Se ci stanno ancora pensando, sono matti! [#steemexclusive - #multilanguage]

Qualche giorno fa, il sempre pungente Paolo Bonolis ha espresso un'altra delle sue "brillanti" considerazioni a tema calcistico. Al centro delle elucubrazioni del presentatore romano questa volta però non è finita la Juventus o qualche suo rappresentante (probabilmente un compagno juventino all'asilo deve averlo picchiato fino a provocargli un trauma psicologico), bensì i "cugini" del Milan, freschi vincitori dello scudetto proprio ai danni della sua amata Inter.

Secondo il conduttore di trasmissioni di "culto" della TV italiana, come Ciao Darwin, Non è la Rai e Avanti un altro, lo scudetto del Milan passerà alla storia come quello più breve di sempre: meno di un mese. E' questo infatti il tempo concesso ai sostenitori rossoneri per festeggiare il titolo appena conquistato, a causa dell'enorme caos societario che si sta verificando a cavallo dell'ennesimo cambio di proprietà dell'ultimo periodo.

Il Gruppo Elliott, proprietario fino al mese scorso della società campione d'Italia, sta infatti definendo proprio in queste ore i dettagli del passaggio della stessa alla Redbird Capital Partners, altro fondo di investimento entrato a gamba tesa nel mondo del calcio; i vecchi proprietari rimarranno soci di minoranza del Milan, ma va da sé che tutto l'organigramma societario verrà ridiscusso dalla nuova proprietà, ridefinendo ad uno ad uno i ruoli di comando.

_{Photo by User Jared Vincent on Flickr, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons}

Un nuovo proprietario, se non interessato unicamente a speculare, o quanto meno a farlo attraverso la crescita economica e sportiva del club, non rappresenta una notizia negativa; Redbird possiede asset per 4,5 miliardi di dollari, ben spalmati in vari settori, come telecomunicazioni, servizi finanziari e sport, essendo entrata da poco anche con una quota di minoranza nella Fanway Sports Group, società che controlla i Boston Red Sox in MLB e i sei volte vincitori della Champions League del Liverpool nel calcio.

Spalle solide, ma per quanto costi ammetterlo, le nefaste previsioni di Paolo Bonolis potrebbero non rivelarsi errate. In tutta questa grande baraonda infatti, due dirigenti, Paolo Maldini e Frederic Massara, fondamentali per la rinascita del Milan degli ultimi anni, sono arrivati ad oggi ad un passo dalla scadenza di contratto, senza che, a loro dire, sia mai stata intavolata alcuna trattativa per il rinnovo.

Rispettivamente direttore tecnico e direttore sportivo dela squadra campione d'Italia, i due sono da indicare come i principali artefici del "miracolo" sportivo, capace di portare il Milan dall'anonimato di un sesto posto allo scudetto nel giro di pochissime stagioni. A loro è da assegnare il merito per i principali colpi di mercato messi a segno nelle ultime stagioni, nonché l'aver creduto a fondo nel rilancio di mister Pioli, che sebbene in carriera da allenatore non avesse mai alzato alcun trofeo, è riuscito a far quadrare perfettamente il materiale a lui assegnato.

Diversi quotidiani sportivi continuano da giorni a mostrarsi ottimisti circa la felice risoluzione della vicenda, che porterebbe così al rinnovo di contratto con i due dirigenti, ma personalmente credo che la trattativa, ammesso che ne esista la volontà, dovrà davvero essere imbastita da zero, impedendone una facile conclusione in tempi utili.

_{Photo by chatst2, free to use (PIxabay)}

E la questione, per una volta, non appare legato ad un discorso economico (una quadra in tal senso si sussurra sarebbe stata già trovata), ma alla organizzazione del lavoro. Lo stesso Paolo Maldini, in una lunga intervista rilasciata qualche giorno dopo la conquista dello scudetto, non le ha mandate a dire alla proprietà, stigmatizzandone il comportamento per l'essere giunti molto vicini alla scadenza del contratto, ma soprattutto reclamando una maggiore autonomia decisionale.

Il figlio dell'ex Commissario Tecnico della Nazionale ha dichiarato infatti espressamente di non gradire le lungaggini dei tempi imposti dalla società durante le trattative di mercato, che necessiterebbero sempre dell'apposizione di un placet da parte di qualche rappresentante del Gruppo Elliott. In questa maniera, secondo lo stesso Maldini, spesso si è perso tempo prezioso, con le risposte giunte troppe volte in ritardo, o solo ad affare sfumato.

Il nodo di una maggiore autonomia decisionale per la coppia in scadenza, sembra pertanto incarnare la grana più difficile da risolvere per la nuova proprietà. Nodo che, al loro posto, trasformerei in corda libera piuttosto in fretta, per non perdere due delle migliori menti del calcio italiano al momento. Attenzione, perché quando la si prende volontariamente a calci, la sorte riesce a diventare beffarda e dalle parti di Milanello potrebbero risvegliarsi un giorno nelle mani di gente come Cherubini o Paratici. Auguri.

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