Insieme verso uno sviluppo globale (I parte)
Alla fine del ‘400 si registra il crollo del vastissimo impero romano, con la successiva conquista dei barbari e soprattutto di un particolare gruppo di barbari: i Longobardi, che occupano l’attuale Lombardia e danno inizio a questa avventura dell’Italia non indipendente.
Ciò che a noi adesso interessa è una data particolare per la storia dell’umanità e dell’Europa: il 632, morte di Maometto. Da tale evento, inizia un tentativo da parte dei paesi arabi, enfatizzati dalla morte del profeta, di islamizzare il mondo e conquistare parti di quello che era l’impero romano e l’impero bizantino (come si sa, l’impero romani si divise in due parti: impero romano d’oriente, bizantino, con capitale Costantinopoli e l’impero romano d’occidente con capitale Roma; con la caduta dell’impero romano, cade la parte occidentale, ma non quella orientale). Questa avanzata veloce verso l’islamizzazione porta alla conquista di paesi come la Persia, la Siria, l’Iraq e tutto il nord Africa e attraverso lo stretto di Gibilterra tutta la Spagna. È così che in quasi 100 anni riescono ad occupare grande parte dell’ex impero romano, venendo poi fermati sotto le mura di Costantinopoli nel 717 e sui Pirenei, in Francia, da Carlo Martello (732). Perché andare così indietro nella storia? Perché da quell’epoca, il Mediterraneo, che era stato un lago di pace, di trasporti e di scambi culturali e commerciali tra Occidente e Oriente, che avevano fatto avanzare di molto la civiltà, si interrompe. Nasce un conflitto tra due parti che non si risolve né nel 717 né nel 732, poiché qualunque armistizio non può portare la pace tra due entità, una connotata dalla religione cattolica e un’altra da quella musulmana.
Da ambedue le parti si hanno forti desideri: di evangelizzazione dalla parte cattolica e di conquistare menti e cuori degli altri dalla parte musulmana. L’arrivo degli eserciti islamici, non comporta soltanto la conquista territoriale, ma loro impongono anche il controllo delle coscienze, come nei regimi dittatoriali, e della fede religiosa. Il contrasto è, quindi, continuo: mentre in Occidente vi sono il papa e l’imperatore, in Oriente si instaura un connubio (grande disgrazia rispetto ai nostri valori laici) tra potere religioso e potere politico in un’unica entità. Si tratta, perciò, di un problema fondamentale, in quanto implica la libertà di pensiero e la libertà religiosa. Si tratta di un qualcosa avvenuto alla fine degli anni ’90 del secolo scorso che ha determinato tutti gli eventi che oggi conosciamo: la riscoperta dell’islam come elemento di contrasto con gli infedeli e, in particolare, con quelli di religione cattolica; un qualcosa, perciò, che si trasforma in guerra santa. Cosa determina tutto ciò? Come ha determinato tutto ciò per l’Islam un arretramento culturale così come per l’Europa, priva di contatti con l’Oriente? L’Europa, infatti, subì un arretramento secolare di una portata immensa: vi era una situazione di impossibilità di commerci con l’Oriente mentre, dall’altra parte, per esempio in Portogallo, Francia, Olanda e Belgio, alcuni popoli barbari come i norvegesi e i danesi, per un eccesso di popolazione, si spostarono nel mondo più civilizzato che è quello dell’Europa occidentale. Infestano, quindi, con scorribande, le coste di Inghilterra, Francia, Olanda ecc. La navigazione, pertanto, nell’Atlantico diventa insicura.
