Quo usque tandem, Chiné? [Multilanguage]

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Cicerone denuncia Catilina in senato. Cesare Maccari, Public domain, via Wikimedia Commons

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VENTUNO SECOLI, ENORMI SIMILITUDINI

Nel 63 a.C. il console Marco Tullio Cicerone pronunciò in Senato a Roma quattro orazioni di accusa contro Catilina, membro dell'aristocrazia che, complice l'assenza di Pompeo, impegnato nelle guerre d'Oriente, stava congiurando con altri suoi seguaci per instaurare una dittatura.

Questi discorsi, pubblicati tre anni più tardi, divennero celebri con il nome di Catilinarie. Ancora oggi rimane piuttosto conosciuta una delle frasi simbolo contenuta in esse:

Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? (Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?)

Da quel momento sono passati circa ventuno secoli e il senato romano ha visto passare diversi personaggi, più o meno apprezzabili e non sempre armati di buone intenzioni o di una specchiata moralità. Allora tuttavia, intellettuali come Cicerone riuscirono a sventare la minaccia, mentre oggi personaggi come Catilina siederebbero con tutta probabilità tra gli scranni del governo, osannati dalla stampa.

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A sinistra, l'ex Ministro della Salute, Roberto Speranza, accanto all'ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Dipartimento Protezione Civile, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

La classe politica, specialmente nell'ultimo decennio, si sta dimostrando sempre meno affidabile e la pazienza invocata da Cicerone sembra molto vicina ad esaurirsi, come dimostrato dal crescente astensionismo, anche tra l'elettorato dei giorni nostri. Tuttavia, al Senato è possibile incontrare non soltanto i cosiddetti "rappresentanti del popolo", impegnati (si fa per dire) nell'espletamento delle funzioni democratiche, ma anche personalità diverse, in audizione circa i temi più vari.

E così una settimana fa, ovvero mercoledì 22 maggio, è toccato in Senato prendere la parola al procuratore federale della FIGC, Giuseppe Chinè, all'interno di un incontro organizzato per discutere sul futuro del calcio italiano.

Dopo il classico discorsetto in "politichese", l'ex procuratore aggiunto di Latina, in carica (ma questa è ovviamente solo un'altra incredibile coincidenza) proprio nel periodo del furto delle patenti dalla locale motorizzazione e del conseguente rilascio, tra gli altri, del passaporto falso dell'ex interista Alvaro Recoba, è stato pungolato dall'intervento del presidente della Lazio, Claudio Lotito.

La domanda di quest'ultimo circa la mancata apertura di un'inchiesta sportiva su quanto emerso a Roma ha portato Chiné ad arrampicarsi sugli specchi in maniera quasi grottesca, in un crescendo di dichiarazioni che, in un Paese serio, porterebbe ad una sollevazione popolare della stampa e alla richiesta di sue immediate dimissioni.

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A destra, Claudio Lotito, assieme all'ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli (a sinistra) e al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella). Quirinale.it, Attribution, da Wikimedia Commons

Sebbene Lotito si riferisse alle accuse di auto-riciclaggio di denaro e appropriazione indebita piovute sulla testa del presidente federale, Gabriele Gravina, Chiné, probabilmente con la coda di paglia già infuocata, ha erroneamente interpretato la frecciata attribuendola all'indagine della procura capitolina a carico della Roma sul caso plusvalenze, simile a quello che pochi mesi prima aveva visto la condanna della Juventus.

Si è scoperto così il nuovo modus operandi della procura federale, diventata improvvisamente garantista. Niente di male, si dirà, dato che l'ordinamento giuridico italiano prevede proprio che chiunque venga considerato innocente fino al terzo grado di giudizio, ma del tutto contrario a quello che ci hanno sempre raccontato in materia di giustizia sportiva, dove l'onere della prova ricade (o, a questo punto, ricadeva), in maniera piuttosto barbara, sull'accusato.

Secondo Chiné il processo sportivo alla Juventus dello scorso anno è stato possibile solo grazie alla collaborazione della Procura di Torino, che ha esaudito la richiesta di invio degli atti di indagine. E fa nulla che le intercettazioni in essi contenute, sulle quali si è basato gran parte del teorema accusatorio, non siano state vagliate da nessun perito in tribunale, né che la stessa procura fosse incompetente territorialmente per indagare sulla società bianconera.

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Il presidente dell'UEFA, Alexander Ceferin. Steffen Prößdorf, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons

La giustizia sportiva, così ci è stato raccontato fino alla scorsa settimana, deve essere celere e tempestiva, anche a costo di risultare imprecisa. A patto che, questo lo aggiungo io, il soggetto da colpire sia per qualche motivo sgradito al sistema o a qualcuno dei suoi rappresentanti apicali. E in pieno periodo di battaglia sulla Superlega, di certo la Juventus di amici in federazione non ne aveva molti.

Oggi che tuttavia la Signora è stata bastonata a dovere con un anno di esclusione dalle coppe ed un danno economico valutabile tra i 60 e i 100 milioni, anche la procura federale può quindi tornare ad ammorbidirsi. Le indagini sportive sulla Roma e sul Napoli oggi, di conseguenza, non possono procedere senza la collaborazione delle locali procure ordinarie, anche a fronte di confessioni ed evidenze.

Anzi, secondo Chiné ancor meglio sarebbe aspettare l'eventuale rinvio a giudizio, che va da sé per la Juventus ancora non c'è stato e di conseguenza non ha rappresentato elemento discriminante. Alla luce di tutto questo, meraviglioso risulta il patetico invito a non sospettare dell'imparzialità della procura federale... In effetti, considerando le due velocità e gli ultimi avvenimenti riguardanti l'Inter, quale pazzo potrebbe essere spinto a farlo?

Statemi bene, alla prossima!

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Un’analisi affascinante e profonda che collega il passato al presente, dimostrando come la storia possa essere un insegnante prezioso per comprendere le dinamiche attuali. L’articolo mette in luce le similitudini tra le Catilinarie di Cicerone e la situazione politica odierna, sottolineando la persistenza di certe problematiche nel corso dei secoli. La discussione sul calcio italiano e le implicazioni legali e morali che ne derivano aggiungono un ulteriore strato di complessità all’argomento. Complimenti per aver tessuto insieme questi fili storici e contemporanei in un post così coinvolgente e riflessivo.

Grazie caro, ogni tanto la prendo un po' alla larga, il mondo del calcio in fondo non è che una minima parte di quello globale

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