Un articolo scientifico nella vita reale

in #ita6 years ago

Recentemente, sto gestendo un gran numero di post con contenuto scientifico come editore del progetto @steemit-italia ed una delle difficoltà che spesso trovano gli autori è quella di trovare e capire quali sono delle fonti attendibili.


Ogni citazione ha un suo peso nel mondo della scienza. Vediamo assieme quale! Immagine di Mike Thelwall, Stefanie Haustein, Vincent Larivière, Cassidy R. Sugimoto (paper). Finn Årup Nielsen (screenshot). CC BY 4.0

Quando si lavora in capo scientifico, non tutte le riviste sono uguali e non tutte le fonti hanno una reale importanza: questo avviene perché, come in tanti altri campi, la qualità delle pubblicazioni ha un peso che incide sulla reputazione della rivista.

In questo articolo voglio far avvicinare gli utenti al mondo della pubblicazione scientifica, quella reale, partendo dalla mia esperienza personale nel campo sanitario. Buona lettura!

Il professore e lo specializzando

Dobbiamo iniziare con una distinzione, tipicamente italiana, tra quelli che sono i centri universitari e gli ospedali. Gli Ospedali Universitari e gli Ospedali pubblici condividono lo stesso obiettivo: quello di curare le persone. Tuttavia, nell’ospedale pubblico, il personale si concentra quasi interamente sul lavoro “medico” e raramente vi si possono trovare dei medici con titoli accademici (il “professore”). Negli ospedali universitari invece, il personale è quasi interamente accademico: qui lavorano i “professori” che oltre ad avere mansioni mediche, dividono il tempo tra ricerca e insegnamento.


Il celebre telefilm Scrubs si incentra sulla vita degli specializzandi e di come questi possano avere rapporti molto differenti con i propri "tutor"

Nei centri universitari, fanno capolinea studenti, che frequentano durante il percorso di studi i reparti, tirocinanti e specializzandi. L’ultima figura è, nella maggior parte dei casi, il giovane motore della ricerca: neomedici tra i 26 ed i 33 anni che stanno affrontando un percorso lavorativo parzialmente tutorato per acquisire una seconda laurea di specializzazione. Il rapporto che si instaura tra professore e specializzando varia molto da caso a caso: si passa dalla più totale sudditanza ad un rapporto personale di stima reciproca altamente produttivo. Nel mio percorso, posso dire di aver sperimentato tutte le sfumature di questo strano rapporto!

Il primum movens

Alla base di un articolo scientifico vi è un’idea che spesso viene partorita proprio da uno specializzando e più raramente da studenti o tirocinanti. Ad esempio, ho pubblicato per la prima volta un lavoro scientifico durante la preparazione della mia tesi di laurea in medicina. In realtà il termine pubblicare è usato impropriamente in questo caso e presto capirete perché.

L’idea per un articolo scientifico può venire in seguito alla presentazione di un caso clinico particolare, per ampliare o confutare un articolo presente già in letteratura, per descrivere la propria casistica o semplicemente per trarre le somme su un determinato argomento già presente in letteratura.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, scrivere un articolo su uno stesso argomento non è considerato inutile, anzi, aggiunge evidenze a supporto di una determinata tesi. Ad esempio, se in Giappone scrivono che la tirode (una ghiandola endocrina situata nel “collo”) si può asportare tramite un taglio dal labbro senza grossi rischi ed in letteratura vi è un solo studio con 1000 casi, nonostante il campione notevole di persone nessuno penserebbe mai di togliere la tiroide dal labbro. Se invece ci sono 40 studi, di cui 3 review e 4 metanalisi che attestano che questa procedura è fattibile e sicura, il discorso cambia. Capirete quindi che affinché una nuova procedura venga utilizzata a tutti gli effetti nella pratica sanitaria, occorrono diversi studi e l’approvazione da comitati del settore che elaborano, di anno in anno, le linee guida mondiali per il trattamento di quella patologia.

Dall’idea…all’idea di articolo

Abbiamo la nostra idea, che può essere di natura positiva o negativa: nel senso che potremmo voler supportare un’ipotesi o proporne una noi oppure confutarne una già presente in letteratura. Che tipo di articolo fare?

  • I Case Report sono degli articoli incentrati su uno o più casi clinici particolari (in genere un numero molto basso che non consente di estrapolare dati statistici), nella quale si descrive il caso (il paziente) ed il tipo di trattamento effettuato. A volte le innovazioni tecniche e gli spunti per studi più grossi partono proprio da qui.

  • Uno Studio è la forma classica di articolo scientifico. Può essere descrittivo, retrospettivo o prospettivo in base ai dati come vengono raccolti. Può essere randomizzato, acquisendo maggior rilevanza scientifica perché si annullano risultati casuali (ma richiede un gran numero di casi e dati) o può essere non randomizzato. È il perno della letteratura scientifica.

