Da ragazzino, il periodo estivo del mondo del pallone mi divertiva tantissimo. Anche senza il campionato e il classico appuntamento domenicale con l'orecchio attaccato alla radiolina, una parte delle giornate era riservata alla lettura dei quotidiani sportivi, magari al parco sotto casa con gli amici di scuola appena salutati o seduto al fresco del mio balcone, con lo scopo di rimanere aggiornati sulle ultime vicende del calciomercato.

Pensando a quell'epoca lontanissima a volte sorrido di me stesso, domandandomi come potessi prendere per oro colato tutte le notizie, anche le più fantascientifiche, impresse su quelle colonne: bastava anche solo la suggestione di un trasferimento, il nome di un grande giocatore accostato con l'immancabile uso del condizionale alla propria squadra del cuore, per far sognare ad occhi aperti giocate destinate a non realizzarsi mai.

Può sembrare una frase fatta, ma si vivevano indubbiamente altri tempi. I ragazzi preferivano giocare a calcio piuttosto che ai videogames e un po' tutti nel gruppetto ci si vantava di incarnare delle piccole enciclopedie viventi, sciorinando dati tecnici e abilità anche sui giocatori meno conosciuti. Alcune cose anche oggi non sono cambiate, come la voglia dei giornali di spararla grossa per vendere una copia in più, ma la mia innocenza e quella di molti coetanei, granitici all'epoca nella fede del motto "se lo dice il giornale non può che essere la verità", si è trasformata progressivamente in un amaro disincanto.

Tuttavia le voci di mercato rimangono divertenti perché lasciano immaginare scenari nuovi e un pronto riscatto alle squadre che nell'ultima stagione se la sono passata piuttosto male. L'esperienza accumulata in anni di lettura dei quotidiani sportivi, e non, mi ha regalato (o almeno lo spero) una sorta di immunità alle panzane più grosse e conto di poter trattare in questo spazio alcune notizie potenzialmente in grado di cambiare lo scenario futuro della Serie A.

Tutto come sempre girerà intorno agli attaccanti, anche se ad oggi un solo nome sembra capace di scatenare un vero domino: Cristiano Ronaldo. A Torino si respira, già dalle ultime gare della passata stagione, aria di addio: il portoghese ha mostrato una profonda insofferenza nel giocare in una squadra poco competitiva in Europa e ora addirittura scavalcata in patria, ed è probabile che sia a caccia dell'ultima grande chanche della carriera per aggiungere alla bacheca la sesta Champions League.

Massimiliano Allegri, che a suo tempo aveva consigliato ad Andrea Agnelli di disfarsi di Ronaldo, causa secondo lui della mancata crescita della squadra, non alzerebbe delle barricate di fronte ad un'eventuale cessione e della punta di Madeira, anche perché l'importante risparmio tra ingaggio lordo ed eventuale costo del cartellino (un totale di circa 100 milioni) potrebbe essere reinvestito per rinforzare la squadra.

CR7 sotto la Tour Eiffel (ad oggi forse la soluzione più probabile in caso di separazione) aprirebbe scenari interessanti per la Juventus, che potrebbe decidere di puntare forte su Icardi (vecchio pallino di Allegri), ma se il cinque volte pallone d'oro dovesse riuscire a tornare a Manchester, attenzione alla pista che porterebbe di nuovo in bianconero il figliol prodigo Paul Pogba.

Dal Milan si dicono certi di avere in mano Olivier Giroud, e che il suo rinnovo di contratto con il Chelsea in realtà sia servito esclusivamente ai londinesi per non perdere il giocatore per quattro noccioline. Prenderebbe il posto in rosa di Mario Mandzukic (che ora si comprende perché nessuna squadra aveva voluto ingaggiare dopo la sua poco felice avventura in Qatar), come vice Ibra di lusso, ma dubito che la trattativa possa decollare davvero.

Per fare la riserva al Milan forse vale la pena rimanere nella squadra campione d'Europa, e di fare la riserva, o di trascorrere un altro anno da separato in casa, non ha nessuna voglia nemmeno Edin Dzeko: l'ex capitano della Roma potrebbe essere rimpiazzato tra qualche settimana da Andrea Belotti, chiesto a gran voce da Mourinho e terminare così la sua avventura giallorossa.

Alcuni lo accostano in queste ore alla Juventus, ma io non escluderei la soluzione Inter, che dovrebbe confermare i due attaccanti principali, Lukaku e Lautaro Martinez, ma rimane a caccia di una prima punta in grado da regalare un po' di riposo al belga. Chiudo con la Lazio, che attende la fumata bianca per Sarri, prima di far partire l'assalto a Lorenzo Insigne. Finisca così, sembrerebbe si vada incontro ad un anno di rivoluzioni, speriamo possa guadagnarne lo spettacolo.

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Prima un convinto "sì", poi uno categorico "no", ed ora un possibilista "forse". E' questa la trafila compiuta dal nuovo orario della Serie A per la prossima stagione, all'interno delle ultime riunioni tenute dai vertici del calcio italiano.

Come un fulmine a ciel sereno infatti, qualche giorno fa, la Lega di Serie A aveva lasciato trapelare la notizia che a partire dal campionato che inizierà ad Agosto, le dieci partite del torneo maggiore sarebbero state collocate in dieci orari diversi, spalmati dal sabato al lunedì; addio contemporaneità quindi e chiusura pressoché certa di trasmissioni come "Tutto il calcio minuto per minuto", che del rimbalzo di linea avevano fatto il loro punto di forza.

Nonostante le rassicurazioni ricevute dall'emittente titolare dei diritti della Serie A infatti, i più maliziosi sospettano che DAZN, oltre a volersi garantire maggiore visibilità, si sia improvvisamente accorta dei problemi nel gestire troppi accessi alla piattaforma e che con questa mossa abbia voluto mettersi al riparo da eventuali contestazioni e penali.

Inizialmente sembrava che i club di Serie A fossero in maggioranza d'accordo con questo male ritenuto necessario, ed avevano ratificato il nuovo orario in assemblea, ma poi misteriosamente il voto favorevole era stato ritirato, e la decisione rinviata alle future riunioni dell'assemblea. Che cosa è successo nel frattempo?

A spiegarlo ci ha pensato il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, che intervistato da una TV genovese ha espressamente affermato, con la schiettezza che sempre lo contraddistingue, come da lui sia partita una semplice riflessione:

Se Dazn vuole fare dieci orari diversi, ci deve dare più soldi.

Ed è proprio questo ciò che devono aver pensato a quel punto i responsabili dei club di Serie A, intravedendo la possibilità di spremere ancora un po' un succoso limone rimandando il voto. Del resto gli orari sono esclusiva competenza della Lega Calcio ed il messaggio che quest'ultima ha rivolto all'emittente è stato piuttosto chiaro: venire incontro alle vostre esigenze commerciali ha un prezzo, siete disposti a pagarlo?

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