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MISTERI atto terzo, ovvero L'ASSASSINIO CAP. II, in diretta dalle IMPROBABILI MARZOLINISSIME STORIE DAL TRENTESIMO SECOLO
-A occhio e croce, ho una settimana di tempo per risolvere questo tortuoso caso- commentò Igor, che Marco aveva immediatamente chiamato sul cercapersone che questi gli aveva consegnato il primo giorno di lavoro per farsi contattare qualora ve ne fosse stato bisogno, data l'ampiezza degli edifici e del terreno che li circondava.
Risolvere un caso di omicidio? Igor?, pensò Marco. Fin dove ne sapeva, il suo nuovo amico era soltanto un giardiniere. D'accordo, il giardiniere capo, dato che tutti gli altri che lavoravano in quel terreno erano braccianti sottoposti a lui. Ma da lì a giocare a fare il poliziotto, di acqua sotto i ponti ne passava...gli venne però in mente Augustus Lafayette, il bibliotecario sotto mentite spoglie. Ma subito preferì scacciare tale scomodo pensiero. Ancora gli tremava la mano con la quale reggeva il cercapersone.
-Igor, ma non dovremmo chiamare la polizia?
-Si capisce. Già fatto non appena ti ho sentito. Il commissario, la sua squadra e lo psichiatra arriveranno presto.
-Psichiatra?
-Certo. Psichiatra e psicanalista. Di questi tempi, finalmente s'è capito che si tratta di una figura fondamentale per risolvere un caso di delitto. Ed era ora, alle soglie del quarto millennio. Nel frattempo, non bisogna contaminare il locale. Innanzi tutto, qui dentro non deve entrare nessuno. E tra me e te abbiamo abbastanza stazza per assicurarcene o il capo della polizia e lo psichiatra s'infurieranno.
Marco sudava freddo, ma non poteva che convenire con Igor. Soltanto, come poteva questi immaginare di riuscire a scovare l'assassino di Valeria in una sola settimana? Specie considerato che per unico testimone oculare poteva solamente contare su un gatto? Se soltanto avessero potuto avvalersi dei servigi del grande Augusto Lafayette...
-Un momento, Igor. Ma pensi davvero che la polizia tedesca ti consegni il caso?
-E perchè no? Non crederai che sia la prima volta, vero?
No. Decisamente, Igor Gavrilovic tutto poteva essere, tranne un giardiniere, per quanto sapesse dirigere con maestria la cura degli spazi aperti.
-Ma una settimana soltanto, Igor...
-Primo: questo posto, a dispetto degli spazi aperti, è circondato da muri. Forse, però, quando eri giunto qui, non avevi notato l'enorme cancello che attraversasti per poi dirigerti al capannone dove giocavano quegli studenti. Ecco, il cancello viene chiuso alle otto di sera e si riapre soltanto alle otto del mattino. In questo momento sono le sei. Esaminando visivamente il cadavere, anche se non posso essere troppo preciso senza un'autopsia, Valeria dev'essere stata uccisa non oltre un'ora fa. Se ne deduce che l'assassino non può essere altri che un ospite, un impiegato o un dirigente di queste strutture e per forza di cose non può essere uscito da qui.
-E se avesse scavalcato i muri o il cancello?
-Impossibile. Non hai visto quanto sono alte le mura? E il cancello altrettanto. Senza una scala, una corda, non si può- e aggiungendo piano, per non farsi ascoltare dal personale delle cucine che aveva iniziato ad attraversare il corridoio: -Se poi avesse complici ad aiutarlo, cosa che però non credo, i miei collaboratori che sorvegliano di notte le mura e il cancello se ne sarebbero accorti e mi avrebbero avvisato immediatamente.
Dunque Igor aveva piazzato collaboratori suoi sul posto? La faccenda s'ingarbugliava sempre più, a ogni minuto che passava, ma Marco non potè fare altre domande a causa del personale della cucina che dovevano tenere fuori. La polizia tedesca comunque stava arrivando. Chi aveva aperto il cancello al commissario? Ma sicuro: i collaboratori di Igor, che nel frattempo aveva aperto la bocca dalla sorpresa alla vista di un uomo sui sessantacinque anni all'incirca, dai capelli e barba più grigi dei suoi. Soltanto che stavolta aveva dismesso i soliti abiti eleganti e formali in favore di un abbigliamento casual e un curioso cappello. Molto probabilmente per entrare in sintonia con i luoghi.
-Non ci credo! Il mio caro amico Albert Heinz, luminare delle scienze psichiatriche! Fortunata coincidenza o destino, che abbiano scelto proprio te?
Marco stentava a crederci. Possibile che il suo passato venisse a perseguitarlo in continuazione pure a Bonn? Se quello era il professor Albert Heinz, luminare delle scienze psichiatriche, altri non poteva essere se non il primario del reparto psichiatrico dove il povero Bartolino Colombo, conosciuto grazie al fidanzamento del suo caro amico Akim con Valentina che non riusciva a dimenticare, finiva ricoverato ogni tre per due. Dove prima a poi anche Marco, ne era certo, sarebbe andato a parare. Ma chissà: magari poteva trattarsi davvero di una coincidenza fortunata. Magari il professor Heinz, date le sue immense conoscenze riguardanti la mente umana, poteva aiutarlo a dimenticare Valentina...subito però si domando quanto gli sarebbe costato il consultarlo. Dopotutto, il professor Heinz non era certo uno psichiatra neolaureato, ma un luminare della scienza di fama internazionale.
