Miyamoto Musashi e gli scritti prima della morte 5ª parte.

Passato più di un mese dall'ultimo capitolo sui precetti di Miyamoto Musashi, ovviamente non mi sono dimenticato di scriverne ma sono stato impegnato con altre cose e anche la situazione di SPI mi ha tolto un po' di concentrazione. Andiamo dunque ad esplorare insieme i prossimi 3 precetti che Miyamoto lasciò al suo allievo prediletto prima di morire.

Origine immagine: Pxhere CC0 public domain.

Precetto tredici.

Non ricercare il gusto del buon cibo.

Questo precetto fa intendeve come Musashi vedesse il cibo: un semplice mezzo di sostentamento che serviva ad alimentare il proprio corpo: non un piacere da inseguire, non una necessità da ottenere a tutti i costi in un certo modo.

In particolare Musashi avrebbe preso la maggior parte delle diete moderne o dei movimenti che mangiano solo certi alimenti (vegetariani per esempio) e gli avrebbe riso in faccia alla grande. Un altro punto di vista è quello di non diventare assuefatti dai cibi particolarmente invitanti (tipo quelli pieni di zucchero), senza contare che insieme al cibo magari Musashi includeva anche le bevande, in particolare quelle alcoliche.

Penso che fosse quello appena esposto il pensiero di Musashi, non intendendo per cibo buono quello naturale o non processato (ai tempi non esistevano fabbriche e tutti i cibi spazzatura che troviamo oggi nei super mercati). Non penso Musashi si curasse del gusto o delle carlorie, il cibo era solo un mezzo per sostenarsi e nulla di più, non farsi distrarre dalla ricerca di certi cibi o dalle voglie culinarie era un punto essenziale del suo essere stratega.

Precetto quattordici.

Non tenere oggetti di cui non hai più bisogno.

Musashi ha vissuto per molti anni spostandosi continuamente da un posto all'altro, combattendo e imparando sempre più mentre sviluppava il suo personale stile di combattimento. Il distacco che Musashi sottolinea nei suoi precetti culmina nel distacco totale dai beni materiali, in particolare il distacco totale dai beni che non sono più necessari per la propria vita o missione.

Da questo punto di vista mi sento di spezzare una lancia a suo favore, siamo diventati pian piano società che riempono case e case di oggetti inutili che non usiamo più e che probabilmente non useremo mai. Il capitalismo unito al consumismo sfrenato e quel piacere che abbiamo nel possesso di cose spinge ad accumulare una serie di robaccia inutile di cui in realtà non abbiamo bisogno.

Tenere con se solo quello che usiamo e che può tornare utile nel breve termine, questo ovviamente si sposa in particolare con la vita del guerriero errante che non ha letteralmente spazio da dedicare ad oggetti inutili.
(A questo punto metto un mea culpa perché sono una di quelle persone che conserva oggetti anche solo per il ricordo a cui sono legati, nonostante questo trovo il precetto molto utile)

Precetto quindici.

Non comportarti seguendo le credenze di massa.

Avete mai visto una persona che si differenzia dalla massa facendo quello che fanno tutti gli altri? già nemmeno io. Questo precetto è un must quando parliamo di persone realmente originali che puntano a diventare maestri nella strategia, questo non può essere fatto seguendo solo gli insegnamenti degli altri e allineandosi a credenze comuni (che siano religiose o di altri natura).

Bisogna creare la propria scuola di pensiero partendo dalle esperienze personali e da quello che si è imparato anche dagli altri. Non pensiate che Musashi non abbia preso spunto da correnti fondamentali all'epoca nel panorama asitatico, ma non l'ha fatto essendo devoto al 100% a quello che tali correnti insegnavano.

In questo precetto vedo tutto lo spirito del maestro che punta il dito verso una strada che pochi vogliono intraprendere, scordatevi le credenze religiose, le leggi morali o etiche, i vostri stessi istinti animali o umani che siano. Non serviranno a diventare maestri ma solo ad allinearsi alle persone che seguono gli stessi principi.