Quel che tocca diventa me..a - What he touches turns to s..t [MULTILANGUAGE]
John Elkann, Universitätsarchiv St.Gallen | HSGN 028/01930 | CC-BY-SA 4.0, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons
STESSI DISASTRI, VENT'ANNI DOPO |
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Non dispongo di un account sulla piattaforma Meta, precedentemente conosciuta come Facebook, né nutro particolare simpatia per il suo fondatore Mark Zuckerberg, più volte bacchettato anche dal senato americano per le pratiche scorrette delle sue aziende.
Tuttavia, se fossi in lui, mi rimangerei immediatamente l'offerta presentata nelle ultime ore al "buon" John Elkann, ovvero quella di entrare nel CDA della società. Il nipote dell'avvocato è piuttosto noto infatti per essere una sorta di "Re Mida" al contrario, ovvero per trasformare in materiale molto meno pregiato dell'oro, da noi tutti prodotto a cadenza quotidiana, buona parte di ciò che "tocca".
Non mi addentrerò nei, peraltro poco positivi anch'essi, dati macroeconomici di Stellantis, la multinazionale produttrice di veicoli della quale Elkann è presidente e Amministratore Delegato, né nei risultati sportivi deludenti della Ferrari , che non vince un mondiale di Formula 1 da oltre quindici anni.
Il quartier generale della Ferrari, a Maranello. nimame, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
In questa analisi ci limiteremo infatti alle vicende del dorato mondo del pallone, constatando i disastri che la la presenza del più grande dei figli di Margherita Agnelli ha storicamente portato anche e soprattutto alla galassia Juventus, ogni qual volta ad essa si è avvicinato.
Per fare un paragone del livello di incompetenza, lo si potrebbe definire come una specie di Massimo Moratti, più giovane ma altrettanto incapace, senza tuttavia la garra di truccare il gioco quando le cose non vanno nel verso sperato.
Nel 2006 l'arrendevolezza di Elkann portò a tradurre in una clamorosa retrocessione e nella revoca dei titoli sportivi vinti sul campo la farsa del processo sportivo (durato pochi giorni, senza che la controparte avesse modo di strutturare una difesa degna di tale nome) passato alla storia con il nome di Calciopoli.
Diciassette anni dopo la scenetta si è ripetuta quasi in fotocopia con la storiella delle plusvalenze: nonostante le dichiarazioni bellicose di Elkann, che aveva sbandierato ai quattro venti l'intenzione di andare avanti in più sedi possibili pur di difendersi dall'ennesimo processo sportivo a senso unico, anche in quella circostanza la Juventus ha finito per arrendersi e per scendere a patti con i suoi aguzzini.
La dirigenza della Juventus nel 1997, insieme all'allenatore, Marcello Lippi, e al presidente Umberto Agnelli. nimame, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Sia dalla prima che dalla seconda mancata battaglia legale, sono derivati anni bui e di ristrettezze economiche sul piano sportivo. Dopo Calciopoli e la retrocessione in Serie B, la Signora dovette affrontare molte stagioni di magra, cosa che si sta ripetendo oggi a causa dei mancati introiti per l'esclusione dalla Champions League avvenuta l'anno scorso, in seguito al processo sulle plusvalenze.
Ma se da un punto di vista "legale" è lecito nutrire sentimenti discordanti (alcuni sostengono ad esempio che due anni fa e con Calciopoli si sia optato per evitare guai peggiori), quello che appare lampante e palese a tutti è l'assoluta incapacità di Elkann di circondarsi delle persone giuste.
Nel 2006 John portò infatti alla Juventus, al posto delle triade (Moggi, Giraudo e Bettega), una serie di dirigenti del tutto inadeguati, come Blanc, Cobolli Gigli e Alessio Secco, ovvero l'esatta fotocopia degli attuali Scanavino, Ferrero e Giuntoli.
Non è un caso che gli anni di successi, capaci di fare da intermezzo a questi periodi di inconsistenza assoluta, si siano verificati quando a guida della nave bianconera è finito Andrea Agnelli, figlio di Umberto e ultimo (in attesa che cresca il figlio Giacomo) a portare il cognome da sempre legato alla famiglia che ha reso grande la Juventus.
A sinistra, Andrea Agnelli. Quirinale.it, Attribution, da Wikimedia Commons
Agnelli scelse Conte in panchina e Marotta dietro la scrivania (che al di là dei problemi attuali non si può che considerare un grande uomo di calcio), facendo crescere la squadra fino a portarla a disputare due finali di Champions League.
Dopo il suo addio, forzato dalle vicende del 2023, si è ripiombati nel caos e nella mancanza totale di progettualità. Un esempio significativo di tutto questo è quanto avvenuto dopo gli infortuni di Bremer e Cabal, difensori centrali fuori da alcuni mesi e che dovranno saltare l'intera stagione.
Un direttore generale che si rispetti (ci riferiamo a Giuntoli), visto il grande lasso di tempo avuto per operare, si sarebbe presentato già al primo giorno di mercato con i sostituti adeguati e con almeno un paio di alternative bloccate.
Gleison Bremer, MTTCHS03, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
L'ex direttore sportivo del Napoli invece, fortemente voluto a Torino da Elkann, dopo aver clamorosamente sbagliato ogni operazione del calciomercato estivo, sembra navigare ancora più in alto mare, con le idee più confuse che mai.
Clamoroso ed inedito quanto successo quest'anno, con una serie impressionante di esuberi, messi tutti fuori rosa e liberati alla fine con inevitabili perdite economiche per la società. L'ultimo caso è quello che riguarda l'ormai ex capitano Danilo, che dopo aver rinnovato il contratto meno di dodici mesi fa, è terminato improvvisamente ai margini del progetto e finirà probabilmente al Napoli in maniera gratuita.
A differenza di Moratti però, Elkann di giocattoli ne ha tanti. La speranza è che si stufi di nuovo di questo, magari restituendolo a chi in famiglia ci tiene davvero.
Statemi bene, alla prossima!
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Sono stupito da quello che vuole fare Zuckerberg e che apprendo dal tuo post. Poi penso a quanta gente usa ancora Facebook e comprendo che effettivamente Zuckerberg ha probabilmente ancora tanti soldi... forse ne ha anche da buttare via.
E' una nomina che ha sorpreso un po' tutti, vista l'apparente mancanza di legami tra i due. Poi, scavando un po' più a fondo, il collegamento lo si può anche trovare, ma sono fili dell'alta tensione che è meglio sempre maneggiare con cura 😄
Quello che a me ha colpito più di tutto è la marcia indietro (forzata) di Zuckerberg sui fact checkers, che di fatto verranno aboliti su Meta e sostituiti dalle note della collettività, in stile X di zio Elon...
E' proprio vero che sono tutti sempre pronti a saltare sul carro del vincitore, Trump gliel'aveva giurata e lui è subito accorso al suo capezzale per chiedere clemenza ma ha dovuto accettare alcune imposizioni.
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