Il mio 16 marzo 1978

in #ita7 years ago (edited)

Ciao a tutti. Vorrei condividere un ricordo personale di una giornata tragicamente storica. Avevo 14 anni, ed ero appena entrato in uno dei licei più noti e turbolenti di Roma. Vivevo gli scontri sanguinosi e talvolta mortali che coinvolgevano i miei coetanei come se fossi calato in un film di guerra, o nel Far West. Perfino gli eventi più tragici mi eccitavano, invece di inorridirmi. Lo stile della narrazione qui sotto riflette il mio modo cinico e infantile di allora di vivere quegli eventi, da quattordicenne. A quell'età ci si crede immortali, invincibili, e ci si nutre di emozioni, qualunque esse siano. Ringrazi le pallottole che ti fischiano vicino. Ridi, urli, e ti butti nel casino. La realtà non la vivevo e non la capivo veramente, per me era come la sceneggiatura di un film.
Ripensando a come eravamo noi, mi sento di assolvere i quattordicenni di oggi, che vivono navigando nell'oceano del loro cellulare e guadando il lago della PS4. Almeno loro non sprangano e non sparano. Ho avuto la fortuna di sopravvivere e non farmi male. Per questo sono ancora qui a raccontare.


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La mattinata era cominciata come al solito. Rissa fuori da scuola: noi a difendere il cortile contro i neri assedianti. "Noi" si fa per dire...io ero un piccoletto del quarto ginnasio, appena sbarcato al Giulio Cesare, e guardavo i grandi sfidarsi. Stranamente, quella mattina i due gipponi della polizia coi colori della Lazio (orrore) non ci attendevano già parcheggiati in Piazza Trasimeno, quindi la rissa aveva potuto svilupparsi in modo più ordinato e strutturato del solito.


Credits

Sul più bello, arrivano a sirene spiegate i gipponi. I poliziotti scendono dal portellone posteriore brandendo il manganello e cominciano a disperdere i fasci. Il primo che becca la sveglia è un piccoletto che mi fa tanto ridere: aria cattiva (lo crede lui), mani perennemente guantate (per far capire che è pronto a tirare cazzotti), tanti strepiti e pochi fatti. E le prende sempre.

Dopo che i nostri Templari hanno ricevuto il loro premio (baci delle ragazze carine sulle labbra spaccate), entriamo in classe. Tutto si preannuncia normale: la professoressa-chioccia spiegherà per 4 ore di fila, mentre noi penseremo ai fatti nostri.

Invece, poco prima della ricreazione, arriva la notizia.

Moro è stato rapito.

A quel punto faccio d'istinto un gesto a cui ho poi ripensato molto, molto spesso per tutti questi anni. Ho cominciato a vergognarmene molto presto. Poi mi sono in parte autoassolto, prendendo coscienza della mia percezione alterata da quattordicenne della vita e della morte.

ESULTO, come allo stadio quando la Roma segna.

Perfino i miei compagni mi guardano con riprovazione.

La mattinata scorre più o meno normale. La prof è chiaramente molto turbata, ma si sforza di restare su Omero e affini. Io non vedo l'ora di saperne di più su ciò che succede fuori. Quando suona la campanella e usciamo dalla classe, ci rendiamo conto che il mondo è diverso, che la musica è cambiata. Fino a quel giorno non avevo mai visto poliziotti all'interno dell'edificio scolastico. Ora ce ne sono molti, nei NOSTRI corridoi (dove normalmente tiriamo le miccette indisturbati) e imbracciano le loro mitragliette M12.
Ma cosa pensano, che l'abbiamo rapito noi Moro? Come si permettono?
Nel pomeriggio sono a casa, e guardo il telegiornale. Non sono i volti gravi dei giornalisti che mi colpiscono, ma la quasi assenza di traffico nelle strade. Fosse veramente successo qualcosa di grave?
Comunque, sono un ragazzino, quindi dopo pochi minuti non ci penso più. Il giorno dopo un mio amico in motorino, fermato dalla polizia per un controllo, avrà la sfrontatezza di dire agli agenti che non ha nascosto Moro nel serbatoio.

Eravamo così. Un uomo, che ho imparato nel tempo a rispettare, e di cui ho anche avuto il privilegio di conoscere il figlio, stava per pagare con la vita la sua coerenza.

Sort:  

Giulio Cesare polvere di fascismo ben vestito. Io Mamiani frikkettonismo targato prati-balduina

Ciao bel post complimenti...mi sorprende (positivamente) che assolvi i ragazzini di oggi, è raro sentirlo dire

interessante spaccato di storia, mi affascina, avendo solo 26 lo vivo come un qualcosa di distante, di visto giusto in qualche serie televisiva o in qualche libro, mi ha riportato in mente il contesto storico in cui è ambientato Romanzo Criminale.

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la sua storia e' molto interessante. non sapevo che i bambini italiani hanno fatto le cose forte come ha raccontato Lei.

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