RE: DIGITALY #73 - Official Magazine of the ITALY Community / Rivista ufficiale della Community ITALY
Perché un maschio non può giocare con le bambole, una femmina con le macchinine e perché non possono piacere a entrambi?
Questa è unicamente una mera costruzione sociale. Ho sempre amato le macchinine e ci giocavo da bambina. E non sono certo diventata lesbica per questo motivo, come i benpensanti supporrebbero.
Ci sono donne a cui piace cacciare e uomini a cui piace cucire vestiti, cucinare o cantare, non importa. Perché questo tipo di azioni improvvisamente sono legate al genere? Tanto tempo fa il rosa era un colore riservato ai maschietti. Perché ora è il colore delle Barbie?
Idem come sopra.
Non è possibile che non venga effettuato alcun esame psicologico e fisico e che un corpo venga ricostruito solo per riempire il portafoglio del medico.
Sottolineare il per riempire il portafoglio del medico. Appunto. Il mercantilismo vince sempre.
L'ermafroditismo non è una malattia
Per questo motivo ho utilizzato l'espressione malformazione genetica. Scientificamente, infatti, il termine corretto non è malattia poichè non altera le funzioni basiche vitali, ma si tratta appunto di un'alterazione genetica.
Dubito che il mondo intero sia interessato all'idea di woke, gender neutral e di cambiamento di genere. È solo un piccolo gruppo che i media gli danno un podio perché urla. Se ne parliamo tutti, alimentiamo di più le loro idee malate e l'argomento riceve più attenzione. Ignorare è un metodo migliore. Se seriamente si pensa che i bambini di 4 anni siano in grado di decidere di un'operazione di genere, tutto quello che posso dire è che sono la stessa cosa che afferma che la pedofilia è una libera scelta dei bambini. Stesso concetto, tra l'altro, gli adulti non sono in grado di iniziare relazioni con gli adulti che scelgono bambini che si sentono persi e di cui a nessuno importa. Lo stesso che vedi con la questione di genere. Facile da manipolare e convincere a qualcosa a causa della mancanza di cervello, di una forte volontà, della paura di essere esclusi. Un po' triste se non patetico.