  • Le Review sono degli articoli particolari, nella quale gli autori studiano tutta la letteratura presente al momento su un determinato argomento ed in maniera oggettiva traggono le somme. La Review sistematica è un tipo di lavoro scientifico con un valore molto maggiore rispetto la semplice review, in quanto a monte vi è un lavoro di selezione degli articoli in base a quanto prestigiose sono le citazioni e le fonti inserite. La Review Sistemica quindi ha un impatto maggiore sul progresso scientifico perché fa un riassunto attendibile su un determinato argomento, la Review semplice invece include all’interno lavori anche poco importanti o eseguiti male, richiede meno tempo e serve a dare più un infarinatura generale al lettore.

  • Le Metanalisi sono degli articoli estremamente di valore dal punto di vista scientifico. Similmente alle Review Sistemiche, includono diversi lavori già presenti in letteratura con un grande impatto scientifico, tuttavia a differenza delle Review Sistemiche, che sono più descrittive, si basano quasi interamente su calcoli statistici per determinare se A e migliore di B.



Un esempio di grafico presente nelle metanalisi. In grafico, si comparano i risultati di diversi articoli scientifici dal 1981 al 2006. Immagine di Fazel S, Gulati G, Linsell L, Geddes J, Grann M (2009). "Schizophrenia and Violence: Systematic Review and Meta-Analysis". PLOS Medicine. DOI:10.1371/journal.pmed.1000120. PMID 19668362. PMC: 2718581. CC BY 3.0

Il progresso scientifico viene dettato da Review Sistemiche e Metanalisi, che a loro volta sono costituiti da numerosi Studi, a volte ispirati sui Case Report. Quando diverse metanalisi supportano un’ipotesi, i comitati scientifici aggiornano le linee guida con i nuovi trattamenti e tutto il mondo scientifico si adegua.

La stesura di un articolo

Una volta decisa idea, tipo di articolo, non rimane che raccogliere i dati e scrivere l’articolo. La stesura di un articolo è un processo lungo: il comitato etico dell’università o del centro da cui parte lo studio deve approvare li disegno di studio, assicurandosi che non vengano lesi i diritti dei pazienti. Poi si inizia la raccolta dei dati e la stesura dell’articolo, che deve ovviamente essere redatto in un inglese perfetto. La raccolta dati talvolta non è semplice: spesso è necessario investire fondi di tasca propria per comprare reagenti, particolari strumenti o l’accesso a banche dati. La presentazione dei dati deve essere fatta in maniera statistica, meglio se con grafici che consentano al lettore di consultarli rapidamente. Una volta che un articolo è pronto, processo che richiede mesi (se non anni e decenni per quelli più complessi), si cerca dove pubblicarlo.

Una piccola curiosità sull'ordine dei nomi che compaiono nell'articolo. Il primo nome è in genere la persona che ha dato il contributo maggiore all'articolo, sia nell'idea che nella stesura. Il secondo ed il terzo nome, con un peso proporzionato all'ordine, hanno dato anche loro un importante contributo. L'ultimo nome è in genere chi dirige il reparto o il professore di riferimento dello studio, che ha svolto più un'attività di coordinazione e guida. I nomi "nel mezzo" in genere hanno dato un contributo minore. Cosa tutta italiana, l'ordine dei nomi spesso non coincide con il contributo dato. Il primo nome infatti in genere è quello del professore che dirige il reparto o che ha coordinato il lavoro, mentre il secondo nome è chi ha avuto l'idea e ha scritto l'articolo. Il terzo pure ha dato un suo contributo, mentre gli altri nomi hanno minor rilievo. Dal punto di vista della visibilità, la maggior parte dei sistemi di citazioni includono i primi 3 nomi nella compilazione della bibliografia, scrivendo poi un et al. per indicare "e altri".

Pubblicazione e Impact Factor

obes surg.png
Su Obesity Surgery ho pubblicato il mio primo lavoro, con un IF di 3.8. Fonte: Pagina web della Springer

L’Impact Factor (IF) è un valore che indica quanto una rivista è prestigiosa. Il prestigio di una rivista viene determinato da quante volte vengono citati articoli pubblicati su di essa, da altri lavori scientifici.

Più nello specifico, l’impact factor per l’anno corrente viene calcolato sulla scorta di quante citazioni bibliografiche nel biennio passato ha ricevuto la rivista in altri articoli. Un impact factor di 1 vuol dire che la rivista è stata citata in media 1 volta su ogni articolo prodotto nello scorso biennio. Una rivista con alto impact factor contiene articoli di elevatissima qualità: pubblicare su queste riviste, anche una sola volta nella vita, è un grandissimo onore. Tra le riviste più prestigiose, cito Nature (IF 42), Science (IF 34), Cell (IF 28).

La scelta della rivista su cui pubblicare è data da diversi fattori:

  • Disponibilità economica: perché per pubblicare un lavoro, si paga purtroppo.

  • Impact Factor della rivista: pubblicare su riviste con IF alto, aumenta il prestigio degli autori e dell’Università/Centro.

  • Tipologia dell’articolo: alcune riviste ad esempio, non accettano case report o trattano solo determinati settori della scienza (chirurgia, endocrinologia, etc.)