L’Europa, perciò si trova chiusa sia dalla parte dell’Atlantico, sia dal Mediterraneo, venendo così meno eventuali scambi culturali, ma soprattutto i commerci. Come si struttura perciò l’Europa? Cosa aveva insegnato questa conquista veloce dell’Islam? La conquista veloce era dovuta al fatto che l’esercito dell’Islam era un esercito di cavalieri che si riuscivano a spostare rapidamente, però con delle armature pesanti. Ciò implica l’impossibilità di movimento sul cavallo e quindi la necessità di un allenamento; ma l’allenamento comporta tempo e di conseguenza l’impossibilità di poter pensare al cibo. Ecco che quindi il re si rivolge all’unica ricchezza possibile, in un Europa senza commerci e traffici: la terra, di cui gran parte era della chiesa. Si trattava ora di assegnare a qualunque soldato a cavallo una porzione di terra, un feudo, che avrebbe permesso lui un sostentamento. All’interno del feudo vi sarebbe stata così una comunità di famiglie che provvedevano al reperimento degli alimenti. Si crea così una contea; per via dei matrimoni si possono poi unire due contee o per via di conquista forzata, dando vita al principato. Il re, assegnando questi feudi, obbliga al vassallo di giurare fedeltà al sovrano e allenarsi per fornire servizio militare, qualora lo fosse necessario.
Questo, però, cosa implica? L’Europa di allora si riveste, ovviamente di questi feudi. All’interno di essi vi è una parte centrale, coltivata in maniera estensiva, ad esempio a grano, ma la maggior parte è bosco e pascolo. Il conte (il vassallo) da a sua volta a delle famiglie delle strisce di terra di dimensioni dipendenti dalle unità familiari. In cambio di protezione da parte del conte, queste famiglie contadine danno al conte stesso gli alimenti e i servizi (come la tela per i vestiti) di cui ha bisogno, a scadenze prefissate. L’Europa, perciò, si riveste di migliaia e migliaia di feudi. Perché tutto ciò è importante? Perché i diversi feudi non commerciano tra di loro: non solo i commerci spariscono con l’Oriente o con l’Atlantico, ma anche con l’Europa stessa. Ogni unità, perciò, è un’unità economica chiusa, ossia senza sbocchi della produzione. Ma se la produzione non ha sbocco, io contadino che interesse ho a produrre di più del necessario? A migliorare le tecniche produttive? Ecco che, a partire dal ‘700, fino a circa il 1100, un’involuzione culturale a causa dell’assenza degli scambi. Sparisce quasi del tutto, tranne in parte in Italia, tutta la moneta (se non vi sono scambi la moneta a cosa serve?); l’istruzione, dando vita ad un mondo europeo di analfabeti. Fortunatamente l’istruzione è stata conservata ai monaci: vi è infatti una struttura parallela, quella del papato: già dal 500, attivando un matrimonio con il sorgere di entità mistiche (cioè monacali), utilizzando i monaci, il Papa cristianizza l’Europa. Invia, infatti Sant’Agostino, monaco benedettino in Inghilterra, alla fine del 500. Da questo, San Bonifacio parte per cristianizzare (evangelizzare) i Germani e i Sassoni nel 700. Si crea cioè l’Europa cristiana, sono queste le radici cristiane dell’Europa. Se non vi fossero stati i monaci, pertanto, si sarebbe perso l’uso della scrittura.
Ciò che a noi interessa dal punto di vista storico-economico è la mancanza di sbocchi, di commerci. Era talmente tanto elevata la chiusura economica di tali entità, era talmente tanto importante la protezione del feudo da parte dei conti, che era proibito a tutti gli abitanti del feudo stesso spostarsi in altri, pena la morte. L’Europa, pertanto, con lo scopo di realizzare una propria difesa, crea una struttura economico sociale, facente da supporto ai cavalieri, che la fa arretrare completamente dal punto di vista economico. Si tratta, perciò, di un problema di grandissima entità. L’Europa si chiude in se stessa per circa 4 secoli, imprigionata da danesi e norvegesi che non si stabilizzano ma navigano le coste. A differenza, invece, gli svedesi (che sono i russi di oggi), attratti dalla ricchezza di Bisanzio, commerciano con tali entità.
Tutto ciò è quello che riguarda l’Europa.
Diversa è, invece, la situazione italiana, ma questa è un'altra storia. Grazie e al prossimo post!!