Papà Perdonami - [FATTI REALMENTE ACCADUTI]
"I SENSI DI COLPA"
By cantastorieMercoledì 18 Febbraio 2018
E' da questa mattina che mi sento strano, mi capita spesso, mi succede sempre in prossimità delle feste. Sento una specie di brivido che dalla pancia sale fino in gola e purtroppo sò che non è un buon segno.
Sto resistendo da questa mattina ma poi ho ceduto, un'improvvisa crisi di pianto. Fortunatamente ero solo in casa, sono andato in bagno ho poggiato le mani sul lavabo ed ho cominciato a piangere come un bambino appena sgridato dalla mamma.
Sono stati 15 minuti terribili, piangevo singhiozzando, ho alzato lo sguardo ed ho visto i miei occhi allo specchio, il viso rigato dalle lacrime ed il respiro che piano piano ritornava normale. Ho cominciato a respirare profondamente , inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, con il tempo per dominare certe cose impari anche a fare Training Autogeno, la respirazione è alla base di ogni tecnica di rilassamento.
Fortunatamente è passata la crisi, ho riacquistato il controllo ed ho lavato il il viso con acqua fredda, mi sono bagnato la nuca ed ho tenuto i polsi per un pò sotto l'acqua fredda. Mi sono ripreso, non piangevo più ma è come se mi sentissi svuotato, privo di ogni voglia e desiderio, io so cos'è,ma è talmente doloroso che faccio fatica persino a raccontarlo a me stesso.
Mi manca Papà
Detto così potrebbe sembrare banale, ho 44 anni ed una figlia di 16 bella come il sole, una moglie speciale ed un fratello ed una sorella che sono tutta la mia vita insieme alle loro famiglie ed i miei nipotini.
Sin da piccolo mio padre stravedeva per me, avermi non fu semplice, arrivai dopo 4 anni di matrimonio ed all'epoca la cosa era considerata una mortificazione. Mia mamma a volte ancora mi racconta di quanto hanno sofferto negli anni in cui non riuscivano ad avere figli, la capisco benissmo, anche io e mia moglie abbiamo tribolato tre anni ma alla fine il Signore ci ha voluti benedire con la nostra unica figlia, il mio sole, il mio tutto.
Io e mio Padre avevamo un legame speciale, sin da piccolo facevo meravigliare i miei genitori per l'ottima condotta a scuola, dalla terza elementare cominciai a studiare pianoforte, ero abbastanza bravo, sentivo la maestra e papà che parlavano in disparte e intuivo che la maestra mi considerava una specie di bambino prodigio.
Ero curioso, smontavo di tutto per capire come funzionavano le cose, ricordo quando mio padre mi regalò il COMMODORE 64, che capata. Solo che io invece di giocarci cominciavo a scoprire le prime linee di codice, molti di voi non lo ricordano ma quelli più anzianotti se lo ricorderanno sicuramente, il grandissimo BASIC, il mondo dei computer cominciò ad appassionarmi e così Papà mi incoraggio e frequentai un corso di programmazione basic, alla fine del corso ebbi un diploma, quel diploma segna l'anno 1986, sono nato nel 73 e se ho fatto bene i conti avevo solo 13 ANNI.
Ero l'orgoglio di mio Padre, un paradosso assurdo, Lui mi ammirava ma non immaginava quanto io ammirassi Lui. Papà era la vita per me, tanto è l'amore che provavo verso di lui che molto spesso, nel mio lettino pensavo che se papà fosse morto io mi sarei lanciato dal balcone per continuare a stare insieme al mio grande uomo.
Poi accadde quello che non doveva accadere, quel poveretto si ritrovò dall'avere un figlio che lo riempiva di orgoglio ad avere invece un misero tossico fallito, provate ad immaginare la delusione, io ora sono padre ci penso e tremo, perchè mi immedesimo.
Non ha mai mollato, la sua missione era quella di salvare il proprio figlio, mio Dio che cosa ho fatto, vorrei flagellarmi per cercare di provare almeno un decimo del dolore che gli ho causato.
I miei genitori si vergognavano di me ed io non mi rendevo conto, mi sputerei in faccia da solo, che merda che sono stato.
Avrei voluto chiedergli perdono, purtroppo non ho fatto in tempo.
17 APRILE 2000
Papà fece degli esami clinici e purtroppo venne fuori che aveva una occlusione dell'aorta bifemorlae, un'arteria principale che porta il sangue alle gambe.