  • Qualità del lavoro: se il lavoro non aggiunge niente di eclatante al mondo scientifico, è bene puntare ad una rivista con IF basso (0,8 – 2) per evitare di sprecare tempo.

Aggiungo due parentesi. Quanto più è impattata una rivista, tanto più il costo di pubblicazione sale, arrivando a decine di migliaia di euro. In genere sono gli autori che di tasca loro pagano i costi di pubblicazione, raramente vi sono fondi messi a disposizione dall’università (capite ora quando si parla di fondi per la ricerca, non servono solo per comprare strumenti e reagenti…). Ci sono articoli a volte finanziati da cause farmaceutiche o case che producono strumenti particolari: ovviamente questi articoli hanno un peso minore perché sono nella maggior parte dei casi a favore del nuovo farmaco/strumento.

Altra parentesi è sul tempo. Quando si invia un lavoro scientifico ad una rivista, questa la sottopone a diversi controlli, che impiegano mesi o anni. Una volta terminati i controlli ed il processo di peer review, il lavoro, dopo che per mesi è stato bloccato in una redazione, può anche essere rigettato. La mia prima pubblicazione ci ha messo 4 mesi per essere stata accettata!

Peer Review

Nel mondo scientifico tutti i lavori vengono revisionati da esperti del settore che fanno parte della editorial board di una rivista. Ad esempio, io faccio parte della editorial board di BMC Surgery, un ramo della rivista BMC che tratta argomenti di ordine chirurgico. Quando alla rivista arriva un nuovo articolo da valutare, un editore prende in carico la richiesta e invia una copia dell’articolo in maniera casuale ai reviewers (di cui io faccio parte) che si occupano di quel particolare argomento. In base a ciò che i reviewers scrivono dell’articolo, l’editore prende la decisione finale se approvare o meno il testo, se rimandarlo al mittente con una serie di consigli per migliorarlo e riprovare l’invio o se bocciarlo direttamente.

bmc surge.png
I reviewers vengono contattati dagli editori tramite email per il processo di peer review. Immagine di mia proprietà.

Il pozzo di scienza

La più grande banca dati esistente al mondo sui lavori scientifici è Pubmed. Attraverso il motore di ricerca potete trovare diversi articoli scientifici non solo su medicina e biologia, ma anche in altri ambiti. Quando scrivete un articolo scientifico vi consiglio sempre di fare una ricerca qui per le fonti: anche se alcuni articoli sono a pagamento, l'abstract, ovvero l'introduzione/riassunto dell'articolo, è sempre pubblico e può fornirvi preziose informazioni! Se avete tanti risultati cercate le review sistematiche oppure articoli pubblicati su riviste con IF alto.

Conclusioni

Capirete che il lavoro dietro una pubblicazione scientifica è davvero enorme e che, articoli presi da facebook o da internet in generale, quando non hanno nelle fonti bibliografiche articoli presenti su riviste impattate, valgono come il giornaletto di Topolino! Scherzi a parte, spero di averti dato uno spaccato di vita reale nel vero mondo scientifico e di averti incuriosito un po’. Grazie per aver letto fino a qui!


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Molto interessante ed utile questo articolo complimenti.

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Un post molto interessante sull'argomento.
Se però consideriamo queste difficoltà (come quelle da te citate):

• capire quali sono le fonti attendibili
• un'ottima conoscenza dell'inglese sia per la lettura delle fonti che eventualmente per la stesura
• dover pagare per far pubblicare su una rivista ad alta visibilità e attendibilità (piuttosto che il contrario, previa verifica/approvazione)

tutto ciò potrebbe scoraggiare più che avvicinare l'utenza, soprattutto se non proprio "addetta ai lavori"..

In particolare il primo punto, che riguarda il reperimento delle fonti attendibili, presenta diverse difficoltà; sebbene Internet abbia agevolato il compito fornendo un numero crescente di informazioni disponibili, allo stesso tempo oggi dobbiamo far fronte ad una sovrabbondanza di informazioni, spesso del tutto incomplete o errate, e questo rallenta e rende più difficile la ricerca. E' vero che ci sono dei meta-motori che aiutano nella ricerca di nicchia per articoli scientifici, ma spesso come hai detto a parte l'abstract bisogna pagare, il che non è molto incentivante.

Sei caduto nel tranello :P
Ho fatto questo post proprio perché gli utenti confondono l'articolo scientifico su steemit con l'articolo scientifico "reale".

I post che io come tanti utenti possiamo scrivere su steemit in ambito scientifico, sono dei semplici riassunti, ben fatti o meno, dei "veri articoli scientifici" o di libri...

Questo che ho descritto è il percorso che ogni lavoro scientifico, nella vita reale, compie per essere pubblicato. Non ha nulla a che fare con i post scientifici qui su steemit...che a mio modesto parere, devono, per essere di qualità, basati su articoli veri...pubblicate su riviste serie. Niente personal-trainer.it, wikipedia e siti di topogigio!

Per carità, è ovvio che ci sia differenza tra il vero articolo scientifico e quello postato sul blog, ma in entrambi i casi ci sono queste difficoltà, di cui alcune in comune.

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