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DiGinnasio:il processo a Gustave Flaubert
L'arte non è mai oscena nè offensiva, disse l'avvocato Pinard al collega Senard durante il processo in cui si accusava Gustave Flaubert di oltraggio alla morale pubblica per aver pubblicato la sua opera maestra Madame Bovary. Ora, se gli avvocati Pinard e Senard vedessero tutto quel che si pubblica oggi, specie di provenienza gringa, morirebbero entrambi di un colpo o infarto secco. Madame Bovary, per quanto rigida la cultura settecentesca, tanto da trovarlo riprovevole (curioso, comunque, trattandosi di un paese come la Francia, solitamente all'avanguardia rispetto a qualsiasi altro paese sudeuropeo), oggettivamente non è un'opera scandalosa. Flaubert non si poteva e non si può qualificare affatto un autore libertino: non s'era infatti capito all'inizio che stava soltanto mettendo in rilievo quel mal di vivere che finì con il prendere il nome di bovarismo. Un mal di vivere del quale forse lo stesso Flaubert soffriva, poichè disse Madame Bovary c'est moi. Flaubert non scrive l'apologia degli adulteri di una provinciale, come riteneva l'avvocato Senard, molto probabilmente motivato dal fatto che lo scrittore non esprime alcun giudizio di valore riguardo alla condotta di Emma. Anzi, la descrizione della seconda moglie dell'ufficiale sanitario è tale da suscitare la simpatia dei lettori. Emma figura come una vittima delle circostanze (in primis, gli errori che si commettono nel corso degli studi nel convento delle Orsoline, dove tutti i mesi veniva una vecchia zitella, come la descrive Flaubert, una nobile decaduta che di nascosto delle suore cacciava in mano alle studentesse quel che davvero si poteva considerare lettura riprovevole, ma non tanto per possibili insulti alla morale pubblica, quanto per quel che oggi chiameremmo fake o falsa rappresentazione della realtà). C'è da intendere che le stesse letture in mano a una persona di terza età come la nobildonna decaduta non causano certo le stesse conseguenze che negli adolescenti, che ritengono invece di ritrovarsi oro colato in mano. Quando Emma, terminati gli studi, non trova nella realtà i riscontri dei romanzi che divorava, la frittata è fatta. Con l'aggravante che la signorina Rouault, futura madame Bovary, è figlia di un agricoltore, per quanto benestante, ragione per cui il suo ambiente sociale è estraneo alla realtà dei nobili che vivono a Parigi, che vede come rose e fiori a causa delle apparenti similitudini con gli scenari delle sue letture. Emma è una ragazza borghese di campagna che finisce per vedere in Charles, rimasto vedovo, il suo riscatto dalla mediocrità, senza considerare che da borghese di campagna diventerà borghese di provincia, sposandolo. Accettandolo, si illude. Ma Charles non somiglia affatto agli eroi (ovviamente fake, ma Emma non lo sa: siamo nel diciottesimo secolo, ragione per cui non può nemmeno googlare scam or legit😂) dei suoi amati romanzi neppure lontanamente e dunque la malinconia, quel male di vivere che percorre tutta l'opera maestra, la porta a tradirlo con due uomini diversi. Dai quali finirà per sentirsi ugualmente delusa. Male di vivere in tutta la possibile estensione sublimato dall'arte, perchè raramente un fatto di cronaca (Madame Bovary è davvero tratto da un caso di cronaca francese nella realtà, nel quale i protagonisti erano pure conoscenti della famiglia Flaubert) è così artisticamente descritto. Tanto che Gustave Flaubert finisce con l'essere assolto in giudizio, senza neppure l'obbligo di pagare le spese processuali.
Vi lascio con il link del primo episodio di Madame Bovary (serie del 1978 con Carla Gravina e Paolo Bonacelli, parecchio fedele al romanzo di Flaubert):
L'introduzione è spettacolare: evidenza per bene il fatto di cronaca che ha dato origine all'opera, una delle mie strapreferite tra i grandi classici della letteratura. Anche se si tratta di una serie antica, talmente antica che youtube la mantiene (in una zona geografica nella quale solitamente prenderebbe provvedimenti) senza fare le solite bizze, vale la pena e la preferisco di gran lunga all'ultimo adattamento che farebbe rivoltare nella tomba il povero Flaubert😂). Un piccolo rilievo: in realtà, di madame Bovary ne compaiono ben tre nel romanzo, come avevo letto online da qualche parte (ma non ricordo più dove). Innanzi tutto la madre di Charles (il mio personaggio preferito, una formichina che non si lascia abbattere da nessuna circostanza avversa, a cominciare dalle brucianti disillusioni causatele dal marito, il padre di Charles, che la tradisce tutte le volte che può e scialacqua i suoi beni, mentre lei lo ama pazzamente e riesce a non farsi risucchiare nella miseria a dispetto di tanto, facendo del figliolo la sua principale ragione di vivere). Poi la prima moglie di Charles, vale a dire Eloise, la vedova Dubuc (accipikkia, quanto mi piace anche lei). È molto più vecchia di Charles Bovary, il che la rende insicura e di conseguenza gelosa, ma a differenza di Emma, la terza e ultima Madame Bovary, pur con tutti i suoi difetti lo ama davvero e non le passa per l'anticamera del cervello di tradirlo. Eloise non vede in Charles un mediocre come lo vede Emma (e come Flaubert lo descrive) e pure gli amanti di Emma (perfino il pusillanime di León Dupuis lo definisce mediconzolo).
#diginnasio
Ps.: ho preferito dare spazio alle arti letterarie in omaggio a una delle mie opere preferite e al processo che ha reso Madame Bovary ancora più intrigante
Le arti letterarie, forse pochi le considerano quando si parla di "arte". E' più probabile infatti che a molti vengano in mente dipinti o sculture, o persino opere immateriali, come quella di Salvatore Garau. Io stesso subito non avevo preso in considerazione il campo, ma il tuo commento mi ha spalancato un enorme cassetto. I dibattiti del Diginnasio dovrebbero andare in prima serata sulla RAI 🤗
Amico mio, non sarà forse un caso che negli USA (quantomeno in alcuni Stati) chiamano Arts le facoltà universitarie di Lettere😂.