La capretta e il tesoro nascosto – Storie e leggende del nord-est
Oggi vi racconterò una breve storiella delle mie terre natie, la storia dell’amore di una madre, di una capretta e del suo tesoro nascosto, il più classico dei …e vissero felici e contenti…
Buona lettura!
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A Promontore, un villaggio di pescatori all'estremità meridionale della penisola istriana, tanti anni fa viveva una povera donna. Povera nel senso che viveva di stenti, dopo essere rimasta vedova con tre teneri figli. Suo marito pescatore, uscito un giorno per la pesca nelle acque dello Scoglio di Porer sormontato dal faro, fu sorpreso dal maltempo e non tornò più alla sua famiglia. Andò a far compagnia ai pesci che in quelle acque brulicano numerosi, richiamati dalla luce del faro.
Tutto il patrimonio della povera vedova, oltre alla catapecchia in cui viveva, era una capra. Un animale caro e prezioso perché dava il latte che sfamava i piccoli figli della donna. Li sfamava per modo di dire, perché la fame non finiva mai. E un brutto giorno anche la capra, fattasi vecchia, cessò di dare il latte.
Fu tanta la pena e la disperazione della donna, che si ammalò. Prima di chiudere gli occhi per sempre, chiamò a sé la capretta e le disse: “Capretta mia cara, ti ringrazio per aver tenuto in vita i miei figli, ma ora devi aver pietà di loro e aiutarli come meglio puoi. Io te li affido, non hanno che te...”
La capretta, con le lacrime agli occhi, strofinò il muso al giaciglio sul quale la donna aveva chiuso gli occhi,
cacciò un "behh-beeh-beh” che sembrava un singhiozzo, un pianto, e si allontanò dalla casa.
Si arrampicò sulla collina sovrastante il villaggi e, con i suoi piccoli zoccoli, comincio a scavare il terreno. Scavò a lungo, per ore. A un tratto dalla buca salì un breve suono metallico, un tintinnio...
La capra aveva portato alla luce un tesoro! Un mucchio di zecchini d'oro luccicava al sole dalla bocca di un grande vaso di terracotta.
Come aveva fatto la capra a sapere che in quel posto si celava il tesoro?
Ecco, da giovane, la capretta era appartenuta all'uomo che aveva sotterrato quel tesoro. Era il tesoro dei pirati insieme ai quali per un certo periodo il padrone della capretta aveva scorrazzato nelle acque istriane e delle isole del Quarnero. Di notte faceva il pirata, di giorno sembrava un pacifico pastore. Una notte, mentre stava per toccare terra nell'insenatura di Promontore, l'imbarcazione dei pirati fu spinta dalle onde agitate contro uno scoglio che appena affiorava dall'acqua, finendo per infrangersi e affondare. Unico superstite, il pastore riuscì a salvare solo un sacco pieno di zecchini...
Grato al Cielo per aver avuto salva la vita, il pastore giurò che non sarebbe più tornato a fare il pirata, dedicandosi unicamente alla sua terra e al suo gregge. A nessuno svelò mai il proprio segreto, né mai volle spendere un solo centesimo di quegli zecchini. In punto di morte, per togliersi una pesante pietra dal cuore, chiamò a raccolta le sue capre e svelò ad esse il segreto del tesoro. Disse loro: “non ditelo a nessuno. Darete quegli zecchini unicamente ai bambini poveri, orfani di padre e madre.”
Così la capra scavò il tesoro per aiutare i figli della povera donna ridotta in miseria. Da allora non furono più poveri.
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