Ciao giglio.
Forse io sono soltanto la mia voglia di scavare sotto ogni verità, di guardare dopo, non mi accontento mai di dove arrivo, ogni risposta è la madre di nuove domande. Perciò ti scrivo ...

Ho anch'io nel mio passato una casa così, una casa bruttissima adesso che non è più la mia e bruttissima prima che lo fosse. È bellissima nei miei ricordi, piena di vita, vita sorridente, triste, arrabbiata e dolce, piena di coccole e liti, piena di paura e soddisfazione, di determinazione e di lotte, piena di calore e di buio intrigante, piena di passione e luce, di tenerezza e complicità.
Ma non è lei. Non è la casa. È la vita vissuta con lei, sono Patrizia e Birba, i pavoni che vivevano appena oltre la finestra del soggiorno, le notti passate a giocare all'uomo e alla donna, l'irresistibile spontaneità di due grandi orecchie che correvano sempre con la loro piccola cagnolina, facendo sembrare enorme la casa. Sono gli abbracci nei momenti difficili, sono gli sguardi lucidi, le carezze o due stupidi, pieni di cose da fare e guai insormontabili, che dormono sul pavimento riscaldati dal Sole e sono felici.
È la mia famiglia, non quella dei miei genitori, la mia ... io, Patrizia, Birba e la casa. Adesso sono io perche sono passato da lì, sono io perche riesco incredibilmente a tenere vivi i ricordi, a provare ancora quello che provavo. Sono io che continuo a cercare una casa più grande in cui ci sia spazio per quella casa e per nuove case. Sono io.

Grazie gioiello prezioso.