Insieme verso uno sviluppo globale (II parte)

in #ita7 years ago

L'INIZIO DI UNA MAI RISOLTA SCISSIONE


Diversa rispetto all'Europa è, invece, la situazione italiana, in cui vi sono due realtà completamente diverse. Mentre la Sicilia, insieme alla Sardegna, isole Baleari e Corsica vennero conquistate dagli arabi, l’Italia meridionale era rimasta dominata dall’impero di Bisanzio; ovviamente non mancavano le incursioni (si pensi ad esempio che gran parte dei paesi in Calabria sorgevano su roccaforti, proprio per proteggersi da eventuali attacchi islamici; pochissimi erano quelli sul mare). Questa parte, quindi, continuò a commerciare, seppure con difficoltà, con Bisanzio; quindi, alcune città, anche se in dimensioni ridotte, sopravvissero. Cosa accade infatti in Europa? Le città sono scomparse. Basti immaginare che quando inizieranno nuovamente i commerci, Milano sarà 20 volte più grande di Parigi. Ma perché le città scompaiono? Queste sono sedi della burocrazia statale, del governo, del re, dell’amministrazione periferica dello Stato; ma se lo Stato non esiste, poiché il re è nel suo feudo e non vi è più una struttura statale, è chiaro che tutto ciò viene meno. Qualcosa è, invece, sopravvissuta anche nell’Italia settentrionale: rimangono ancora alcuni segni di città anche se tutto ciò che vi era prima quali ponti, fognature e qualsiasi cosa facente parte della città scompare.

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Perché quindi si parla di una distinzione tra due realtà in Italia? Perché durante questa prima fase l’Italia meridionale continua ancora a commerciare con Bisanzio a differenza di tutta l’Italia settentrionale tranne Venezia, che si è rifugiata, durante le invasioni barbariche, nelle isolette e ha conservato una forma di indipendenza. Questa, poi, producendo un bene allora essenziale per la conservazione dei prodotti, il sale, riesce a commerciarlo con Bisanzio e conseguentemente a raggiungere forme di sviluppo. A poco a poco, dalla fine dell’800, iniziano a svegliarsi anche altre città come Amalfi e Gaeta e, in una seconda fase, a partire dall’anno 1000, da Pisa e Genova alcuni cittadini danno vita a delle scorrerie, per assaltare le navi islamiche e rubare il bottino. L’eco di tali scorrerie si fa forte anche all’interno dei feudi, da cui iniziano a distaccarsi anche altri cittadini (che si rifugiano principalmente nelle sedi vescovili), sgretolando pian piano questo sistema feudale che si era creato. Perché, però, avviene questa emigrazione dal feudo? Da un lato per le condizioni negative in cui vivevano; dall’altro vi è l’attrazione. Le cause erano, quindi essenzialmente due: innanzitutto il disagio. I feudi, infatti, erano società poco eterogenee, a differenza delle nostre con infinite figure sociali. Allora ve ne erano soltanto tre: preti e monaci (coloro che pregavano), cavalieri e contadini. In questa situazione di immobilità (io sono figlio di contadino e resto contadino), si percepisce l’attrazione (seconda causa) allo sviluppo.

Le prime forme di disgregazione si registrano, quindi, tra Venezia, Genova e Pisa. Questi ultimi, in particolare, si dirigono alla conquista della Corsica, Sardegna e Tunisia, fin quando gli stessi (genovesi e pisani) si lanciano alla conquista di Palermo nel 1067 (allo stesso tempo viene, infatti, eretto al Signore il duomo di Pisa, per celebrare appunto la conquista della Sicilia e l’estromissione degli infedeli). Ma la vera disgregazione del mondo feudale, avviene attraverso la prima crociata (1095), organizzata dal papa (in realtà, gli viene chiesto aiuto da parte dell’imperatore di Bisanzio, il quale rivolse un appello all'occidente affinché lo potessero aiutare a respingere gli invasori turchi). Proclamata la crociata non vi era bisogno di costruire un esercito, già presente da 4 secoli e costituito da cavalieri, i quali partono dall’Inghilterra e i cui beni degli stessi, nelle more della crociata verranno conservati e garantiti dalla chiesa, unico potere universale. Arrivati in Palestina, riescono a conquistare Gerusalemme. Si assistette, a tal punto, all’esigenza di fornire costantemente questi cavalieri e, quindi, di organizzare una flotta: ecco che quindi, proprio per alimentare i cavalieri in terra santa, vennero riaperti i commerci col mediterraneo.

