I PADRI DEI VST INSTRUMENTS.. I SINTETIZZATORI ANALOGICI
L'evoluzione del sintetizzatore, ovvero allo stato attuale,
concretizzati nei VST instruments (la versione virtuale dei sintetizzatori Hardware) racchiudono dentro di loro degli algoritmi sofisticatissimi che emulano nella maggior parte delle volte, strumenti musicali reali, senza nulla che invidiare a quest’ultimi.
Ma se vogliamo ritornare indietro nel tempo, possiamo riscoprire queste meravigliose macchine che hanno fatto la storia della musica elettronica e non.
Verso la fine degli anni 50’ apparvero strabilianti sintetizzatori, come RCA Mark I e Mark II, sviluppati a Princeton nei laboratori RCA. Proprio per il loro complessità futuristica riguardo la loro archittetura erano molto difficili da programmare, Quindi erano richiesti dei tecnici altamente qualificati per non parlare delle dimensioni fisiche gigantesche come strumenti musicali. Inoltre anche il consumo di elettricità grazie alle loro valvole, era esageratamente alto oltre ad essere necessario un sistema di raffreddamento adeguato. Tutti questi limiti di fatto non portavano a una grande diffusione di questi strumenti per le ragioni sopracitate.
Una vera cambio di percorso industriale della sintesi avvenne solo dopo l'invenzione dei transistor, cui diedero impulso alla distribuzione di larga scala degli apparecchi in questione, dopo di che i sintetizzatori cominciarono ad apparire con l'architettura già a noi familiare.
Citando Harald Bode classe 1909, laurea in fisica conseguita all'università di Amburgo, Progettò il suo primo organo elettrico nel 1937. Dopo la guerra, H. Bode dal 1947 per sei anni a seguire, ha lavorato a un nuovo strumento, Melochord, che anticipava una parte delle ingegnosità applicate ai sintetizzatori moderni. Negli anni '50, Harald Bode interagisce con aziende tedesche ma anche americane, progettando nuove macchine, in particolare, Polychord e Bode Organ, per citarne alcune. Quest'ultimo ottenne così tanto successo che il suo ideatore ricevette nel 1954 un onoreficenza al merito per il progetto. Sucessivamente promosso a vicepresidente per la Estey Organ Corporation. Sempre nello stesso anno chiese la residenza permanente negli Stati Uniti, anche se ha continuato a lavorare da esterno con aziende tedesche. Nel 1959, Harald Bode impegnato nello sviluppo di sintetizzatori modulari, e ha presentato all’AES nel 1960 il suo concetto di sintesi e archittetura analogica del suono. L'uso di blocchi separati per il collegamento a un circuito complesso era un passo successivo riguardo la miniaturizzazione dei degli elementi utilizzati. E da un punto di vista puramente ingegneristico, una tale decisione sembra motivata. Progettare una piccola unità è abbastanza semplice. Quando è collegato ad altre unità, agisce come una sorta di "controller di registrazione di segnale" con chiari parametri elettrici a tutti gli ingressi e le uscite. In effetti, si parla di un sistema che utilizza solo tre tipi di segnali di base. Uno onda sinusoidale che è necessaria per l'uscita su un amplificatore con altoparlanti. Altri due tipi di segnali sono di controllo della portante principale. Uno di questi è chiamato CV (Control Voltage), che determina il pitch degli oscillatori, la frequenza di taglio dei filtri e così via. Questa è una tensione costante con una regolazione uniforme del valore. Il secondo segnale è chiamato Gate, ha due valori di tensione, alto e basso, ed è usato come trigger. Un segnale di alto livello visualizzato all'ingresso del circuito può, ad esempio, attivare un oscillatore modulante a bassa frequenza (LFO) o un sistema per formare una tensione di loop (Envelope). Se prendiamo come esempio un oscillatore e pilotiamo un semplice segnale parallelo con il controllo MIDI, quindi il segnale di Gate corrisponde al comando Note On, mentre il segnale di basso livello è Note Off, quindi la tensione di riferimento CV aumenta in proporzione al numero del tasto premuto e al numero di nota. Con questo sistema si evince che la modulazione e frequenza di segnale è usato come innesco.
Fu Harald Bode a sviluppare un tipico schema VCO, cioè un oscillatore a tensione controllata. E già nel 1961 pubblicò uno studio in cui convalidava i vantaggi di un transistor di fronte a una lampada a vuoto e mostrava come questo potesse avere un impatto sullo sviluppo di strumenti musicali elettronici. Nello stesso anno, utilizzando una nuova classe di materiali, ha sviluppato i progetti di un modulatore ad anello e un convertitore di frequenza (frequency shifter).
Being A SteemStem Member
Bellissimo argomento, ben trattato, complimenti!
Grazie, Si una bella passione!
Mi ero perso il tuo articolo... coincideva con la mia pausa.
Ottimo e molto dettagliato fratello, anche se totalmente fuori dalle mie conoscenze, l'ho apprezzato molto ;-)
una mia grandissima passione mai persa fratello mio..
Post molto interessante, ho appreso meglio il loro funzionamento.
Grazie , mi fa piacere che hai apprezzato il post :-)
Interessanti gli albori dei sintetizzatori, parecchi li conosco dato che suono in un gruppo, li vedo sugli amplificatori e supporti vari (gate,midi,loop...)
Grazie a te mi sono fatto un'idea di come funzionano e qual'è il loro scopo! grande!
Attendo la prossima puntata!😉
Grazie a te! Diciamo che è la mia grande passione da circa 25 anni...
Ho letto davvero con piacere!Ah però!una passione duratura!
Grande @bynarymark!!! Se mio padre fosse ancora tra noi diventerebbe matto a leggere il tuo post. Nella sua gioventù i sintetizzatori erano un must e la musica ne era fortemente influenzata 😉
Anche tuo padre era appassionato di sintesi analogica? Caspita hai avuto un padre leggendario allora! mcassani ti invidio!
Mio padre era appassionato di qualsiasi cosa funzionasse con l'elettronica! Costruiva anche da sé piccole apparecchiature chiaramente sempre inerenti alla musica 😉
Molto interessante, non ero al corrente di tutte queste informazioni, sono molto profano al riguardo, una piccola infarinatura questa sera l'ho ricevuta, leggera ma di eccellente livello, complimenti!!
grazie , ho cercato di condensare tutte le mie esperienze e conoscenze in questo post a puntate.
Aspetto che ci introduci il moog 😀
Sai che ho a casa? Minimoog Model D , pilotato da Step Sequencer MFB Urzwerg Pro . Quando voglio riportare ai giorni nostri questi gloriosi synth faccio passare attraverso la "porta del tempo" il clock e segnali midi in uscita di Ableton tramite un interfaccia CV/Gate della Doepfer.
Congratulations @binarymark! You have received a personal award!
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Argomento complesso quanto affascinante, curioso il fatto che da sempre alla base della musica ci sia l'ingegno umano, se pensiamo ai primi strumenti musicali (lira, cetra, aulos) dietro ognuno di questi c'è una mente ingegneristica, e la complessità aumenta a seconda dell'epoca in cui ci si trova.