Per me era un periodo tranquillo, ero pulito da alcuni mesi e stavo sotto metadone, le cose andavano meglio e mio padre cominciava a mostrare di nuovo qualche segno di fiducia nei miei confronti, nei fui felice, mi resi conto che era piu rilassato, ormai aveva intuito che io non mi fossi piu bucato.
Papà, per risolvere questo problema si rivolse al miglior centro specializzato in questo tipo di interventi, e fù così che io ed il grande uomo volammo a Milano, San Donato Milanese per essere esatti.
Arrivati in ospedale io e papà ci guardavamo meravigliati intorno, per noi non era concepibile un ospedale così ordinato, sapete qui al sud le cose vanno un pò a cazzo.
Non era un ospedale, era un albergo a 5 stelle dove tutte le infermiere erano bionde alte e con delle tette da paura. Scherzando dissi a mio padre "Quasi quasi mi ricovero anche io", quella è stata l'ultima risata che ancora ricordo di lui.
Lo accompagnai in camera e lo aiutai ad indossare il pigiama e le pantofole, gli sistemai gli abiti nell'armadietto e sistemai con cura le scarpe sotto. Gli andai a comprare una bottiglia d'acqua e qualche rivista da leggere, lo salutai, mi abbracciò e mi disse "Pascà, mò fai l'uomo, L'attività, la casa, la famiglia stessa sta nelle tue mani, papà lo sa bene che tien e pall per poterlo fare.".
Mi gelò, stavo per scoppiare a piangere ma mi tratteni per non dargli dispiacere, scherzosamente gli dissi "*** Marescià, hai visto le bionde e mo ti vorresti fare qualche mese di ferie, muoviti a tornare a casa che teniamo debiti da pagare, cià Babbuccio, ci vediamo a casa.***"
(lo chiamavo maresciallo perchè era un ex Maresciallo dell'aereonautica militare italiana)
Scappai via il piu in fretta possibile, stavo esplodendo, dovevo piangere, aveva urgentemente bisogno di piangere, come sto facendo in questo momento, scrivo e sento il viso rigato dalle lacrime, è un dolore troppo forte ma sento che mi farà bene.
Papà è morto per un infezione contratta in sala operatoria, in quell'ospedale che sembrava un albergo a 5 stelle pieno di bonazze, dove i cessi profumavano di gelsomino e tutti erano cordiali e professionali il mio poverò papà morì per SETTICEMIA.
Non vado al cimitero dal giorno in cui l'hanno tumulato, sono 18 anni che non entro nel cimitero perchè per me papà non è morto, lo so, ma non ci posso fare niente, io quella morte non l'ho mai accettata e mai l'accetterò.
Ho preso in mano le redini dell'azienda facendola passare da un piccolo parcheggio di camion a quello che oggi è uno dei centri logistici per mezzi pesanti piu attrezzato della zona.
Corrispondo mensilmente a mio fratello e mia sorella un vitalizio perchè mio padre avrebbe fatto così, era un uomo giusto. Avrei voluto che mi vedessere così come son ora, vorrei averlo potuto vedere giocare con i nipotini , avrei voluto averlo accanto nei momenti brutti ma la cosa davvero importante è quella che avrei dovuto dirgli almeno una cosa PERDONAMI PAPA'
Ecco perchè sto fissando i miei occhi allo specchio e vedo il mio viso rigato dalle lacrime, perchè vorrei chiedergli PERDONO ma ormai non posso più.
Maledetta eroina, non basta lasciarti, i tuoi segni li porterò a vita, dovrò imparare a convivere con questo dolore per il resto dei miei giorni.
Buona notte a tutti e se vi và, dite una preghiera per il mio papà, non importa in quale religione voi vogliate, è uguale, Dio è uno.
Un'abbraccio a tutti e grazie per la vostra dimostrazione di affetto.
La tua storia è molto triste.. purtroppo non riusciamo a rendere fieri i nostri genitori se non quando forse è troppo tardi. Ti posso dire che se esiste una vita dopo la morte, tuo padre sarà lì, fiero, a guardare come alla fine ti sei riscattato e hai proseguito quello che era il suo ruolo, aiutando anche i tuoi fratelli.
Mi auguro davvero che sia così ❤️
In ogni caso devi essere fiero di te stesso, perchè sei uscito dalla melma della droga e ora sei una persona di successo che non ha dimenticato la famiglia ;-)