratte ferroviarie.
Questa protesta ha coinvolto praticamente tutti i francesi: studenti, lavoratori, trasportatori, casalinghe, gente esasperata che non è che vede un futuro buio, ma semplicemente non lo vede proprio il futuro. Il successo di tale protesta potrebbe essere decretato anche considerando una nota, per così dire, folkloristica: su Pornohub sta spopolando un video hard con protagonista una sexy gilet gialla (non faccio spoiler, chi vuole informarsi di più sull’argomento sa dove andare).
Al di là di tutto, ’impressione generale è che, andando oltre l’originale scopo della protesta, la mobilitazione dei gilet gialli rappresenti l’urlo di un popolo contro condizioni di vita sempre più proibitive imposte da un’élite europea sempre più distante e autoreferenziale.
E l’impressione è anche che i fieri discendenti di coloro che, con la presa della Bastiglia, innescarono la fine delle monarchie europee, stiano di nuovo dando l’esempio a tutti. I francesi, cari miei italiani, stanno protestando anche per noi. Per darci l’esempio, per non farci soggiogare, per ricordarci che sono i politici ad essere a nostro servizio e non viceversa, per farci vedere, ancora una volta, che quando il popolo è consapevole, unito e pronto all’azione vince.
Infatti, come detto in apertura, la notizia è che le ragioni della protesta sono state accolte e, almeno per i prossimi mesi, non si parlerà più di aumento del carburante.
Davanti a quest'ennesima dimostrazione di forza e di unità del popolo francese, non posso far altro che immaginare la reazione dei compaesani, o patrioti che dir si voglia: “e bravi i francesi, che popolo i francesi, loro si che sanno cacciare fuori le palle quando ci vuole, hanno fatto bene”, diranno in tanti, seduti davanti ad un bar, con una birra in una mano e la Gazzetta dello Sport nell’altra, mentre si domandano, seraficamente, se stasera in televisione ci sarà Maria De Filippi o il grande fratello…
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