Il professor Heinz, da parte sua, non si sbalordì per nulla. -Mio caro buon vecchio Igor Gavrilovic, lo sai che non credo alle coincidenze e presto non ci crederai più nemmeno tu. Comunque, sono stato io a propormi per questo caso. Sono in ferie nel mio paese natale, ma ero certo che ti avrei trovato in questo posto. E terminata l'incombenza odierna, una volta che stacchiamo, ti aspetto per la solita partita a scacchi...
Immagine realizzata con Bing (coincidencia afortunada encuentro de dos viejos amigos con barba gris acuarela)
-¿Adónde vamos?- chiese Tania alla sua migliore amica.
-A buscar hormigas, así como el jefe dijo. Hoy todas las clases están suspensas, debido a lo ocurrido. Y a partir de mañana, el horario será reducido a la mitad- rispose Nica.
-Pero...¿hormigas? ¿Y por qué?
-Eso no puedo decírtelo. No ahora. Órdenes de jefe.
-Cuánto misterio...
-Te recuerdo que hubo un asesinato hoy.*
Quando le due amiche si trovavano sole, ne approfittavano per parlare in spagnolo. Tania era cilena e anche se i genitori l'avevano portata a Como da bambina, avevano sempre sottolineato l'importanza del bilinguismo, così come facevano i suoi zii Braulio e Consuelo con la cugina Manola, emigrati anch loro in Italia, sia pure lontano da Como. Vedendo però arrivare Marco, ripresero a parlare in Italiano. Nonna Giuseppina, la nonna paterna di Nica, diceva sempre quanto maleducato fosse escludere parenti, amici e conoscenti da una conversazione. Vero era che nell'attuale caso non si trattava esattamente di chiacchierare del più e del meno, anche se davanti a Tania non si poteva mai sapere, ma Marco c'era dentro fino al collo. Quindi non c'era certo bisogno di nascondergli delle indagini. In fin dei conti, il cadavere di Valeria l'aveva scoperto lui. Tutti e tre convenirono che la donna delle pulizie spagnola, per quanto chiacchierona e ficcanaso, non meritava di finire così. Marco era stato inviato da Igor ad affiancare Nica e Tania, non potendolo fare personalmente perchè dovevano fingere di non conoscersi. Ma come mai pure un'insegnante di musica e la sua vacanziera amica erano coinvolte nelle indagini? Anch'esse sotto mentite spoglie, forse? Igor s'era accorto di un nugolo di formiche sul pavimento, intorno alla testa del cadavere. Pure il gatto se n'era grattata via qualcuna. Allora gli era parso fondamentale mandare a dare la caccia ai formicai del posto per vedere dove gli insetti portassero. Nel frattempo, il commissario di polizia aveva dato ordine di mantenere il cancello d'ingresso ben chiuso. Nessuno doveva uscire dal complesso per tutta la settimana di tempo che Igor s'era dato per risolvere al caso. Il motivo di tanta fretta stava nel fatto che gli studenti adolescenti ospiti avrebbero dovuto rincasare nei loro paesi di origine giusto entro una settimana e trattenerli oltre si faceva impensabile, oltre che illegale. D'altra parte, non era affatto probabile che l'assassino di Valeria fosse tra loro. Quale movente poteva animare un adolescente a uccidere una donna delle pulizie fino a pochi giorni o settimane avanti una perfetta sconosciuta? Dato che la ficcanasaggine non poteva costituire sufficiente incentivo a commettere un turpe delitto. Gli ospiti adulti, gli inservienti e altro personale, invece, sarebbero stati trattenuti oltre, qualora ve ne fosse stata la necessità. Nel frattempo, Marco, Nica e Tania stavano seguendo il percorso di un esercito di formiche nel viottolo di un prato che si addentrava in una boscaglia.
-Ragazze, questo posto mi piace poco e niente. Alla prima svergolata, voi due tornate subito indietro, che al resto penso io. Ordini del capo.
-D'accordo.
-Igor si preoccupa in eccesso per noi- disse Tania.
-Ssst...ha detto che non dovete fare il suo nome. Non sia mai qualcuno ci ascolti e si renda conto che lo conoscete.
Tra l'erba alta, in fondo al viottolo, s'intravide un muro di pietra, parte di un edificio seminascosto. Il portone d'ingresso ben chiuso riportava una enorme targa in cui c'era scritto DIE MITBRÜDER DES MORGENORDNUNGS. **
Nonostante non capisse mezza parola di tedesco, a Marco parve che l'esercito di formiche seguite dal suo trio, anzichè andare avanti flemmatiche nel proprio percorso, gli stessero camminando per tutto il corpo.
*Traduzione del dialogo in spagnolo tra Nica e Tania:
Tania: -Dove andiamo?
Nica: -A cercare formiche, come ha detto il capo. Oggi tutte le lezioni sono sospese, a causa dell'accaduto. E da domani, l'orario sarà ridotto alla metà.
Tania: -Però...formiche? Ma perchè?
Nica: -Questo non posso dirtelo. Non ora. Ordini del capo.
Tania: -Quanto mistero...
Nica: -Ti ricordo che oggi c'è stato un omicidio.
**Traduzione dell'iscrizione in tedesco: I CONFRATELLI DELL'ORDINE DEL DOMANI
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Disclaimer in English: image created with bing.com (artificial intelligence) to follow the rules of the Digitaly competition create an image (through the use of AI). The text, on the other hand, is all my own work.
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