Tra le città che più ne approfittarono, ricordiamo innanzitutto Venezia, che era riuscita, prima ancora della crociata, a farsi assegnare dall’imperatore di Bisanzio la possibilità di superare le dogane e, quindi, di immettere le merci senza pagare nessuna tassa e, soprattutto di poter commerciare all’interno del territorio. In particolare, a seguite della seconda e della terza crociata (entrambe fallite), è nella quarta crociata che i veneziani sfruttano tutte le possibili occasioni. Vi sono, infatti, 30000 cavalieri che devono essere portati in Palestina e Venezia si accolla il compito di trasportarli via mare, dietro ovviamente un pagamento. Poiché i cavalieri non possiedono i soldi per il pagamento, Venezia offre loro il trasporto in Palestina, se questi avessero conquistato Costantinopoli. Così fu e i veneziani di fatto governarono per circa 60 anni Costantinopoli.

Questo comportò commerci con l’Oriente e la nascita del primo grande impero marittimo della storia. Ma queste città che nascono, che tipo di città sono? Si tratta di città completamente diverse da quelle esistenti in Cina, nei paesi arabi, nell’Italia meridionale, nell’impero romano. Non sono città sede del potere statale, ma città che nascono e si sviluppano in funzione esclusivamente del commercio; sono città essenzialmente commerciali, sia quelle che hanno un porto, sia quelle che si trovano lungo gli assi del commercio tra Occidente e Oriente come Milano e Pavia. Tali città nascono in tutta Italia, ma come si sa vi è una distinzione tra Italia del sud e del nord: difatti, tra l’800 e il 1000, sono soprattutto le città meridionali come Amalfi e Gaeta a commerciare soprattutto con l’Impero di Bisanzio.

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Quando avviene la rinascita delle città e dei commerci, dopo la prima crociata, il sud viene bypassato, poiché il commercio si verifica tra Oriente e Occidente, e il meridione non è una terra di passaggio. Vi è, però, una profonda diversità fra le città meridionali e settentrionali: le città dell’Italia meridionale sono sedi periferiche dello stato (ad esempio il Regno di Sicilia con Federico II, che è il primo vero grande stato europeo, la prima struttura statale, in questo caso monarchia, moderna, con una burocrazia statale moderna). Tuttavia, quest’area diventa un’area arretrata, poiché dall’altra parte nascono altre città, città stato. Ognuna di queste rappresenta uno stato individuale che si connota con delle mura e crescono, ma non per l’aumento della popolazione, ma perché affluisce dalla campagna la popolazione in eccesso, che si sposta appunto verso le città. Queste allora costruiscono la prima cinta muraria, la seconda, la terza ecc. cioè si allargano continuamente. Questa gente, come gli artigiani, si stabilizzano nei sobborghi della città: ecco che nasce il termine borghese. Tali città, perciò, diventano sempre più grandi, rafforzando man mano le loro mura (Venezia, Milano e Genova arrivano a 100mila abitanti, Palermo rimane a 50mila, Napoli a 30mila). Esse nascono dal nulla, e dal nulla si devono reinventare gli acquedotti, devi darsi una regolamentazione, devono produrre una legislazione (ubi societas ibi ius). Ogni città, così come i feudi, è un’entità a se rispetto alle altre città; queste nascono e si sviluppano in funzione dei commerci riaperti; ma il commercio avviene se si preleva qualcosa e si da qualcosa, quindi queste città che nascono inizialmente in funzione del commercio, portano ovviamente parte delle industrie che si sviluppano in un altro polo che è quello di Bruge (l’attuale Belgio), che non ha nulla a che vedere col polo italiano in termini di sviluppo. Le città italiane sono quelle che creano dal nulla la contabilità doppia e le banche; il capitalismo nasce infatti nelle città italiane e queste città dall’anno 1000 al 1600 dominano l’economia mondiale, mentre Genova e Venezia costruiscono il primo impero marittimo della storia. L’ingresso in altre città è ovviamente vietato. Ma se le campagne si spopolano a favore delle città, quale rapporto c’è tra città e campagna? È vero che le città si sviluppano grazie al commercio, ma come mangiano? Se i contadini scappano in città ovviamente non andranno a fare i contadini. Cosa rappresenta, quindi, la città per questi cittadini feudali?

Questo e molto altro nel prossimo post!!

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