Proporzioni tra una carezza e 46p/ Wirtanen

in #ita6 years ago (edited)

Il verbo sfiorare è di uso comune, viene usato in diverse situazioni. Undici milioni di chilometri sono troppi per poter dire di aver sfiorato una persona; potreste mai sfiorare i capelli da tale distanza e far sentire la vostra presenza a qualcuno?

No, ma se proporzioniamo il termine sfiorare all'astronomia possiamo dire che stasera una cometa ci lambirà. È una questione di contesto, nella scienza delle stelle e dello spazio la percorrenza che intercorre tra la terra e la posizione della cometa 46p/Wirtanen non è particolarmente elevata.

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imagine cco Creative Commons

Le proporzioni e la capacità di cogliere il contesto, dunque, è evidente che siano fondamentali. L'acqua ghiacciata, l'anidride ghiacciata e il corpo roccioso di una cometa possono essere terribilmente vicini in proporzione alla sconfinato spazio, se la vostra mano, invece, nell'atto di accarezzare fosse a un chilometraggio simile sarebbe ridicolo dire che sia vicina e che abbia creato un reale contatto.

Questo ragionamento trasaliamolo alla storia:

Nel sentito dire il Medioevo è un’epoca buia, in cui la superstizione prevaleva sulla razionalità. Il centro del pensiero era Dio e non l’uomo.

Sono considerazioni che dal punto di vista dell’analisi storica sono condivisibili, ma voglio analizzare il concetto di medioevo dal punto di vista "filosofico":

Per il pensiero comune questo periodo storico è considerabile come un cielo nero, in cui i lampi della razionalità erano rari. La gente era ignorante, la medicina arretrata, la scienza poco evoluta.

Chi è che oggi non può considerarsi ignorante?

Direi nessuno. Non conosciamo il senso della vita e non abbiamo alcuna certezza che il percorso intrapreso sia giusto, ammesso che esista il giusto e lo sbagliato.

Parliamo della prospettiva: se mi dovessi immedesimare in un ipotetico uomo del futuro, che ha il compito arduo di non ridere delle nostre incapacità attuali e di vedere con chiarezza questioni che per lui sarebbero scontate, potrei dire che l’epoca attuale secondo la mia prospettiva di personaggio futuristico sia un medioevo, in quanto certi argomenti che sono sconosciuti ora nel futuro non lo saranno più.

Essendo tutto in costante evoluzione, ogni epoca per il periodo successivo è un Medioevo.
Curare certe malattie con le sanguisughe o con la smisurata preghiera sembra ridicolo, come potrebbe esserlo ad un uomo del futuro etichettare ogni malattia sconosciuta come ansia.

Socrate si pronunciava così:

“È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s'illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza.”

L’unico vero valore, forse, è la consapevolezza di non sapere, che non è circoscritta all’epoca dei castelli e dei feudi, ma è incisa a fuoco nella vita di ognuno di noi.

È importante commisurare le proprie conoscenze e il proprio benessere alle possibilità intellettuali, culturali e tecnologiche che ogni epoca offre.

Siamo sicuri che il grado di felicità raggiunto, fatte le debite proporzioni, sia maggiore rispetto al passato e a tutte le epoche che considerate poco progredite?

Perché è palese che al periodo dei bastioni degli archi e delle frecce si morisse prima e che certe malattie fossero piaghe non debellabili, ma vi chiedo di rapportare alle possibilità attuali di stare bene e di valutare se il vostro grado di felicità, in relazione alle maggiori possibilità che offre il progresso, sia davvero maggiore.

È chiaro che una proporzione matematica di rapporti tra condizioni sociali, economiche, sanitarie e possibilità di benessere non sia fattibile, ma di certo ragionarci, porta a riflettere.

Il passaggio di un corpo sopra le vostre teste brillerà come una carezza nel freddo dell'inverno. Godetevelo!

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